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«Caffè Scorretto» «Non ascoltiamo più»

Premessa 1. Potrebbe essere la cosa più facile del mondo invece ne facciamo quella più difficile. Ormai è un dato acquisito che la capacità di ascoltare, non se la possono permettere tutti. Volte, sui giornali o sul social network, ci s’imbatte in proposte anche buone sia da parte di addetti ai lavori e sia semplici lettori. In alcuni casi se ascoltate, potrebbero risollevare la collettività e farla deviare dal degrado diffuso. Aiuto che in alcuni casi servirebbe pure alla politica e a chi la rappresenta. Mi è capitato di leggere alcune proposte che se applicate davvero oltre che utili certe volte appaiono davvero educative o per la formazione di quel sentimento di educazione civica del quale si sente la mancanza. Indagare i motivi alla base del “non ascolto” c’interessa poco, anche se non sarebbe difficile attribuirlo alla completa arroganza di qualche feudatario di turno. Ciò che invece pare essere interessante è proprio l’utilità di alcuni suggerimenti che se applicati nel quotidiano ci sconvolgerebbero la vita. Non è difficile imbattersi in consigli positivi, anche minimi, di cui la cittadinanza sente il bisogno. Non sarebbe neppure difficile tracciare un disegno, di bisogni, in positivo da parte di alcuni amministratori. Per esempio qualche tempo fa mi è capitato di leggere, tra le molte lamentele, un’ovvietà ma poiché l’ovvio non è mai scontato è rimasto inascoltato. Alle fermate degli autobus mancano le pensiline. La “proposta” proposta, infatti, era di coinvolgere gli albergatori nella costruzione di pensiline in prossimità delle fermate vicine agli alberghi per abbattere i costi e “nominare” quella fermata con il nome dell’albergo che ha contribuito alla realizzazione degli spazi per l’attesa “pubblica”. Non pare una cattiva idea. Nei paesi civili, o in quelli in cui è diffusa la convinzione di saper fare turismo, di pensiline sotto cui è possibile attendere l’autobus forse rappresenta il minimo sindacale del servizio. Come questa idea ce ne sono altre simili o vicine, per esempio dotare i taxi di una tariffa urbana condivisa e con un tetto massimo per lasciare l’auto a casa e spostarsi usando gli operatori di servizio pubblico anche per i residenti. Qualcuno che nelle amministrazioni “ascolta” i cittadini, oppure sono tutti occupati a fare altro? Premessa 2. Il sindaco Giacomo Pascale, intervenuto al recente convengo sul turismo cui sarebbero intervenuti imprenditori ed esponenti del mondo delle associazioni. Oltre al fatto che si parla degli stessi argomenti da decenni, Pascale è sembrato particolarmente incisivo. «Vero, guaio dell’isola è l’abnorme numero di veicoli a motore: urge un progetto di mobilità sostenibile per ridurre il parco macchine: con il car sharing si arriverebbe a diminuire tale numero in percentuali variabili tra il 13% e il 17%  all’anno. Dobbiamo progressivamente passare dalla cultura del possesso dell’auto a quella dell’uso condiviso. Potremmo ripartire dal piano redatto nel 2001, aggiornarlo e presentarlo all’Unione Europea per ottenere il relativo finanziamento. Ma oltre alla mobilità penso anche alla cultura: i tanti siti d’interesse storico e archeologico dell’isola d’Ischia devono essere considerati come parti di un unico percorso per il turismo culturale, una nicchia di mercato che cresce al ritmo del 9% all’anno. Sul fronte-taxi penso a un’unica tipologia di mezzi, da cinque posti, a partire dal 2021, per non penalizzare chi ha appena acquistato nuovi automezzi; parallelamente via libera all’abbattimento dei confini amministrativi con un’unica categoria di taxisti senza divisioni tra comuni. È necessario inoltre rivedere l’impostazione low cost che ha caratterizzato le ultime stagioni, e spingere sul progetto di un marketing territoriale comune, ancor più urgente dopo che le informazioni circolate nelle ore successive al terremoto che ha colpito Casamicciola e Lacco Ameno hanno arrecato danni altrettanto gravi. In tale ottica a breve si svolgerà proprio a Lacco un convegno sulla certificazione sismica per far sì che le aziende ottengano tale certificazione e poter dimostrare sul mercato che Ischia è un’isola sicura. In sintesi, occorre una visione unitaria, condivisa, su cosa vogliamo che diventi Ischia da qui a vent’anni: per questo ho in mente un tavolo permanente, una Consulta Turistica Locale, dove siedano tutti i soggetti interessati e gli esponenti delle varie categorie». La premessa sembra buona, anche se – non me ne voglia il Sindaco – alcuni di questi punti li ripete da anni. Di certo condivisibili, di fatto però ancora volatili, oltre al dato che un piano redatto nel 2001, sulla mobilità, per applicarlo oggi, andrebbe rifatto dal principio senza riprese. In sintesi alcuni argomenti vanno rivisti secondo linee di indirizzo condivise e strategiche o se vogliamo di lungo periodo e investire professionisti – vi assicuro, ce ne sono – che si occupano del settore. Anche quello dei finanziamenti europei che non possono e non dovrebbero essere esclusi dalla visione strategica. Magari a qualche sindaco può capitare di “ascoltare”.

Facebook Caffè Scorretto di Graziano Petrucci

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