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Cade Carpentieri, Giosi sempre più solo nel Pd partenopeo

ISCHIA – Erano in tredici, un vero e proprio plotone di esecuzione. Solo che per fare fuoco non hanno usato fucili ma penne, utilizzate per apporre il fatidico autografo. Succede lontano dalla nostra isola, in quel di Melito, anche se fondamentalmente non può non essere un fatto che ci interessa da vicino per tutta una serie di motivi. Tredici consiglieri comunali del paesino dell’hinterland partenopeo hanno rassegnato le dimissioni, mandando a casa di fatto l’amministrazione comunale di centro sinistra attualmente in carica e soprattutto il primo cittadino melitese, Venanzio Carpentieri. Che, detto per inciso, è anche il segretario provinciale del Partito Democratico. E non a caso l’esponente politico ha ricevuto la notizia relativa alla sua sfiducia proprio mentre faceva rientro a Napoli proveniente da Roma, dove aveva partecipato alla direzione nazionale del partito. Il “golpe” si è consumato in quel di Marano, nello studio del notaio Di Nardo, che già lo scorso 17 gennaio era stato oggetto di una processione di consiglieri comunali che già in quella circostanza avrebbe dovuto mandare a casa Carpentieri, che però riuscì a rimanere in sella grazie soprattutto alla mancata firma di Marco Ponticiello, che si rifiutò di firmare il documento benché sedesse tra i banchi dell’opposizione.

Venanzio Carpentieri resta in carica come segretario provinciale del partito ma è chiaro che farlo da semplice cittadino e senza rivestire più una carica istituzionale non è certo il massimo della vita, anzi costituisce una “diminutio” di non poco conto. Soprattutto per un enfant prodige della politica partenopea, capace di rivestire un incarico così prestigioso nonostante la giovane età. La sua caduta non può aver faatto piacere nemmeno dalle nostre parti e rappresenta in primis un ennesimo smacco per il sindaco d’Ischia Giosi Ferrandino e per il suo principale referente partenopeo, il consigliere provinciale Lello Topo. Entrambi, infatti, erano particolarmente vicini al segretario e il fatto che lo stesso sia stato dichiarato decaduto da sindaco di Melito sembra voler proseguire l’inarrestabile parabola discendente del primo cittadino ischitano, che ormai lontano dalle mura isolane sembra non avere più elementi di spessore in grado di “sponsorizzarne” la figura all’interno del partito. Una vicinanza, quella di Venanzio Carpentieri, che si manifestò sia pure in maniera “silenziosa” proprio nel periodo in cui Ferrandino visse le sue traversie giudiziarie a causa delle vicende legate alla metanizzazione di Ischia: nella circostanza, come ricorderanno i nostri lettori, non soltanto il Pd provinciale non lo sospese dal partito ma si guardò anche bene dal prendere le distanze dal suo tesserato, mantenendo una poszione asettica e di attesa.

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