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Arresto convalidato, Manuel Monaco resta in carcere

ISCHIA. Resta in carcere Manuel Monaco, almeno per il momento. Ieri mattina si è svolta l’udienza di convalida dinanzi al Gip del Tribunale di Napoli. Come si ricorderà, il giovane era stato protagonista due giorni fa di un episodio che ha finito per coinvolgere alcuni Carabinieri che si erano recati presso l’abitazione dove Monaco vive con la madre e il compagno di quest’ultima, per effettuare un controllo. Il ragazzo, che appariva in stato di alterazione, avrebbe minacciato i componenti delle forze dell’ordine con una tanica di carburante, finendo poi per concretizzare tale minaccia gettando la benzina in terra e appiccando il fuoco. Infine la fuga dall’abitazione (dove era già ristretto agli arresti domiciliari per un’altra vicenda), fino a quando i Carabinieri della Compagnia di Ischia guidati dal Capitano Mitrione  coordinati con gli uomini del Nucleo Operativo Radiomobile lo hanno intercettato poco lontano.  Il pubblico ministero ha contestato diversi reati al giovane isolano, dal tentato omicidio, al danneggiamento ed evasione.  Dal canto suo la difesa, sostenuta dall’avvocato Nicola Nicolella, si è opposta alla configurabilità del reato di tentato omicidio, ma anche a quello di evasione. Lo stesso indagato ha reso alcune dichiarazioni, negando di aver avuto intenzioni lesive verso i Carabinieri, i quali durante l’episodio “incendiario” si trovavano fuori al cancello, mentre Monaco era ancora dentro la proprietà. Anzi, il giovane ha spiegato di essere stato frainteso quando aveva gridato in direzione dei militari, perché di fatto avrebbe detto: «Se dovete arrestarmi, preferisco darmi fuoco». Avrebbe cioè rivolto la minaccia verso sé stesso, non contro i Carabinieri, che secondo questa versione avrebbero equivocato sulle reali intenzioni di Monaco. Di qui, secondo la difesa, l’impossibilità di ipotizzare il reato di tentato omicidio. Un episodio che inizialmente era confinato alle mura domestiche, ma che ha preso tutt’altra piega nel momento in cui una chiamata  alle forze dell’ordine partita dalla stessa abitazione ha provocato l’intervento dei militari. Questo è stato verosimilmente uno dei principali motivi per cui il Gip, dopo aver convalidato l’arresto, non ha disposto gli arresti domiciliari: dal momento che l’episodio è stato originato proprio durante la convivenza sotto lo stesso tetto dove Manuel Monaco era confinato da analoga misura per un diverso procedimento giudiziario, il giudice ha evitato di riapplicarla. Tuttavia, a quanto si è appreso, la difesa potrebbe chiedere alla madre dell’indagato e al suo compagno una dichiarazione scritta con cui fornire la propria disponibilità a far scontare la misura presso la propria abitazione, e in tal caso il Gip potrebbe dare l’assenso a una nuova applicazione degli arresti domiciliari. La situazione si chiarirà nei prossimi giorni. Secondo le prime ricostruzioni, lo stato di alterazione dell’indagato due giorni fa potrebbe essere stato provocato anche dall’astinenza di assunzione di sostanze stupefacenti. Alterazione che avrebbe potuto causare danni anche gravi, viste le fiamme innescatesi nei pressi dell’abitazione, quando Manuel Monaco arrivato sull’uscio aveva afferrato la tanica di carburante per poi scoccare la scintilla con un accendino. Dopo il tentativo di fuga, scavalcando la recinzione, e l’arresto avvenuto in un terreno incolto dove il giovane aveva cercato di nascondersi, la terza ipotesi di reato ha preso corpo all’interno della vettura dei Carabinieri, che il Monaco ha danneggiato in più punti prendendola a calci mentre veniva condotto in caserma.

 

 

 

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