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Abolire la Tassa di sbarco per i nativi di Procida, riparte la polemica

Di Guglielmo Taliercio
PROCIDA –Sui social media, in questo scorcio finale della stagione estiva, continua a tenere banco il dibattito aperto dopo la proposta di Giuseppe Giaquinto di “Procida in Movimento”, sull’esentaredalla tassa di sbarco i nativi delle isole partenopee i quali,emigrati e residenti altrove per motivi vari,rientrano sull’isola d’origine. Tra le varie argomentazioni addotte a sostegno dell’una e dell’altra tesi, quella dell’ing. Elio Notarbartolo che, rispondendo ad una presa di posizione del prof. Nicola Lamonica, sulla sua pagina FB scrive: “Caro Nicola, non riesco a condividere la proposta che ha fatto il consigliere Giaquinto a Procida e vedo che tu la condividi in pieno. Non è una cattiva idea, di per sé, ma ci trovo il sapore di quel tanto di “populismo” che tutti, nella Sinistra, ci siamo proposti di combattere. Un figlio di Procida torna a Procida non per un solo giorno: per una settimana, che so, per un tempo più lungo di un giorno: per ragionare, ammettiamo 5 giorni. Gli avremo fatto risparmiare 2-3 euro non facendogli pagare la tassa di sbarco, ma non abbiamo dichiarato che siamo coinvolti emotivamente alla loro presenza sull’isola. Per ragioni pratiche, per ragioni commerciali, per ragioni turistiche, questo afflato di vicinanza solidale lo celebrerei con una specifica giornata dedicata a chi torna.Sarebbe un vero segno di solidarietà, avrebbe una ricaduta economica e, anche turisticamente, potrebbe essere un ulteriore richiamo a chi viene solo turisticamente a conoscere l’isola.Con questo, ed è questo che mi interessa di più, si toglierebbe il sapore populista, se vuoi Salviniano- che è un impegno di tutta la Sinistra in questo momento- e si potrebbe meglio significare quello che Giaquinto ha detto e tu hai sottolineato”.
Da parte sua il prof. Nicola Lamonica in una nota ribatte: “Caro Elio, leggo nel tuo scritto una preoccupazione inutile, quella del contropopulismo, che fa ritenere tutto stupido e salviniano ciò che è contrario al buon senso ed alla discontinuità renziana ed assimilati. Non ho votato né Di Maio, né Salvini facendo cadere ancora una volta la mia scelta sulla sinistra antagonista rappresentata Potere al Popolo e non ti nascondo che ho salutato con gioia la fine di un’epoca di degenerazione e di compromessi e di affari. Ciò posto andiamo all’argomento del giorno, quello tariffario e della sana politica locale. Non so come è andato il dibattito consiliare a Procida sulla proposta di appesantire la tassa di sbarco che colpisce anche chi nativo di Procida rientra per riannodare i suoi legami con la terra natia; ma le conclusioni tratte sono chiare, sono solo di natura contabile per dare un poco di respiro al Bilancio e per evitare un possibile dissesto. Se così, converrai con me, che, di fronte al buco da coprire, la scelta fatta è poca cosa e che i proventi dalla tassa di sbarco dei procidani “esodati” potevano e possano ancora essere sottratti da altre voci dello strumento contabile dando così un segnale affettivo forte a chi ha dovuto lasciare il proprio paese e rientrare sia pure per un’ora per riabbracciare i propria cari, per risentire il calore degli affetti della prima ora. Naturalmente, in parallelo all’alleggerimento che proponiamo a favore di chi rientra, non farei mancare una battaglia regionale affinché la loro tariffa di traghettaggio rientra venga equiparata a quella dei residenti! Ma ritorniamo nelle competenze del Consiglio Comunale di Procida e in piena umiltà e con quello spirito costruttivo che sempre ha accomunato i nostri rapporti t’invito ad ammettere che siamo di fronte ad una scelta tampone che, oltre a non risolvere il problema di fondo, è da ritenersi anche istituzionalmente odiosa perché mortifica la qualità della misura presa in quanto mercifica sentimenti e vincoli affettivi e non esprime solidarietà e non coltiva un senso di appartenenza all’isola. Da qui la sensibilità e l’impegno oppositivo espresso dai citati M.Grazia Di Scala, Rosario Stornaiuolo, PeppeGiaquinto e da chi Ti scrive (a cui certamente via via si affiancheranno altre significative espressioni politiche ed associative delle tre isole!) per aprire un dibattito trasversale che superi l’insensibilità oggi espressa dall’Amm.ne procidana e la sua maggioranza ed affermi valori piuttosto che numeri; un senso di appartenenza al territorio procidano, ricercando altrove le somme per far quadrare i conti anche annullando l’impostazione data alla problematica dai passati amministratori”.
E’ evidente che il confronto non finisce qui!

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