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Caremar, febbraio si apre con una nuova manifestazione di protesta

Scendono di nuovo in campo i marittimi della Caremar per protestare contro i vertici dell’Azienda. Una notizia questa, che non arriva certamente come un fulmine al ciel sereno. Come i nostri lettori ricorderanno, infatti, qualche giorno fa, attraverso le colonne di questo giornale, vi anticipavamo che il sindacato Orsa Marittimi, sempre in prima linea al fianco dei lavoratori della Caremar, aveva indirizzato una nota alla Autorità Portuale di Napoli e al Prefetto, chiedendo l’autorizzazione per una manifestazione pacifica con presidio stabile di due giorni, presso la sede Cin Tirrenia a Calata Porta di Massa  con i lavoratori della compagnia di navigazione in questione e con quelli della Caremar.  L’iniziativa era stata promossa con l’obiettivo di portare all’attenzione, ancora una volta, ai vertici delle due compagnie di navigazione,  alcune vertenze , da tempo, sollevate dai lavoratori, relative ad una migliore ridefinizione dei rapporti contrattuali e un conseguente adeguamento retributivo e normativo degli  stessi.  Vertenze queste rimaste, almeno per i marittimi della Caremar, del tutto inascolatate.

Nelle  scorse ore, infatti, il dottore Massimo Mura, amministratore delegato della Tirrenia Cin ha convocato i dipendenti della compagnia in questione e l’Orsa Marittimi per affrontare le vertenze da essi sollevate. Al termine del tavolo di concertazione il Mura si  sarebbe assunto l’impegno di rivisitare qualsiasi provvedimento restrittivo   nei confronti dei marittimi  dell’azienda,  garantendo  massima disponibilità nel recuperare in organico i lavoratori licenziati. Il presidio Pacifico che era stato, quindi, organizzato per il 2 e il 3 febbraio prossimo, presso la sede della Tirrenia, è stato, così revocato dal sindacato.   La manifestazioni,  però,  si terrà ugualmente, in altra location e  vedrà la sola presenza dei marittimi della Caremar che reclamano, ormai da oltre un anno, ai vertici della compagnia la rivisitatazione del contratto di II livello, già bocciato con il referendum organizzato lo scorso anno, e la ridefinizione dell’imposta organizzazione di lavoro a bordo dei mezzi della compagnia che violerebbe le normative vigenti in materia. Recentemente infatti, lo ricordiamo, i lavoratori della Caremar hanno indirizzato un esposto alla Procura di Napoli per denunciare alcune anomalie  e violazioni che starebbe perpetrando la Compagnia ai danni non solo dell’incolumità dei viaggiatori, ma anche e soprattutto dei marittimi, vessati da turni massacranti di lavoro.   Il presidio pacifico, dunque,  sarà l’occasione per  attenzionare le suddette problematiche e si svolgerà  il 2 e 3 febbraio a partire dalla ore 9 presso la sede Caremar di Napoli. «È giusto evidenziare a questo punto – ha dichiarato Nicola Lamonica presidente dell’associazione Autmare di Ischia e Procida- una sostanziale differenza di comportamento e di stile tra la Tirrenia a la Caremar. Quest’ultima – oltre a negare  i diritti ed a creare condizioni di malessere e di pericolo privato e collettivo per turni massacranti imposti al personale navigante – ancora oggi si ostina a non incontrare la delegazione ORSA per intraprendere con essa una responsabile trattativa che possa ridare diritti negati e tranquillità al personale marittimo dell’ex Caremar regionale. Per quanto riguarda il trasferimento di proprietà da pubblico a privato, e quindi anche di cantiere, è bene  richiamare quanto ci dice la citata Commissione Europea e cioè che nel caso di un trasferimento di imprese, i diritti e gli obblighi di un datore di lavoro derivanti da un contratto di lavoro o da un rapporto di lavoro esistente alla data del trasferimento dovrebbero, in conseguenza di tale trasferimento, essere trasferiti al nuovo datore di lavoro in conformità con la direttiva 2001/23/CE sui trasferimenti di imprese. Come dire, se c’è forzatura nel contratto la parola passa alla Magistratura e non più alla politica ed alle istituzioni».

«In sostanza – ha concluso Lamonica – siamo di fronte ad una vertenza, quella preannunciata dall’Orsa e dai lavoratori Caremar che si conserva per l’ottusità del gruppo dirigente Caremar e che – pur potendosi risolvere facilmente con il buon senso- non trova ancora alcuna soluzione da parte dell’Azienza per carenza di Comunicazione, sebbene più volte richiesta dal sindacato e, cosa ancora più grave , non trova alcun impegno operativo da parte dell’ Ispettorato del lavoro e dell’ Autorità Marittima; per cui tutto viene affidato ai tribunali e …alla piazza!»

 

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