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Regno di Nettuno, al via il patto per il rilancio

dalla Redazione

 

NAPOLI – Si è tenuta ieri mattina la conferenza stampa sul nuovo corso che dovrà intraprendere l’Area Marina Protetta Regno di Nettuno. Un corso segnato da un “patto istituzionale” tra la Regione che per la prima volta scende in campo con decisione su questa tematica, la Capitaneria di Porto di Napoli, e la Stazione Zoologica “Anton Dohrn”.

Alla conferenza tenutasi nel palazzo della Guardia Costiera di Napoli, erano infatti presenti il consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, in rappresentanza del vice presidente della Regione, Fulvio Bonavitacola, il rappresentante legale dell’Area marina protetta Regno di Nettuno, ammiraglio Arturo Faraone, Antonino Miccio, direttore dell’area marina protetta Regno di Nettuno, e dell’AMP di Punta Campanella e Vincenzo Saggiomo, direttore della Stazione zoologica Anton Dohrn. Nel corso della conferenza sono state illustrate le principali linee di attività con particolare riferimento alla sottoscrizione della convenzione con l’Area marina Protetta di Punta Campanella. Negli ultimi anni, infatti, il Ministero dell’Ambiente ha adottato delle iniziative per la programmazione e la valutazione delle attività delle Aree Marine Protette e ciò allo scopo di individuare le strategie da perseguire per la governance delle Aree Marine Protette. A tal fine la Capitaneria di porto di Napoli, di concerto con la Direzione Protezione Natura del Ministero, ha provveduto a sottoscrivere, nel mese di aprile 2016, una convenzione con l’AMP Punta Campanella per assolvere in maniera efficace alle problematiche gestionali e di natura amministrativo contabile. Altro importante passo in questo che è un vero e proprio patto a “quattro mani” è la convenzione con la Stazione Zoologica di Napoli Anton Dohrn: la gestione delle AMP è basata su processi decisionali in cui le informazioni scientifiche sugli habitat protetti e sui possibili riflessi sull’ambiente naturale hanno un ruolo fondamentale. Per questo motivo la Capitaneria di porto di Napoli ha strutturato una convenzione con la Stazione Zoologica, anche in virtù di pregresse ed efficaci collaborazioni. L’esecuzione di tale Convenzione è in corso di approvazione da parte del Ministero dell’Ambiente. Durante la conferenza stampa, è stato inoltre trattato il tema del bilancio consultivo del prossimo triennio: allo scopo di consentire il riavvio delle attività di gestione dell’AMP, è stato infatti necessario accertare quali fossero le attività già schedulate, le disponibilità e gli impegni presi dalla precedente gestione. Successivamente si è proceduto alla ricognizione ed accertamento degli avanzi di bilancio ed è stato deliberato il bilancio consuntivo al dicembre 2015. Ciò ha permesso di regolarizzare la situazione contabile. Sembra quindi che la “macchina” che si alimenta come detto anche dall’Ammiraglio Faraone, di “Blue energy” si stia muovendo. La prova di ciò è sicuramente un fatto concreto che si attendeva da troppo tempo: il posizionamento boe in zona “A”. Nel mese di agosto è stato firmato il contratto per la fornitura e messa in opera dei segnalamenti luminosi di delimitazione della zona A) “secca della catena”. I lavori termineranno nei prossimi 60 giorni. L’attuale gestione ha consentito, ad oggi, considerando il biennio 2015/2016, di rilasciare 2034 autorizzazioni, e di introitare 63mila euro ed elevare 70 processi verbali amministrativi per le violazioni relative alla pesca ricreativa e professionale in Area Marina Protetta ed ancoraggio in zona B e C senza le prescritte autorizzazioni. Insomma dopo otto anni di paralisi pressoché totale,dopo i litigi, bracci di ferro, ingerenze, denunce, querele, ricorsi,  finalmente si stanno riannodando le fila per portare anche alle isole di Ischia e Procida i benefici che un’Area Marina Protetta può dare ad un territorio che dovrebbe vivere della risorsa mare. Su questo versante è stato molto importate, così come ribadito anche durante la conferenza stampa  l’arrivo di Antonino Miccio alla guida dell’Amp Regno di Nettuno. L’ottimo lavoro svolto da Miccio a Punta Campanella, dove resta direttore, ha convinto i più che è lui l’uomo giusto al posto giusto. «Ho affrontato questa sfida – dice Miccio – con la consapevolezza che il lavoro da fare è tanto ma con la certezza che le potenzialità del Regno di Nettuno sono tantissime. In questi primi mesi – aggiunge – abbiamo cercato di sistemare la parte burocratica. Ora ci dedichiamo al mare, al posizionamento delle boe di delimitazione delle varie aree, al varo di tutte quelle iniziative che possono aiutare l’Amp Regno di Nettuno a decollare». Cinque le zone di salvaguardia da delimitare, ognuna con specifiche caratteristiche. Si va dalla zona A di riserva integrale che comprende la zona occidentale di Vivara e quella nei pressi della secca della Catena, alla zona D riservata esclusivamente alla salvaguardia dei mammiferi. Anche il ripopolamento ittico, infatti, alla fine finisce per portare benefici enormi perché incentiva altre specifiche attività attività legate al turismo. Su queste tematiche determinante è stato e sarà  l’aiuto della Stazione zoologica Anton Dorhn. «Non potevamo sottrarci e non ci siamo sottratti – ha spiegato il direttore Saggiomo – fornendo tutte le indicazioni scientifiche che ci sono state richieste. Il Regno di Nettuno è un paradiso violato. Non possiamo assistere ad altre violenze. È il mare che il principale attrattore turistico delle isole di Ischia e Procida. Senza mare neanche esisterebbero. Bisogna prendere coscienza di questo. Tutelare il mare significa tutelare il futuro di queste isole». Ma senza dubbio la vera e concreta novità in tutta questa vicenda è l’impegno diretto della Regione Campania, che ha deciso, su impulso del Consigliere regionale Francesco Borrelli, e del vice presidente, con delega all’ambiente Fulvio Bonavitacola. Un segnale importante che traccia anche la rotta del “nuovo” Regno di Nettuno. L’obiettivo è infatti quello di uscire da questa fase di transizione con il passaggio ad una gestione ordinaria dove la Regione farà la sua parte insieme alle amministrazioni locali, che però come è stato ribadito da più parti dovranno iniziare ad assumersi le loro responsabilità e superare i litigi che hanno negli anni bloccato quello che solo sulla carta resta un volano di sviluppo, definizione che oggi, pare assumere maggiore concretezza alla luce di quanto si sta mettendo in campo.

 

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