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Giovanni De Vivo: «Cerco di essere il testimone di una cucina di qualità»

La cucina partenopea è tra le migliori al mondo, sono tanti i piatti creati da molti chef influenti italiani; la cucina Ischitana ricca di profumi e prodotti eccellenti ha sempre necessitato di un’eccellenza che li valorizzasse, e lui ci è riuscito. Giovanni de Vivo, pur non essendo nato ad Ischia ha cercato di far emergere la naturale essenza dei piatti tradizionali. Nel tempo la cucina dell’isola ha subito delle influenze successivamente alle numerose invasioni che l’hanno portata ad essere quella che è oggi grazie allo spirito creativo degli isolani stessi.
Proprio per questo motivo De Vivo non ha fatto altro che rafforzare il legame fra alta cucina e recupero della tradizione trasmettendo ai clienti l’impegno e la passione che si trovano nei suoi piatti.

Chi è Giovanni De Vivo?
Sono nato ad Angri nel 1973, e divento umilmente pasticcere grazie all’attività di famiglia. Certamente l’amore per la cucina mi è stato trasmesso fortemente dalle mie origini che hanno fatto dell’arte un mestiere. I dolci per noi della famiglia sono stati fonte di ispirazione per la nostra realizzazione personale. Quando ero piccolo, grazie alla pasticceria di mio nonno e mio padre, sono stato immerso nella tradizione di famiglia. Ciò mi ha trasmesso sin da subito la passione dell’artigianato, facendola diventare una vera e propria professione.

Ci può descrivere la particolarità della cucina De Vivo?
La cucina di De Vivo si caratterizza per una ricerca accurata di prodotti stagionali e per una piena valorizzazione delle eccellenze del territorio campano. Nella composizione di un piatto ne rispetto la materia prima e il sapore semplice degli ingredienti in questo modo cerco di far ritrovare un equilibrio tra tradizione ed innovazione.

Per lei da cosa è caratterizzata l’arte del saper cucinare?
La cucina è un mezzo che permette di partire per un viaggio che attraversa delle sensazioni nuove, sensazioni che sono l’espressione di stimolanti esperienze che non avranno mai una fine. Cerco sempre di esaltare i sapori dei miei piatti. Una ricerca che offre semplicità mescolata alla magia. Non do mai nulla per scontato, ecco perché scopro e innovo continuamente.

Sono state molte le esperienze che l’hanno fatta crescere in questo campo?
Dal 2006 ho collaborato con Villa Cimbrone, al Flauto di Pan, in cui nel 2014 ho avuto la promessa stella, arrivata nel 2013. Stella tolta nel 2014 ma riconfermata nel 2015 come De Vivo Executive Chef. Nel marzo 2016 il mio arrivo al Terme Manzi Hotel come Executive Chef, in cui ho da subito avuto il compito di gestire la gastronomia dell’Hotel, sviluppando un programma per esaltare i sapori del nostro territorio, mettendo a disposizione tutta la mia arte e la capacità ell’elaborazione di piatti storici locali. Ad oggi curo con piacere l’arte culinaria dei Ristoranti Gli Ulivi, Bouganville e del Ristorante Gourmet Il Mosaico.

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Si fermerà alla collaborazione presso l’hotel Manzi oppure ha intenzione di focalizzare altri orizzonti?
Sicuramente dopo l’eccellente stagione 2016, ci sarà un prosieguo al Manzi per raggiungere risultati sempre migliori.

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Infine… può raccontarci un piatto per lei fondamentale per la cultura dell’isola d’Ischia?
Uno dei piatti che ritengo rilevante nella tradizione culinaria Ischitana è sicuramente il coniglio di fossa, simbolo del legame profondo degli ischitani con la terra e i rapporti comunitari. Pur non riuscendo a trovarlo facilmente cerco di proporlo appena possibile esaltando la sua vera natura rendendolo un fiore all’occhiello di un menù attento al territorio proposto al ristorante Il Mosaico.

Valentina Felici

 

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