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Scuola e sanità: soluzioni e prospettive

 

DI FRANCO BORGOGNA

foto Franco Trani

Adesso che, finalmente, i cittadini isolani, scavalcando le mediazioni politico-istituzionali, considerate deludenti ed autoreferenziali, manifestano in gran numero per difendere i diritti essenziali della salute e dell’educazione scolastica, non saremo certamente noi a sottovalutare o biasimare questi tentativi di presa di coscienza collettiva. Va tutto bene e va apprezzato lo sforzo di focalizzare in 20 punti le noti dolenti della sanità isolana  e va bene che partecipi in prima fila il Vescovo ( che non ha l’obbligo di analizzare preventivamente gli aspetti tecnici della problematica, avendo invece solo l’obbligo di sentire il disagio dei deboli); come va bene pretendere che gli studenti abbiano una sede decente e stabile in cui poter esercitare il diritto allo studio. Quello su cui vorremmo richiamare l’attenzione dei cittadini “ liberi” è un aspetto fondamentale che sta rischiando di rimanere in ombra, schiacciato dal peso dei gravi problemi contingenti ed immediati. Si sta seriamente rischiando di dimenticare l’importanza della “ prevenzione”. Nessuno sembra parlarne, eppure in sanità per ogni milione di euro investito in prevenzione se ne risparmiano 3 di cure e riabilitazione. Mi direte: cosa c’entra la scuola? Rispondo con un quesito: quanto risparmieremmo in vite umane e in qualità della vita, se la scuola isolana, nei suoi programmi pomeridiani extrascolastici ( ricordiamo che 6 scuole ischitane sono rientrate nei finanziamenti regionali di “ Scuola viva”) inserisse un tempo dedicato all’educazione stradale? Ai tempi in cui frequentavo la scuola elementare Marconi, militavo nella “ pattuglia scolastica”, un drappello di scolari, appositamente istruito, che regolava il traffico all’uscita della scuola.

Più avanti negli anni, inizi anni ’80, quando ebbi l’onore di partecipare al primo Comitato di gestione dell’USL 21 di Ischia, con la delega al settore materno-infantile, mi accorsi che non esisteva, all’Ospedale Rizzoli, alcuno screening dei bambini che venivano ricoverati o che venivano visitati nell’ambulatorio di pediatria. A quei tempi appariva obiettivo quasi fantascientifico ipotizzare un sistema di organizzazione dei dati in rete, per cui ,col responsabile di pediatria , si convenne di iniziare a raccogliere tali dati su schede cartacee individuali riservate, da cui estrapolare dati assemblati significativi. Insomma un inizio artigianale di screening. Non so, negli anni successivi, quale uso sia stato fatto di quelle schede. Volevamo organizzare una collaborazione Ospedale-Scuole elementari per un’educazione ad una corretta alimentazione per evitare problemi di varia natura e per una corretta igiene orale, al fine di abbattere le cure odontoiatriche. Negli anni successivi non mi risulta che si sia dato seguito a questa “ traccia”. Non ho sentito, in questi giorni, parlare – a proposito di sanità – dell’iter dei nuovi LEA ( Livelli essenziali di assistenza) che non venivano rivisti da 15 anni. Predisposti dal Ministero della Salute e ottenuto il benestare delle Regioni, devono ancora passare il vaglio delle Commissioni parlamentari. Sarà fondamentale la qualità di questi nuovi LEA, che incideranno fortemente sulle future prestazioni sanitarie. L’aspetto sicuramente positivo è che il provvedimento dovrebbe abolire il cosiddetto “ decreto appropriatezza” che, varato all’inizio del 2016, lascia fuori tutela ben 203 prestazioni di visite specialistiche. Sembra che dovrebbero essere meglio tutelati gli ammalati oncologici ed anche le 110 malattie rare, come pure le pratiche di fecondazione assistite, Ma la cosa che più, personalmente, mi fa felice è che all’art. 38  si prevede l’inserimento, nei nuovi LEA, della Legge 167/2016, che prevede obbligatoriamente lo screening neonatale per tutti i 500 mila bambini che mediamente nascono ogni anno in Italia. Quello che avevo sognato 35 anni fa! Ovviamente, non tutto appare positivo nei nuovi LEA che, fortunatamente, saranno continuamente monitorati e revisionati.

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Non appare, allo stato, positiva la cancellazione dalla tutela di alcuni piccoli interventi chirurgici, come la cataratta, l’ernia inguinale, i calcoli, la ricostruzione della palpebra, alcuni interventi sul cristallino ecc. La conclusione è che va bene la reazione della gente, ma lo sguardo deve allungarsi. Non possiamo fermarci al “ qui e subito”, ma allargare gli orizzonti ai livelli politici e legislativi e alla prospettiva futura mediante un’efficace prevenzione. La democrazia, sia nella forma mediata che diretta ( come le recenti reazioni pubbliche) non è mai conquista stabile e definitiva. Come ha avuto modo di scrivere il giurista Gustavo Zagrebelsky “ La democrazia è sempre lotta per la democrazia”.

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