Due mesi dal sisma e la consapevolezza che niente sarà come prima. La ricostruzione necessita di un’idea precisa, prima ancora che delle indispensabili risorse. È questa una delle più importanti considerazioni emerse ieri mattina, quando in uno dei saloni dell’ex Capricho in Piazza Marina a Casamicciola si è svolto il convegno-dibattito sul tema “Dopo il terremoto… come agire? Come affrontare il processo di ricostruzione?”. L’iniziativa è stata curata dal comitato “Il Golfo delle idee” presieduto dal dottor Ambrogio Mattera, e dunque con la partnership del nostro quotidiano, il cui responsabile, Gaetano Ferrandino, ha moderato la seduta.
L’incontro è iniziato col sindaco di Casamicciola, Giovan Battista Castagna, a fare gli onori di casa. Il primo cittadino ha citato un libro del professor Polverino per ricordare a tutti quanto la bellezza della nostra isola abbia il suo contraltare nell’elevato rischio sismico: dunque una terra verso cui mantenere costante attenzione e controllo. Il sisma del 1883, seppur ricordato dalla popolazione nei racconti e nelle cronache, si è lentamente sublimato nella memoria rendendo troppo sfumata la consapevolezza delle conseguenze. Anche il sindaco di Ischia Enzo Ferrandino ha salutato l’uditorio: «Adesso è il momento di pensare ad approfondire gli aspetti tecnici della ricostruzione, ma anche quelli urbanistici ed amministrativi. Servono conoscenze e competenze per dialogare efficacemente con le varie istituzioni coinvolte. Andranno effettuate adeguate valutazioni per ricostruire con il giusto grado di sicurezza». Il vicesindaco di Forio, l’avvocato Matarese ha sottolineato l’importanza della prevenzione: «Solo pensando a prevenire i fenomeni sismici potrà esserci una seria ricostruzione, e per questo auspichiamo una completa sinergia tra tutte le amministrazioni dell’isola». Anche Daniele Trofa, in rappresentanza del comune di Serrara Fontana, ha ribadito l’importanza del monitoraggio costante per comprendere meglio le dinamiche del suolo isolano.
Il presidente del Consiglio di Casamicciola, dottor Vincenzo D’Ambrosio, ha informato i presenti sugli esiti di un incontro col capo della Protezione Civile, Borrelli, il quale ha rassicurato le amministrazioni isolane: la legge speciale per il nostro territorio colpito dal sisma sarà oggetto del prossimo Consiglio dei Ministri. Fra l’altro, cosa che sta molto a cuore a tanti cittadini colpiti dal sisma, anche le case in possesso di un’istanza di condono avranno diritto al contributo per alleviare i danni subiti.
IL DIBATTITO. Al termine degli interventi dei relatori, che potete leggere a parte, è sorto un dibattito tra addetti ai lavori e il pubblico in sala, tra cui vi erano molti cittadini colpiti dal sisma. Le istanze di questi ultimi, e l’incertezza che si profila nell’immediato futuro, sono stati al centro delle discussioni. Molti sfollati hanno espresso la sensazione di abbandono da parte delle istituzioni e la mancanza di informazioni sugli atti che le amministrazioni stanno ponendo in essere dopo il sisma. I professori Luongo e De Luca hanno interagito con numerosi partecipanti: tra i temi più gettonati la sicurezza, o meglio la riduzione del rischio, in una eventuale e auspicata ricostruzione in loco delle abitazioni, ma anche le scelte politiche che spetta alle amministrazioni intraprendere, al di là dell’aiuto che la comunità scientifica può apportare nel chiarire le possibili dinamiche degli eventi naturali. Tra gli interventi anche quello del consigliere comunale di Casamicciola, Arnaldo Ferrandino, e degli ingegneri Pasquale Capuano, che ha diretto i lavori al plesso del Manzoni, e Antuono Castagna.
GIUSEPPE LUONGO: «URGONO SCELTE POLITICHE PRECISE, LA POPOLAZIONE FACCIA PRESSIONI SULLA PROTEZIONE CIVILE». Il primo dei relatori a prendere la parola è stato il professor Giuseppe Luongo, docente emerito di vulcanologia alla “Federico II”, il primo che smentì fondatamente gli errati dati iniziali sull’epicentro del sisma: «Mi sembra di aver capito che si voglia recuperare, e quindi ricostruire, l’area dell’epicentro», ha esordito Luongo: «Ciò significa che si devono fare scelte inerenti alla sicurezza che siano adeguate al livello di rischio che permane in quel luogo. Bisogna capire se questa implicazione è stata analizzata a fondo». Secondo il celebre vulcanologo, il nostro territorio è adeguatamente controllato da sensori che monitorano i fenomeni vulcanici, ma si deve fare di più per controllare quelli sismici. Poi la stoccata alla politica: «Ci vorrebbe una risposta ben più decisa dopo questo sisma, e invece essa mi appare più debole di quella che si produsse all’indomani del terremoto del 1883». Il professor Luongo non ha fatto sconti nemmeno alle recenti iniziative che hanno garantito grande visibilità a Ischia e ha lanciato un appello anche alla cittadinanza: «Non basta ospitare il G7 per risolvere problemi del genere, la popolazione deve attivarsi e pressare la Protezione Civile. Io ho proposto la costituzione di un avanzato centro di controllo della sismicità qui a Casamicciola che coinvolga i maggiori esperti del mondo, perché questo è un luogo privilegiato per l’osservazione dei fenomeni sismici. Siamo in una zona epicentrale con caratteristiche peculiari, e un osservatorio di alto profilo farebbe gli interessi anche dell’Europa, perché tale problematica riguarda l’intero continente». Secondo l’esperto docente, anche le normative vigenti andrebbero migliorate: «La nostra legge sismica si sta dimostrando insufficiente per le aree epicentrali, tutelando maggiormente quelle più periferiche. Ecco perché c’è necessità di una reazione adeguata come quella di 134 anni fa. Siete pronti per una tale reazione? Non siamo ancora in grado di prevedere i terremoti, ma possiamo lavorare efficacemente sulla prevenzione».
SALVATORE VISONE: «INAMMISSIBILE LA MANCANZA DI UN PIANO URBANISTICO UNITARIO PER L’ISOLA». L’architetto Salvatore Visone, presidente dell’Ordine degli Architetti di Napoli e provincia, ha spiegato che il patrimonio edilizio italiano è soggetto a due tipi di pericoli, quello episodico come il sisma avvenuto a Casamicciola, e quello quotidiano dovuto alla scarsa manutenzione e alla obsolescenza degli edifici. L’architetto ha dichiarato che oltre alle agevolazioni economiche previste dal governo, è necessario anche un programma di riqualificazione urbana: «La finanziaria 2017 ha confermato il bonus antisismico. Ma oltre agli aiuti per il recupero dell’edilizia con interventi di riparazione e manutenzione, si dovrebbero ampliare anche gli incentivi per gli interventi strutturali», ha detto Visone, mostrandosi convinto della necessità di un miglioramento della qualità urbana del patrimonio edilizio isolano, in gran parte risalente agli anni ’70 e ’80. Ma Visone è andato oltre, definendo “inammissibile” il fatto che Ischia non abbia un piano urbanistico unitario, né un piano di protezione civile conosciuto e condiviso da tutti i cittadini isolani.
CICCIO BUONO: «NON ESISTONO INTERVENTI STANDARD, NO ALLE COSTRUZIONI FAI-DA-TE». Un intervento sintetico, ma comunque molto incisivo, è stato quello del geometra Ciccio Buono. Dopo aver pubblicamente ringraziato tutti i numerosi colleghi che hanno prestato e che prestano la loro opera per fronteggiare l’emergenza sull’isola, il geometra Buono ha spiegato che non esistono interventi standard in caso di sisma, perché ogni intervento va studiato come un caso a sé stante. I cittadini, dal canto loro, evitino di costruire “in economia” col fai-da-te – ha ammonito Buono – senza i necessari criteri scientifici, perché potrebbero venire a mancare le più elementari misure di sicurezza. Il geometra ha rievocato un’altra situazione di emergenza in cui si trovò a prestare la propria opera: era il 1981, e le conseguenze da affrontare erano quelle del disastroso terremoto dell’Irpinia, che provocò migliaia di morti e cancellò interi paesi dalla mappa della regione.
ANIELLO DI IORIO: «LA CAMERA MAGMATICA PUÒ ESSERE MONITORATA». La numerosa platea intervenuta al convegno si è mostrata molto interessata anche all’intervento del geologo Aniello Di Iorio, che ha spiegato con l’ausilio di efficaci illustrazioni la conformazione del sottosuolo ischitano, una sorta di “coperchio” su una camera magmatica “perforata” in vari punti, dove nei secoli si sono verificate le colate di lava, con l’Epomeo che costituisce una zolla rialzata. Nel sottosuolo si accumulano tensioni sulle zolle soprastanti dovute alle fasi di raffreddamento e riscaldamento del magma: se le tensioni si liberano quotidianamente, nessun problema, ma se invece si liberano in un’unica volta, accade il sisma. La camera magmatica di Ischia è a una profondità di 2 km, contro gli 8 del Vesuvio e i 10 dei Campi Flegrei: di qui l’alto rischio del nostro territorio. «Abbiamo numerosi segnali da studiare – ha spiegato Di Iorio – per capire se un sisma di origine vulcanica sta preparandosi: in tal senso lo studio delle acque termali è rivelatore, monitorando le temperature, oppure constatando gli innalzamenti del suolo tramite i satelliti». Anche per Di Iorio è opportuno costituire una stazione di rilevamento sull’isola del tutto autonoma dall’Osservatorio Vesuviano.
ANTONELLO DE LUCA: «STUDIARE I DANNI PRIMA DI RICOSTRUIRE, NECESSARIA UNA VISIONE D’INSIEME DELL’URBANISTICA». Antonello De Luca, professore di tecnica delle costruzioni presso l’ateneo federiciano, si è definito ischitano d’adozione: «Prima della ricostruzione è necessaria un’analisi approfondita, che adesso qui non c’è, come non c’è stata nemmeno all’Aquila, dove in tempo record vennero costruite molte nuove case, ma senza ricostruire la vera città. Non basta pensare a ricostruire case e monumenti, ma è necessario avere una visione urbanistica dell’insieme». De Luca ha guardato al passato per affrontare il futuro: «Non dobbiamo ricordare solo il sisma del 1883, ma anche quello del 1881. E domandiamoci a quale dei due dobbiamo paragonare quello del 21 agosto». Secondo il professore, per comunicare meglio alla popolazione la forza di un sisma, è meglio utilizzare la scala Mercalli anziché la Richter, perché di più immediata comprensione. «Nessuno può sapere cosa accadrà, noi stessi stiamo umilmente imparando, perché da ogni sisma i modelli acquisiscono nuovi arricchimenti». Anche le modalità costruttive vanno approfondite: «Qui sull’isola la maggior parte delle costruzioni è in muratura, non in cemento armato: il mattone preferito è il “cellublok” per la facilità d’impiego, ma può avere ovvie controindicazioni». Secondo De Luca è necessario studiare i danni prodotti dal sisma per poi tracciare una mappa dei danni stessi: «C’è bisogno di vari esperti di diversa estrazione: se gli edifici sono fortemente danneggiati, chi si prenderà la responsabilità di permetterne la ricostruzione con la stessa tecnica? Un terremoto può durare quattro secondi, oppure centocinquanta, come è accaduto in Giappone». Il docente ha poi spazzato il campo da un’illazione che due mesi fa ha tormentato mediaticamente l’isola: «L’abusivismo non c’entra con la qualità costruttiva. Una casa abusiva può aver retto al sisma, mentre altre “legali” possono aver ceduto. Ecco perché è importante prendersi le adeguate responsabilità. Da strutturista, ho osservato i danni e ho visto edifici ben costruiti che tuttavia hanno avuto forti danni». De Luca ha poi giudicato molto positivamente la resistenza che lo storico edificio scolastico del Manzoni al Paradisiello ha opposto al sisma: «L’intervento antisismico effettuato presso il Manzoni è un esempio di virtuosità amministrativa. Negli ultimi anni sono stati effettuati interventi di tipo meccanico, date le risorse a disposizione, che hanno permesso all’edificio di rimanere in piedi con pochi danni».