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Depuratore a Ischia, i lavori verranno mai terminati?

di Francesco Castaldi

ISCHIA – La questione relativa alla realizzazione dell’impianto di depurazione nei pressi della collina di San Pietro a Ischia ha infiammato per anni le animate discussioni di politici, addetti ai lavori e comuni cittadini. Risale al 1997, infatti, l’idea di bandire la progettazione di un depuratore, che inizialmente avrebbe dovuto essere soltanto al servizio del comune di Ischia. Da allora – sono trascorsi quasi vent’anni – non si è ancora giunti all’ultimazione dei lavori di un’infrastruttura che, per una località a grande vocazione turistica come Ischia, risulta indispensabile per la salvaguardia del delicato equilibro del multiforme ecosistema marino esistente nelle acque che circondano l’isola verde.

LA CRONISTORIA DELLA VICENDA

Mediante l’ordinanza n° 13 del 14 gennaio 2004, il commissario delegato per le bonifiche e la tutela della acque nell’ambito della Regione Campania «aggiudicava la progettazione esecutiva e la realizzazione dell’impianto di depurazione all’ATI Sled». I lavori per la costruzione del complesso ebbero inizio nel gennaio 2005, ed essi furono ostacolati dal momento che in quel sito vennero rinvenuti numerosi reperti archeologici. Gli scavi che ne conseguirono furono effettuati sotto la supervisione della Soprintendenza per i Beni Archeologici delle Province di Napoli e Caserta.

Nel dicembre del 2010, la ditta aveva già ultimato ben oltre la metà dei lavori previsti nelle clausole contrattuali. Tuttavia i vertici della Sled Costruzioni Generali S.p.a., nel giugno del 2011, decisero di far convenire in giudizio il commissario delegato per le Bonifiche e Tutela delle Acque nella Regione Campania dinanzi al Tribunale di Napoli, e questo per ottenere la scissione del contratto stipulato sette anni prima. Per effetto dell’ordinanza commissariale che venne emanata nel novembre 2011, l’onere di portare a termine i lavori per la realizzazione dell’impianto di depurazione venne trasferito all’Arcadis.

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Verificato che l’eventualità di un nuovo appalto avrebbe comportato un notevole incremento dei costi delle opere ancora da eseguirsi, venne predisposto dall’Agenzia uno schema di atto transattivo inviato all’Avvocatura Distrettuale dello Stato di Napoli, che si dichiarava favorevole a una definizione conciliativa della controversia. Successivamente l’ATI, nell’agosto 2012, provvide a ufficializzare la propria proposta transattiva al commissario dell’Agenzia regionale.

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L’azienda alla quale venne conferito l’incarico di realizzare la struttura, in seguito all’acquisizione dei relativi pareri di competenza, venne convocata nel febbraio del 2013 per presenziare all’audizione. In quell’occasione si provvide alla definizione di una nuova calendarizzazione dei lavori (per una durata complessiva di ventinove mesi). Nel corso del 2013 venne poi acquisita la restante documentazione necessaria per la stipula dell’accordo, la cui legittimità giuridica venne rimessa al vaglio dei membri dell’Avvocatura distrettuale dello Stato di Napoli: quest’organismo, nel gennaio 2014, ha deliberato di rilasciare parere favorevole sulla vicenda in oggetto.

L’INEFFICACIA DELL’ACCORDO TRA ARCADIS E ATI

Il 5 febbraio 2014, presso la sede dell’Arcadis (l’agenzia regionale campana responsabile dell’attuazione degli interventi di tutela del suolo e dell’assetto idrogeologico nella nostra regione), venne siglato un importante atto transattivo, mediante il quale sarebbe stato finalmente possibile effettuare il completamento dei lavori per la realizzazione del depuratore al servizio dell’impianto fognario presente all’interno dei territori dei comuni di Barano e di Ischia. In un comunicato stampa diramato nelle ore successive all’incontro si poteva leggere che «con l’intesa odierna firmata dal commissario dell’Agenzia e dal rappresentante legale [della società] ATI Sled Costruzioni Generali S.p.a., sono state definite tutte le controversie inerenti il contratto d’appalto. L’impresa si è impegnata a riavviare i lavori entro il giorno successivo al pagamento delle lavorazioni già effettuate e dei costi sostenuti ed a completare gli stessi entro i successivi ventinove mesi. L’Amministrazione e l’ATI – proseguiva la nota – hanno rinunciato, infine, alle reciproche domande avanzate nel giudizio pendente. L’accordo transattivo sarà efficace inter partes soltanto all’esito della effettiva copertura economica che la Regione Campania dovrà assicurare entro i prossimi sei mesi».

ISCHIA ASPETTA ANCORA UN IMPIANTO DI DEPURAZIONE

È doveroso sottolineare in questa sede che l’accordo, siglato oltre due anni fa, non ha purtroppo prodotto gli effetti auspicati. Se ciò non bastasse, di recente, Ischia ha dovuto subire un ulteriore affronto da parte della ditta incaricata dei lavori per il depuratore, che nel marzo scorso ha comunicato al comando di polizia municipale che inizierà lo sgombero dei dipendenti del cantiere dell’impianto di San Pietro. E intanto, tra promesse non mantenute ed improbabili proclami, l’isola d’Ischia attende ancora il suo depuratore che, giunti a questo punto, non vedrà la luce prima del 2021, salvo sempre più scontati imprevisti, dovuti al fatto che l’attuale struttura versa in condizioni a dir poco fatiscenti. Circostanza che, inevitabilmente, renderà necessari nuovi interventi di manutenzione, che determineranno l’esborso di altri copiosi finanziamenti.

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