CRONACAPRIMO PIANO

NESSUNO VUOLE LA SCUOLA, VADE RETRO ISCHIA

6 posti da dirigente scolastico vacante, nessuno li ha occupati e così adesso ci saranno altrettanti reggenti negli istituti isolani. L’analisi tra il mancato riconoscimento di sede disagiata, quantità e qualità dei trasporti con tempi di percorrenza lunghi ma anche il costo dei fitti di un immobile diventato un fardello insostenibile a fronte di stipendi modesti. E allora…

L’allarme è esploso in maniera fragorosa nei giorni scorsi, ma attenzione: per gli addetti ai lavori non era assolutamente un fulmine a ciel sereno, quanto piuttosto un epilogo atteso e ritenuto inevitabile. Che il mare costituisca da sempre una grossa limitazione per chi deve recarsi a lavorare sull’isola non è certo una novità e questo purtroppo non coinvolge soltanto settori quali sanità e giustizia ma anche la scuola. E nell’anno didattico che ci apprestiamo a vivere la situazione è emersa chiara e oggettiva in tutta la sua drammaticità. Tra pensionamenti e trasferimenti a Ischia mancano 6 dirigenti scolastici ma non se ne è trovato uno dicasi uno che accettasse una eventuale nomina su questo lembo di terra. Il risultato è che si è dovuto far ricorso al sistema di incastri della reggenza in una quantità verosimilmente senza precedenti che andiamo a ricostruire per i lettori che avessero memoria corta: al Mattei Gianpiero Calise sarà sostituito da Marilisa Mancino, al circolo didattico di Barano penserà la professoressa De Vita, al Mennella di Lacco Ameno rimane Assunta Barbieri così come al circolo Ischia 2 resta come reggente Lucia Polito, che nel frattempo ha ottenuto il trasferimento in terraferma. Del Circolo Forio 2 si occuperò Giuseppina Di Guida mentre alla scuola media Scotti dopo il pensionamento di Lucia Monti arriva Mario Sironi. Insomma, roba da farsi venire l’emicrania solo a leggerla.

Ma a cosa attribuire questa ritrosia nel voler venire a svolgere sull’isola l’attività di dirigente scolastico? Lo abbiamo chiesto proprio ad uno dei reggenti, Mario Sironi dell’Istituto Alberghiero “V. Telese” che al cronista prova a dare una spiegazione decisamente esauriente e a suggerire anche una serie di soluzione per rendere Ischia più “appetibile”: «Secondo me – spiega – la prima cosa da fare è riuscire a fare ottenere finalmente all’isola lo status di sede disagiata per tutti i lavoratori che vengono a prestare servizi, perché è evidente che il problema principale sia questo. Poi c’è una difficoltà legata alla politica dei trasporti, divenuta negli anni sempre più carente: prima, infatti, si andava avanti e indietro con frequenza e soprattutto velocità, oggi magari se non riesci a rispettare un orario ti tocca aspettare pure un paio d’ore per metterti in viaggio e dunque i tempi per il ritorno a casa diventano oggettivamente complessi. Ma probabilmente bisognerebbe ragionare anche sulle modalità dell’offerta formativa a Ischia, nel senso che andrebbero organizzate anche iniziative per far capire dove si va e cosa si trova».

Sironi sottolinea poi anche un altro aspetto, che oggettivamente rischia di avere del paradossale: «Lo dico sol sorriso, quasi come una battuta: di fronte all’offerta di lavoro in alcuni settori, non si trovano candidati ischitani. E’ davvero difficile trovare docenti isolani e a questo si aggiunge anche il fatto che molti lavorano fuori anche se magari tornerebbero volentieri a casa. Ma questi sono i meccanismi perversi di reclutamento nel mondo dello scuola, che fanno sì che coloro che sono impiegati lontano non riescano ad avvicinarsi pure in presenza di posti liberi sul territorio. Ma in ogni caso, quando facciamo le convocazione in graduatoria d’istituto, non troviamo figure locali». E allora, che fare? Le ulteriori riflessioni di Mario Sironi non sono esattamente un inno all’ottimismo: «La verità è che mettere mano a questa situazione richiederebbe un ripensamento complessivo del sistema, e sappiamo tutti che non è affatto semplice. E quando dico complessivo intendo che bisogna partire anche dal nostro territorio: in fondo se a Ischia non si riesce a fittare nemmeno un monolocale a un costo compatibile con lo stipendio percepito, è chiaro che uno qui non ci viene. Tra abbonamento dei trasporti, fitto di un immobile (tra l’altro molto spesso da ottobre a giugno perché poi a luglio e agosto l’ischitano vuole provare a piazzarlo a buon mercato…) e altro è evidente che si sia comprensibilmente e oggettivamente disincentivati. Qui parliamo di docenti e personale Ata con retribuzioni mensili che purtroppo non rendono possibili determinati esborsi».

Il problema, per la verità, non sarebbe esclusivamente ischitano ma riguarderebbe l’intero territorio regionale, e c’è anche chi come ad esempio il capogruppo di Italia Viva in seno al consiglio campano Tommaso Pellegrino non ha dubbi sull’attribuzione delle responsabilità: «La Regione Campania è in prima linea con determinazione a tutelare il diritto all’istruzione dei giovani campani e dell’intero Mezzogiorno; il diritto ad avere un’istruzione adeguata e una formazione di qualità in Istituti  scolastici affidati a un Dirigente titolare, che ne garantisca progettualità e visione. E’ evidente la trazione nordista del Governo, che mortifica la cultura e la formazione al Sud”. Proprio alla vigilia del nuovo anno didattico Pellegrino tuona contro l’attuazione di alcune misure volute dal Governo sulla Scuola. “Nella nostra regione con la ripartenza delle attività didattiche – ha proseguito – 124 scuole verranno  ‘affidate  in reggenza’, vale a dire gestite a distanza da un unico Dirigente che dovrà governare diversi Istituti Scolastici spesso anche distanti tra loro e con indirizzi didattici completamente diversi. È molto probabile che questo notevole aggravio di lavoro andrà  a pesare sull’efficienza del servizio. La cosa che mi fa ancora più indignare è che sono tanti i Dirigenti campani che lavorano in altre Regioni, i quali tornerebbero volentieri nella propria terra, ma sono impossibilitati a farlo perché incredibilmente al Ministero dell’Istruzione risulta che in Campania il fabbisogno dei Dirigenti è pari a zero. Tale situazione  andrà  a penalizzare anche i neo vincitori del concorso da Dirigente, i quali saranno costretti a migrare in altre regioni, spesso settentrionali, spegnendo ambizioni e mortificando professionalità. Inoltre il Dimensionamento scolastico disposto dalla Legge di Bilancio – ha precisato il Capogruppo di Italia Viva  –  in Campania rischia  di determinare  un drastico taglio del numero degli  Istituti scolastici, che inevitabilmente andrà a penalizzare soprattutto le Aree Interne, che ancora una volta si vedranno private di alcuni servizi preziosi e fondamentali come quello dell’istruzione. In qualità di Rappresentanti delle Istituzioni del Sud, abbiamo il dovere di continuare a far sentire la nostra voce per garantire alle nuove generazioni le stesse opportunità dei coetanei delle altre Regioni, così come previsto dalla nostra Carta Costituzionale».

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