ARCHIVIO 3ARCHIVIO 5

284 volte “sì” al decreto, l’articolo 25 salvo dagli attacchi della sinistra

ISCHIA. E’ stata una maratona al cui confronto la 24 ore di Le Mans pare una passeggiata di salute. Ma alla fine, il Decreto Genova è stato approvato dalla Camera dei Deputati. E se ci non fosse che da scherzare c’è ben poco, potremmo rimarcare come Ischia è riuscita a far passare in secondo piano il capoluogo ligure, il crollo del Ponte Morandi e le misure da adottare nel nord Italia. C’è poco di cui andare fieri, ad onor del vero, dal momento che sulla nostra isola è caduto tanto fango e sono state pronunciate una serie di “bibliche” inesattezze (ne riportiamo una “collection” esaustiva in altra parte del giornale), ma a far durare la discussione così tanto è stato proprio l’ostruzionismo posto dal Pd che proprio non voleva sentir parlare di un condono, come quello ischitano, che poi condono non è. Alla fine il decretone è passato con i voti favorevoli di Lega, Movimento 5 Stelle e Fratelli d’Italia (284), mentre hanno espresso parere contrario Pd e Leu (67). Forza Italia, con i suoi 41 deputati, ha invece optato per l’astensione. Ora prima della conversione in legge, il decreto prenderà la strada del Senato, ma da Palazzo Madama non dovrebbero arrivare ulteriori modifiche e integrazioni.

La notizia che maggiormente interessa l’isola, la sua comunità ed in particolare coloro che hanno avuto immobili danneggiati dal sisma del 21 agosto 2017, è che l’articolo 25 non è stato scalfito dal violento attacco della sinistra: tutti gli emendamenti che sono stati presentati, e che andavano contro quello che veniva definito “condono tombale” sono stati respinti e dunque rispediti al mittente. Agli uomini del segretario Martina non è rimasto che sfogare la propria ira parlando del “più grande condono degli ultimi venti anni nel collegio dell’onorevole Di Maio”. Di fatto, per coloro che avessero memoria corta, il predetto articolo 25 finito nel mirino dei piddini e modificato in commissione, prevede che entro il termine di sei mesi i Comuni colpiti dal sisma (Casamicciola, Lacco Ameno e Forio) rispondano alle richieste di sanatoria presentate in base al condono edilizio del 1985, quello che si ricongiunge alla cosiddetta legge 47. Se la concessione edilizia in sanatoria dovesse essere negata, il proprietario dell’edificio ovviamente non riceverà i fondi per la ricostruzione. Se l’abuso, a seguito del vaglio delle autorità preposte a controllare vincoli paesaggistici e idrogeologici, verrà sanato, alle volumetrie aggiuntive condonate non andrà alcun contributo per la ricostruzione. E’ vero, quest’ultima è una palese anomalia, un ossimoro che è stato reiteratamente evidenziato, ma non c’è stato verso di apportare cambiamenti. Non proprio il massimo della vita, ma con il “fuoco” incrociato contro l’articolo della discordia poteva finire decisamente peggio. Non per voler mettere il dito nella piaga, ma ci piace sottolineare che per quanto riguarda i territori colpiti dai terremoti nel Centro Italia, è stata apportata una modifica alla normativa vigente che ha allargato la sanatoria sulle piccole difformità edilizie che impediscono la ricostruzione. Vengono ora ricompresi i casi di mancato permesso di costruire o di difformità rispetto al permesso stesso. E anche gli incrementi di volume, nei limiti individuati per ciascuna Regione dai rispettivi piani casa. Verrebbe da dire, sempre a proposito del Centro Italia, che nessuno si è permesso di gridare allo scandalo, ma che Ischia dovesse rivestire il ruolo di capro espiatorio era ormai chiaro a tutti.

Gaetano Ferrandino

Articoli Correlati

0 0 voti
Article Rating
Sottoscrivi
Notificami
guest

0 Commenti
Inline Feedbacks
Visualizza tutti i commenti
Pulsante per tornare all'inizio
0
Mi piacerebbe avere i vostri pensieri, per favore commentatex