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«Caffè Scorretto» «Si sta in confusione a guardare ruote panoramiche in tour»

A conti fatti, e non soltanto dal punto di vista dei circa 150 mila euro spesi per il Natale a Forio – flebili luci comprese – o della stessa somma, euro più euro meno, gettata ad minchiam dall’alto della ruota panoramica a Casamicciola, noi isolani, ammettiamolo, siamo un poco schizofrenici. E pure un tantino presuntuosi. Tanto è vero che sentiamo la necessità di contrastare quell’atteggiamento di chi si attacca come una cozza ai maroni delle amministrazioni, criticandole, le quali loro malgrado e nelle difficoltà fanno del proprio meglio. Intanto ci perdiamo i bandi per partecipare all’assegnazione dei fondi strutturali, per dire, e bastano due palle colorate, qualche festone appeso qua e la, e siamo felici. E come fanno certi amministratori, dandoci il buon esempio nel reclamare il consenso della platea, sebbene continuino a districarsi in spese pazze per inseguire vacuità di ogni tipo, cerchiamo una giustificazione plausibile per ogni occasione. Figurarsi se non scatta l’applauso quando ci mettono davanti l’illusione che siamo diventati Cape Canaveral. Orgogliosi, raggiungiamo la convinzione che non siamo da meno rispetto ad altre località e magari possiamo fare pure di meglio. Che se ci sono alberghi che lasciano a desiderare e i turisti si lamentano, nonostante tutto siamo un’isola che tira e la dobbiamo sostenere. Che magari siamo incapaci di prolungare la stagione di lavoro pure nel periodo invernale, è vero, ma per le feste di Natale il prezzo pazzo per gli addobbi va tollerato poiché è l’unico modo possibile per far arrivare barconi di turisti. Che alla fine sappiamo essere all’altezza pure di Salerno (tiè!) e di quei luoghi che nelle festività decorano i viali, non badano a spese e non snobbano. Insomma dobbiamo agitarci per dimostrare al mondo e a noi stessi che esistiamo. La scelta dell’amministrazione di Casamicciola di far atterrare l’enorme ruota per criceti nella piazza principale, promuovendone la seconda tappa dopo il successone discutibile del tour estivo a Lacco Ameno, scimmiottando la nota London Eye ma più adatta ad indurre dipendenza nei roditori umani abbagliati dalle luci, viene rinforzata dalla tenacia con cui l’esiguo esercito di sostenitori plaude la scelta del governo Castagna. Impetuosi, si gettano nella mischia tra sciabolate di polemiche sterili (per loro) e suggerimenti costruttivi (non per loro). Fanno quasi tutto per resistere nella crociata natalizia a difesa della trasformazione di Casamicciola in una base della NASA. Li senti boccheggiare mentre si destreggiano a tutela dello shuttle e del suo carico d’idiozie. Le testimonianze rivolte a chi inveisce contro la ruota bucata si rincorrono per la pubblica via e sono le più diverse. Vanno dai “state sempre a lamentarvi”, lessico di chi si adopera per frenare le impudiche critiche nei confronti degli strani scherzi del destino che hanno assunto la forma di amministrazioni, fino ai conosciuti “almeno si fa qualcosa di diverso, non rompete le scatole”. Schegge isteriche, mostrano quanto siamo indietro nella scala evolutiva, persi nella ricerca disperata dello spirito critico e del Natale. Ci dicono quanto per alcuni il conformarsi al ribasso, all’appiattimento dei modi e la limitazione del pensiero produttivo sia un valore da difendere con il fucile e con i denti per evitare la contromossa di chi si oppone al declino del gusto. Non sappiamo che cosa stiamo dicendo, non sappiamo che cosa stiamo facendo, non siamo in grado di urlare a chi ci governa “fermiamoci, dove stiamo andando?” e c’è chi invece è pronto a tuffarsi nella mischia per la difesa di scelte discutibili, sventolando la bandiera del “bisogna smetterla di lamentarsi sempre, va colta l’occasione di un ritorno turistico”? Dove è finita la normalità sobria, che dovrebbe frenare le opzioni vacue e l’onanismo pietoso di chi certe scelte le compone, comunque incapaci di rallentare la depressione economica dilagante e non solo? Va da se che una ruota per criceti è ciò che si meritano le persone perbene. Quelle che stanno in complice silenzio. Quelle che aspirano a limitare rigurgiti gastroesofagei perché tendono a qualcosa di meglio per il bene della collettività, sono una nicchia di cui perciò si può non tener conto. La domanda da rivolgere alle amministrazioni, Casamicciola e Lacco Ameno ma potrebbe estendersi pure alle altre, rispetto al capolavoro architettato per l’inserimento della ruota della fortuna nelle feste natalizie quale mezzo per interrompere la possessione demoniaca della depressione invernale, è: esiste un fine in tutto questo? Cioè, voglio dire, davvero c’è chi pensa che diventando come il Luna Park di Coney Island riusciremo a ridare lustro alla nostra identità e alla cultura? Alcuni sono convinti della buona condotta amministrativa che ha permesso ai criceti di manifestarsi e che sia questo il modo per produrre scintille per avviare il motore dell’attrazione e dare propulsione all’economia in declino che, nei mesi invernali, raggiunge il suo picco negativo. Beati voi, le certezze sono una cosa rara di questi tempi. Un’altra cosa invece è certa. Riusciamo a intercettare solo fondi per realizzare obbrobri in tour per i comuni che cerchiamo di modificare a immagine e somiglianza di Londra, nell’illusione di essere un poco città e frenare l’anarchia della confusione natalizia in cui pure Babbo Natale, se potesse, si manterrebbe a debita distanza. Al contrario non riusciamo a programmare azioni condivise tra comuni, per sostenere l’economia di un’isola alla deriva. Uno sgravio fiscale, a livello comunale, per le attività commerciali e le strutture che decidessero di restare aperte d’inverno potrebbe diventare un’ipotesi concreta in un piano di sviluppo economico secondo linee strategiche stabilite. In compenso diamo forza al contingente di scelte inutili che non produrranno niente. E intanto vediamo criceti. Criceti ovunque.

Pagina Fb Caffè Scorretto di Graziano Petrucci

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