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«Antonio Regine: un uomo di rara bontà e mitezza d’animo»

di Gerardo Calise*

Antonio Regine, oltre che essere stato un eccellente medico, è stato un uomo di rara bontà e mitezza d’animo, sempre disponibile nei rapporti umani e professionali. Porterò sempre nel cuore il tuo modo umile di porti nei confronti del prossimo non ricordando di averti mai visto arrabbiato o particolarmente contrariato con qualcuno, anche se c’erano situazioni obbiettive che portavano ad esserlo.

Antonio Regine è stato un perfetto pediatra anche e soprattutto perché incuteva buonumore, rendendo la malattia meno cattiva. Aveva sempre una parola di conforto e di speranza, rincuorandoti o gioendo con te in caso di diagnosi benevola. I miei tre figli hanno avuto la fortuna di essere accuditi soprattutto da un grande amico, sempre pronto ad intervenire in qualunque ora del giorno, anche se festivo. Mai scocciato o spazientito, anche se tante volte l’ho visto particolarmente stanco. Il dottor Antonio aveva raccolto un testimone pesantissimo: ereditare la professione da un luminare isolano della pediatria, suo padre Aniello, un vero gigante nel campo che ebbe successo anche fuori dall’isola. Ne è stato un fedelissimo seguace, sempre rispettando un ruolo scomodo, se vogliamo, timoroso di offuscare minimante la sua memoria.

Ricordo la sua soddisfazione quando decisi che i miei figli li avrebbe seguiti anche da adulti, perché gli dicevo che se un medico è ottimo per i bambini, diventa eccellente per i grandi, e lui parco nel parlare, annuiva soddisfatto. Ho avuto con Antonio un bellissimo rapporto anche come eccellente uomo di cultura, amante come era delle belle cose. La sua bellissima casa allo Scentone è un vero scrigno di opere d’arte di ogni genere, dalla pittura alla scultura, all’amore infinito per il verde. Spero tanto che il suo amatissimo figlio Luciano riesca a farne un grande centro culturale dove proseguire la antica tradizione familiare, non dimenticando che uno zio del dottor Antonio, Mons. Giovanni Regine, fu un importante uomo della Chiesa, le cui spoglie mortali sono custodite, insieme al Card. Luigi Lavitrano e al Mons. Luigi Capuano, grandissimo amico di papà Aniello, nella Basilica di S. Maria di Loreto.

Un grande abbraccio ad un grandissimo amico che ritorna nel mondo dei grandi, custodirò sempre dentro di me l’amore che hai avuto per una professione difficilissima da te esercitata nel migliore dei modi sempre con il sorriso che sostituiva in modo eccellente, tante parole inutili. Ricorderò sempre la visita più importante e commovente che hai fatto a casa nostra, quando hai controllato il mio adoratissimo nipotino Francesco nato la settimana prima, e ne fosti entusiasta nel constatarne la sua perfetta salute. Brindammo col il nostro limoncello fatto in casa, che tu gradivi tanto, unica eccezione alcolica che ti concedevi. Noi pregheremo per te e la tua amatissima Giuseppina insieme ai tuoi Tiziana e Luciano, sicuri che ci proteggerai da lassù, sempre con il tuo sorriso, la tua bonomia e la innata modestia che ti ha fatto amare da tutti.

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*storico e fotografo locale                                                                  

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