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«Caffè Scorretto» «Cercasi squadrismo anti-inettitudine»

Mentre, da anni, forse secoli, i turisti che – menomale – partiti da Napoli, non si sa come, riescono a naufragare sull’isola verde pur mancando il supporto di un impianto – ergo, un progetto – di comunicazione adeguata. Mentre manca qualcuno capace di pensare ai loro interessi, magari mediante l’investitura di un buon samaritano in grado di avviare una riqualificazione in cui inserire una buona volta le pensiline alle fermate degli autobus. E mentre continua la lotta tra Guelfi e Ghibellini a Ischia, comune che affronta il suo stallo più roseo e romantico in cui l’amministrazione in carica pare sceneggiata dagli autori de “Il gioco delle coppie”, intanto a Forio si preparano “mangia –tori”, Papi e clarisse, molte maschere e pochi volti in occasione delle prossime amministrative di giugno (su questo che è argomento interessante, ci sarebbe da approfondire anche riguardo alla fauna politica e nella sua composizione in cui figurano resuscitati dal passato che pensa di essere nel presente). Non bisogna poi dimenticare della “comunità isolata” – o isolana, se volete: non sappiamo quanto “comunità” ma sicuramente “isolata” – che deve affrontare vecchie sfide del turismo e i nuovi impatti negativi conseguenti al terremoto dell’estate scorsa (a tal proposito chi sta pensando agli sfollati? Ne avete idea?), di fronte alla presenza di ritardi e mancanze, c’è un fatto su cui mi piacerebbe riflettere con voi. Serrara Fontana. Sant’Angelo, nello specifico. Ormai è ridotta a una guerra di nervi che cerca di compensare insufficienze – anche di comunicazione oltre che probabilmente di quadratura economica – tra l’amministrazione e la gran parte dei commercianti proprietari delle attività che campano di turismo e per un periodo limitato dell’anno. Lo scollamento cui assistiamo inermi, peraltro si sta propagando e in modo veloce sull’isola intera, senza correre ai ripari, tra politica, amministrazioni e tessuto socio economico in questi ultimi tempi ha raggiunto livelli abnormi. Inaccettabili, se si considerano le emergenze che ogni maggioranza, oltre il proprio e talvolta inevitabile interesse personale di chi ne fa parte, ha il dovere di risolvere. Se aggiungiamo che pure a un sindaco può capitare certe volte di trascurare temi che invece hanno importanza per la sua cittadina; e tra il suo ruolo e le funzioni che un tale lavoro comporta nel frattempo si lascia trasportare da un eccesso di diritto di replica per rispondere, in maniera niente affatto da “prima fascia”, al diritto di critica di un imprenditore che quel tessuto economico ha contribuito ad ampliarlo con tasse e sviluppando turismo e aumentando gli introiti per il comune, è arrivato il momento di iniziare una riflessione. Anzi no, forse siamo già in ritardo. Una considerazione, tuttavia, che riguarda l’etica di chi quel ruolo lo ricopre. Nella rappresentazione sociale l’etica parte dalle disposizioni naturali di agenti fondamentalmente sociali. Ѐ alquanto ovvio, ma non banale, che le persone sono disposte ad affidarsi agli altri in molti sensi; oppure siamo disposti a essere noi stessi affidabili allo scopo di assicurarci che anche gli altri lo siano. Un sindaco che risponde sul social network come l’ultimo degli sprovveduti, e in modo poco da “istituzione” nei confronti della critica che è legittima, può presentarsi armato di poche cartucce caricate a pallettoni di scuse. Il post che l’imprenditore ha scritto per disapprovare la scelta dell’amministrazione di Serrara Fontana circa l’autorizzazione, in forma provvisoria e per 120 giorni, per la costruzione di una tettoia di copertura di spazi esterni di un noto locale, recitava: «Vergognatevi: a chi amministra questo paese, non gli farei fare nemmeno il segretario che mi controlla l’agenda». Evidentemente il sindaco Caruso in quel momento in rete non si è lasciato scappare un’occasione tale e ha, giustamente, risposto. Che fai, ti chiamano in causa e non rispondi? Certo che no. Perciò il primo cittadino di Serrara non è da meno e ribatte «Stai sereno, nessuno di noi verrebbe mai a fare il tuo segretario. Vergognati!». La “copertura” di certo è legittima. Se però la “legittimità” fosse valutata su parametri che riguardano, nella specie, la bellezza dei luoghi e la tutela paesaggistica per evitare, magari, di “coprire” anche il mare tutti potrebbero essere contenti di sapere che non per forza un’amministrazione ha anche la necessità di annoverare esperti di design e arredo urbanistico nella propria rosa di governo. Con quello che costano le consulenze, poi, sarebbe un costo insostenibile e perciò da evitare. Ora: che la classe dirigente non abbia più un contatto con la realtà, e in qualche caso si lasci trasportare dal tecnicismo ortodosso per qualcuno e per qualche altro sia disposta a sorvolare nei limiti di “legittimità”, non è certo una novità. Se ci troviamo però dinanzi un primo cittadino – c’è da dire che Caruso non è l’unico ultimamente – che si rivolge a un cittadino con un linguaggio teso a sostenere le proprie ragioni e non quelle della “comunità” come l’ultimo dei troll virtuali, benché non anonimo, e con un linguaggio che invece di riportare l’equilibrio ha lo scopo di fomentare gli animi in senso negativo, qualcosa si è guastato nella comunicazione tra “ruolo istituzionale” e comunità di riferimento. E forse è vero che il potere logora chi non l’ha ma probabilmente è altrettanto vero che sul lungo periodo il potere può corrodere il rispetto. E il linguaggio ci aiuterebbe a capire tante cose.

Facebook Graziano Petrucci

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