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Assolto, ma il Prefetto nega il rinnovo del porto d’armi: il Tar glielo “restituisce”

ISCHIA.  Si tratta di una decisione inconsueta e innovativa, nella materia relativa al porto d’armi, quella recentemente emanata dal Tribunale amministrativo  della regione Campania. La sezione quinta del Tar ha infatti confermato le ragioni del signor Ivan Matarese, che era stato denunciato per rapina e altri reati dalle guardie venatorie della Lipu, Antonio Maresca e Davide Zeccolella. Ma andiamo con ordine. In  seguito alla denuncia sporta nei suoi confronti, Matarese affrontò il processo incardinato presso la nona sezione, collegio c, del Tribunale di Napoli. Difeso dall’avvocato Nicola Lauro, il giovane cacciatore fu assolto dal Tribunale, “per non aver commesso il fatto”. Forte dell’assoluzione ottenuta, Matarese chiese il rinnovo del porto d’armi per il suo fucile: il permesso gli era stato infatti a suo tempo revocato. Tuttavia, i Carabinieri dettero parere sfavorevole al rilascio del rinnovo,  nonostante il Matarese godesse in pubblico di normale fama e reputazione, ponendo a base del diniego proprio la denuncia subìta nel 2010 dalle guardie venatorie (oltre che per rapina impropria, Matarese fu accusato anche di violenza e minaccia a pubblico ufficiale e di lesioni personali, capi d’imputazione caduti con la successiva assoluzione) oltre che il provvedimento di revoca emesso dal Prefetto di Napoli agli inizi del 2011. Il parere  sfavorevole fu confermato anche da parte del commissariato di Ischia: la polizia, nonostante avesse constatato l’avvenuta assoluzione del Matarese, poneva a base del parere il fatto che egli facesse parte del gruppo protagonista del “confronto ravvicinato” con le guardie venatorie, in seguito al quale uno dei componenti fu comunque condannato per lesioni. A questo punto l’avvocato Nicola Lauro predispose il ricorso al Tribunale amministrativo della Campania, per vedere riconosciuto al proprio cliente il diritto al rinnovo del porto d’armi. Un ricorso non privo di difficoltà, in quanto fino a poco tempo fa in questa materia vigeva un orientamento giurisprudenziale molto restrittivo, che prevedeva un ampio potere discrezionale da parte dell’autorità di polizia. Proprio per questo la strada era stretta, ma le argomentazioni addotte dall’avvocato Lauro hanno convinto i giudici della Sezione quinta del Tar, che ha addirittura emanato un’ordinanza cautelare, vale a dire un provvedimento che in materia di caccia e di armi è più unico che raro. Il collegio presieduto dal giudice Santino Scudeller e composto dai consiglieri Pierluigi Russo e Gabriella Caprini, ha dapprima riconosciuto in capo al Matarese un interesse giuridicamente protetto, “diretto a ottenere, dopo il decorso di un termine ragionevole e in presenza di positive sopravvenienze che abbiano mutato il quadro indiziario posto a base della pregressa valutazione di inaffidabilità, un aggiornamento della propria posizione, concludendo il procedimento attivato con l’istanza di revisione mediante un provvedimento espresso e adeguatamente motivato quanto all’eventuale giudizio sulla perdurante inaffidabilità”. Il Tribunale ovviamente ha anche ritenuto esistente l’elemento del periculum in mora, cioè il rischio di subire un danno grave e al contempo irreparabile, e ha accolto l’istanza cautelare, sospendendo l’efficacia del provvedimento del Prefetto e fissando per la trattazione di merito del ricorso l’udienza pubblica del 6 dicembre prossimo. In attesa di tale udienza, resta il provvedimento di sospensione che rappresenta un risultato non facilmente pronosticabile,  che consentirà al Matarese di ottenere il rinnovo del permesso, e che fissa un principio importante: il diritto del cittadino ad ottenere il riesame della posizione in seguito a sopravvenienze favorevoli.

Francesco Ferrandino

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