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Acqua “torbida” nei rubinetti, fuori la verità

ISCHIA – Arriverà direttamente sul tavolo del Presidente della Regione e dell’Assessore alle Risorse Umane di Palazzo Santa Lucia, l’interrogazione presentata dal Capogruppo di  Campania Libera, P.S.I. e Davvero Verdi, Francesco Emilio Borrelli. Il Consigliere ha infatti presentato una dettagliata interrogazione a risposta scritta, proprio per far luce su una situazione del passato, che riguarda la gestione del nostro acquedotto.

Tutto parte da un funzionario dipendente di ruolo della Giunta Regionale della Campania, Roberto Stompanato, titolare di posizione organizzativa dell’ex Settore denominato “Ciclo integrato delle Acque” e dal 8 luglio 2011, funzionario responsabile della Centrale Acquedottistica sita in Forio. Nel maggio del 2014, consegnò direttamente nella mani del Presidente dell’allora Giunta Regionale, Stefano Caldoro, una dettagliatissima denuncia sullo stato di gravissimo degrado dell’acquedotto dell’isola d’Ischia. Nei giorni successivi alla denuncia ebbe prima un colloquio con il Capo della segreteria del Presidente, il dott. Sandro Santangelo, e successivamente con la dottoressa Paola Spena (vice Capo di Gabinetto). Nella denuncia Stompanato faceva rilevare, tra l’altro, come la “tenuta e la manutenzione degli impianti era inesistente. La ditta si limitava al pagamento degli stipendi agli operai e alla messa a disposizione degli stessi di due auto per gli spostamenti sulla varie postazioni dell’isola. Sia le centrali che i locali ove erano ubicati i serbatoi si trovavano in uno stato fatiscente con grave rischio per la salute dei cittadini, fruitori del servizio idrico”. A seguito, quindi delle numerose segnalazioni, giunsero sull’isola il RUP (Responsabile Unico del Procedimento) dott. Pompeo Coico, il Direttore dei Lavori geom. Vincenzo Trinchillo ed il Responsabile della Sicurezza dell’ex Settore “Ciclo Integrato delle Acque”, dott. Antonio Recano. I tre responsabili, fecero un complesso lavoro anche di reperimento di dati, ed informazioni, realizzando finanche un video. Dopo questa attività, al fine di effettuare ulteriori accertamenti, fu bloccata una trance di pagamento alla ditta che gestiva l’intero acquedotto isolano, la Idroeco. Stante a quello che ha raccontato lo stesso Stompanato, nonostante le relazioni negative elaborate dai tre dirigenti, il Direttore dell’Area della Regione Campania, diede via libera al pagamento, in qualche modo smentendo il lavoro effettuato dai suoi sottoposti, sottoscritto anche dallo stesso Direttore. A seguito di questo evento tutti e tre i responsabili, si dimisero dagli incarichi loro assunti. Ed è in questa fase, che la vicenda si “colora” di torbido, un po’ come l’acqua che spesso è uscita dai rubinetti della nostra isola. Infatti volendo far fede al racconto dello Stompanato, e se si considera la ditta coinvolta in questa faccenda, le cose appaiono poco chiare. La Idroeco, azienda di Casapesenna compare nell’ordinanza Medea, nel capo d’accusa per turbativa riguardante gli indagati Lorenzo Piccolo, Antonio Fontana e Carlo Sarro, in merito ad una gara d’appalto pubblicata dalla Gori Spa, ricadente nel territorio dell’Ato3 Sarnese Vesuviano, relativa ai lavori di manutenzione, pronto intervento, rifunzionalizzazione, ricostruzione e riabilitazione delle reti idriche e fognarie.

La turbativa, secondo la Dda, sarebbe stata messa in piedi «al fine di garantire l’aggiudicazione dell’appalto, – è scritto testualmente nell’ordinanza firmata dalla gip Egle Pilla, – a ditte riconducibili al clan di Michele Zagaria, ed in particolare all’impresa di Lorenzo Piccolo, Idroeco srl, per il 1° lotto, ed al Consorzio Stabile Grandi Opere Scarl, riconducibile ad Antonio Fontana (per il 3° lotto)». Ovviamente non vi è alcun procedimento giudiziario in corso per la gestione di questa ditta dell’acquedotto isolano, però appare abbastanza strano, che si sia voluto “non vedere” quello che era sotto gli occhi di tutti e degli stessi responsabili, inviati a controllare quanto denunciato dallo Stompanato. Lo stesso funzionario non si è limitato a descrivere lo stato di grande degrado e mancanza di manutenzione, e le pratiche che rasentavano il confine legale, ma è entrato anche negli aspetti che riguardavano la gestione del personale non solo, denunciando che vi erano persone che in qualche modo si erano appropriate di aree demaniali assegnate al settore al quale afferiva il funzionario, e che ricevevano l’acqua abusivamente, come pure i turni lavorativi degli operai della ditta di conduzione erano di ventiquattro ore mascherati da fogli firma di otto ore. Ancora, nello specifico, le denuncia verteva anche sugli incarichi dei lavori, che venivano secondo quanto affermato, affidati sempre alle stesse ditte: “somme urgenza in quantità esponenziali, in moltissimi casi prodotte dal non aver effettuato la manutenzione ordinaria”. In sostanza secondo il denunciate, erano tantissime le “altre situazioni” che se fossero state controllate avrebbero sicuramente portato all’adozione di provvedimenti molto forti nei confronti di parecchie lavoratori e lavoratrici che abusavano di periodi di malattia, assenteisti senza permesso, ed altri casi che potremmo racchiudere con il termine ormai fortemente diffuso di “fannulloni”. L’inattivismo dell’amministrazione regionale rispetto alla denuncia, quello che nell’interrogazione viene definito “il non fatto amministrativamente” costrinse il funzionario a presentarla anche alla Procura della Repubblica di Napoli, nel giugno del 2014. Fu lo stesso Stompanato, che nell’integrazione della denuncia che presentò ai magistrati, disse, appunto che ormai dopo aver consegnato direttamente nelle mani del Governatore dell’epoca, ed aver parlato con numerosi dirigenti, l’unica strada rimasta era la Procura per far emergere ciò che accadeva nella noncuranza di tutti, tranne del solerte ed attento funzionario. Da qui secondo quanto affermato dallo Stompanato, sono iniziate le ripercussioni atte in qualche modo a screditarlo, ma soprattutto a realizzare una sorta di “vendetta” per la sua denuncia. Il medesimo funzionario dalla fine di gennaio a marzo 2015, ha infatti subito ben tre procedimenti disciplinari, che ha contestato in quanto nulli e decaduti così come le Norme Disciplinari per i dipendenti della Giunta Regionale della Campania sancivano. Nonostante ciò gli sono state comminate sanzioni che hanno causato la perdita della posizione organizzativa della quale era titolare dal 2004. Gli è stato inoltre ordinato di lasciare il suo alloggio di servizio da chi in quel momento non aveva il titolo per farlo ed è stato demansionato nel suo ruolo costringendolo a chiedere il trasferimento presso la Direzione Generale per le Risorse Umane. Il sigillo che evidentemente lo Stompanato sull’isola “dava fastidio a qualcuno” lo ha messo il Direttore Generale per l’Ambiente e l’Ecosistema che ne ha chiesto il trasferimento per “incompatibilità ambientale”. Fatto sta che nonostante le valutazioni sull’operato del funzionario sono sempre state ottime dal mese di agosto il suo stipendio è stato decurtato di oltre un terzo. Pertanto, il Consigliere Borrelli, ha interrogato, come si legge nell’atto, il Presidente della Giunta e l’Assessore alla Risorse Umane per conoscere: «se non ritengano intervenire al fine di verificare le gravi denunce del funzionario regionale Stompanato; di accertare se i procedimenti disciplinari adottati nei confronti del funzionario siano legittimi e rispettosi delle norme disciplinari della Giunta Regionale; in caso di riscontrate illegittimità, se intendano adottare gli eventuali provvedimenti nei confronti dei dirigenti, che hanno promosso e portato a termine i citati procedimenti, nonché adottare provvedimenti al fine di una riabilitazione del funzionario con conseguente riadeguamento stipendiale».  In buona sostanza, l’interrogazione mira anzitutto a verificare se quanto denunciato corrisponde al vero, nel caso infatti sarebbero fatti gravissimi, e poi ad evitare al funzionario che ha avuto il coraggio di farsi avanti per tutelare l’interesse pubblico, oltre al danno anche la beffa.

Lo stesso Stompanato, in relazione a questa vicenda ha esternato tutta la sua amarezza in poche parole ma significative: «nessuno dei sei sindaci, o assessori o consiglieri comunali, dopo le mie denunce ha voluto accertarsi di quello che stava accadendo. Nessuno si è preoccupato dell’acqua che bevono tutti i cittadini dell’isola. Questo mi ha mortificato e mi amareggia ancora oggi».

 

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