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Casamicciola, l’appello del mondo scientifico: «Salvate l’Osservatorio»

Lo chiedono i ricercatori e i comitati civici: riaprire un giacimento culturale legato profondamente all’identità storica (e tellurica) del nostro territorio. I piani della politica, le strategie di valorizzazione, i tempi di attuazione, la sostenibilità economica. In attesa del recupero definitivo dall’Agenzia del Demanio, il complesso museale della Grande Sentinella rischia di andare in malora. Come dimostrano le immagini di un nostro sopralluogo

La proposta arriva ormai da più parti. Già a poche ore dal sisma del 21 agosto 2017 che colpì le aree del Maio e del Fango, e di conseguenza l’intera isola d’Ischia, si levarono le prime voci. Sottrarre allo stato di silenzio, abbandono e rovina l’Osservatorio Geofisico della Grande Sentinella. Restituire alla fruibilità della comunità locale e nazionale questo giacimento scientifico, storico e culturale, fondato da Giulio Grablovitz all’indomani del devastante terremoto del 1883. Rendere di nuovo agibili, per l’uso degli studiosi e per l’accesso al pubblico, i locali dell’edificio e le magnifiche terrazze del complesso, luoghi privilegiati da cui godere di impareggiabili panorami sulla cittadina termale e sul Monte Epomeo, facendo conoscere ed apprezzare alla cittadinanza, e ai turisti, soprattutto i più giovani, l’esistenza di un microcosmo culturale di grande rilevanza e suggestione. Infine valorizzare il patrimonio dell’Osservatorio, costituito dalla sua strumentazione e depositi storici, ma anche dalla collezione di volumi, almanacchi, registri, vecchi articoli di giornali. Un intero giacimento legato all’identità storica, culturale e tellurica del nostro territorio.
Lo aveva chiesto Giuseppe Luongo, Professore Emerito di Geofisica della Terra Solida all’Università degli Studi di Napoli Federico II; lo avevano ribadito i Verdi della Regione Campania (da cui erano pure arrivati i fondi per una parziale ristrutturazione conclusa nel 2012), lo auspicano i comitati civici e lo pretendono gli abitanti stessi di Casamicciola, che nell’Osservatorio non vedono solo un gingillo museale immobile o inerte, ma un potenziale Centro scientifico di rilevanza internazionale capace di richiamare i più quotati ricercatori europei per lo studio dell’attività sismica. Quindi capace di restituire tanto, alla collettività come alla ricerca, dal punto di vista civico, culturale, scientifico.

Un appello ribadito anche dall’INGV (Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia) attraverso le parole del ricercatore Graziano Ferrari, intervenuto nel corso del convegno “Protopia Maio. Atto Secondo” organizzato dal PIDA, per parlare di ricostruzione post-sisma a Casamicciola, Lacco Ameno e Forio.

«Da decenni IGNV garantisce il monitoraggio sismico h24 su tutto il territorio nazionale», ha ricordato Ferrari. «Negli ultimi tempi, ancor prima del terremoto del 2017, dal Dipartimento della Protezione civile ci sono stati affidati diversi tavoli tecnici di approfondimento della geodinamica che riguarda l’isola di Ischia. Un convegno conclusivo di un primo tavolo di lavoro si è tenuto proprio a maggio del 2017, nemmeno tre mesi prima del sisma. Quindi non si può dire che il mondo scientifico non fosse attento. Dopo il terremoto, ovviamente, questa attività di ricerca si è ulteriormente intensificata. Casamicciola è sempre stata la sede di una grande tradizione di studio con i due osservatori geodinamici fondati e diretti dal sismologo e vulcanologo Giulio Grablovitz per conto del governo italiano. Forse all’epoca gli ischitani si sentivano più sicuri, in quanto la scienza era in qualche modo più “vicina” a loro. Perché allora non ricostruire questa vicinanza attraverso la rivitalizzazione dello storico Osservatorio della Grande Sentinella? Perché non farne un luogo non solo della memoria, ma anche di informazione permanente sui rischi naturali? Una sorta di Ufficio Relazioni pubbliche delle scienze e dei rischi naturali?»
«A Vulcano e Stromboli – ha osservato il dirigente – l’IGNV ha due centri di divulgazione di questo genere che, da luglio a settembre, fanno informazione e funzionano anche come attrattori per il turismo. Perché a Ischia no? Qui l’Osservatorio potrebbe vivere 12 mesi l’anno, sia come centro di divulgazione, con annesso centro di documentazione, ma anche come punto di appoggio logistico per i ricercatori che verrebbero sull’isola per le loro indagini e i loro approfondimenti. Uno spazio all’avanguardia dove organizzare meeting scientifici di grande rilevanza internazionale. L’IGNV è pronto a questa sfida, come affermato dal nostro presidente Carlo Doglioni nella giornata di chiusura del convegno di settembre legato alla mostra allestita a Villa Arbusto e intitolata “Terremoti, vulcani e nuvole: dalla vulnerabilità dimenticata alla cultura della sicurezza”. Su questo aspetto, lo stesso professor Luongo, a cui si deve tanta gratitudine per l’attenzione verso Ischia, ha più volte sottolineato la necessità di non perdere questa occasione. Ricostruiamo a 360°: case, attività commerciali, fiducia, tessuto e coesione sociale. Trasformiamo alchemicamente un’apparente sconfitta in un’opportunità che sia da modello non solo per questa meravigliosa isola. E riportiamo in vita l’Osservatorio

Una strada obbligata, purtroppo non scontata negli esiti, prevista tempo fa anche dall’architetto casamicciolese Giovangiuseppe Iacono, il quale già l’anno scorso, insieme ai colleghi del gruppo “Tecnici Sisma Ischia”, aveva immaginato un progetto di riqualificazione dell’intera area colpita dal terremoto. «L’Osservatorio come centro di conoscenza scientifica e fornito tutte le tecnologie per entrare a fare parte di una rete più ampia insieme a un Centro di Baia sul bradisismo e a quello, esistente e operativo al Vesuvio, sul vulcanesimo. Ne abbiamo parlato personalmente a Roma, alla sede dell’IGNV. Purtroppo fondi non ce ne sono, quindi ritorniamo sempre al punto di partenza di una grande potenzialità inespressa.»
In verità, seppur con i soliti tempi biblici, i meccanismi farraginosi della burocrazia e gli attendismi più o meno opportunistici, qualcosa si muove anche a livello politico da quasi un anno.

Dopo il summit partenopeo del novembre scorso presso l’Agenzia del Demanio, preceduto da una lunga serie di tavoli di confronto e concertazione, il passaggio di consegne dell’immobile tra il Demanio e il Comune di Casamicciola sembrerebbe cosa fatta. Il condizionale è d’obbligo, in attesa della firma con l’Agenzia del Demanio che perfezionerà, anche formalmente, il trasferimento.

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D’altro canto il Comune di Casamicciola Terme aveva già inserito l’Osservatorio nel circuito del Museo Civico Diffuso insieme ad altri due immobili simbolo di cittadina termale: il Pio Monte della Misericordia e la sede municipale Palazzo Bellavista. Nel perseguire l’idea di Grablovitz post terremoto 1883, l’Osservatorio potrebbe diventare a tutti gli effetti un faro, la “sentinella” dei terremoti dell’isola, punto di accesso di promozione storico-culturale e scientifica, luogo della memoria e centro di osservazione e prevenzione. Con una perfetta collocazione strategica, tra l’altro: in località Sentinella, su una collina (125mt s.l.d.m) alle falde settentrionali del Monte Epomeo.

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La valorizzazione dell’immobile e del giardino attiguo potrebbe dare maggiore sviluppo a tutto il contesto del territorio di Casamicciola Terme. Una valorizzazione integrata, complessiva, organica, coerente, che permetterebbe, attraverso percorsi sviluppati ad hoc, un dialogo continuo tra la parte alta del Comune, dedita al turismo per lo più legato alla tradizione termale (non dimentichiamo che la frazione della Sentinella è posta al centro delle due maggiori sorgenti di acque termali, quella de La Rita e quella del Gurgitello) e la parte bassa, dove si sviluppa il porto turistico e l’attività ludico/urbana. Nell’ambito della valorizzazione dell’immobile è prevista anche la sistemazione della piazzola antistante: un belvedere di ampia bellezza che consente un colpo d’occhio a 180° del Golfo di Napoli e della cittadina termale. In più, come si legge nel Programma di valorizzazione previsto dal Comune di Casamicciola, «è intenzione dell’Amministrazione individuare aree idonee per la realizzazione di parcheggi a servizio dell’Osservatorio, prevedendo anche eventuali convenzioni con il vicino parcheggio privato, e l’individuazione di soggetti privati che, mediante servizio navetta, possano consentire il raggiungimento della struttura dai punti nevralgici  del territorio comunale.»

La strategia di valorizzazione, è ovvio, passa in primis attraverso il recupero strutturale dell’immobile a seguito dei danni subiti dal sisma del 21 agosto 2017 e, in fase successiva, prendendo forma attraverso l’utilizzo di carattere istituzionale e l’apertura al pubblico, sia per l’accesso al sistema museale, sia per la realizzazione di eventi istituzionali e culturali realizzati attraverso accordi di gestione o contratti con enti ed associazioni. In questa prospettiva, il Comune ha già intrapreso una serie di collaborazioni istituzionali, con enti pubblici e privati. Protocolli di intesa sono stati sottoscritti con l’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia, l’Associazione Pro Casamicciola Terme, l’Area Marina Protetta ‘Regno di Nettuno’, il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università Federico II di Napoli e, in via di definizione, collaborazioni con il Dipartimento urbanistica Federico II e la Fondazione La Mortella.
Ovviamente tali piani strategici di sviluppo scientifico e culturale devono fare i conti con tempi di attuazione ancora ignoti e una sostenibilità economica di non poco conto. Esistono finanziamenti della Regione Campania con risorse POR-FERS 2014/2020 per una spesa complessiva di € 533.962, 51 per lavori di recupero dei volumi, mentre per ultimare i lavori dell’ex Osservatorio è stato inserito all’interno del Programma Triennale dei Lavori Pubblici 2018/2020, approvato con delibera della Giunta comunale n.19 del 12/2/2018, il “Completamento del recupero, restauro e rifunzionalizzazione del sito” per una spesa complessiva di € 1.142.450. Gli importi relativi ai cd. investimenti iniziali saranno a carico dell’Amministrazione comunale, debitamente accantonati per la realizzazione del programma di Valorizzazione.

Basteranno? No. La sfida di un reale recupero si prospetta perciò assai ardita. Da un sopralluogo effettuato in questi giorni, di cui vi mostriamo alcune immagini, emerge uno stato di incuria e abbandono, soprattutto per quanto riguarda il giardino, ormai invaso da erbacce, detriti e rifiuti metallici. Il corpo centrale, ristrutturato di recente, presenta qualche calcinaccio caduto ma, tutto sommato, sembrerebbe aver retto alla fibrillazione del sisma. Più problematica la condizione in cui versano gli altri locali, compreso quello che ospita la celebre “vasca sismica”, originale dispositivo ideato da Grablovitz costituito da un pozzetto colmo d’acqua, che oscillando durante un evento sismico, è in grado di muovere un galleggiante il quale, attraverso opportuni meccanismi, trasmette i movimenti a un registratore. Critico anche lo stato delle scale che consentono di accedere alle ampie e panoramiche terrazze di nord-est. Insomma, al di là delle intenzioni, un recupero concreto è ancora lontano.
Tante volte, nel corso della sua storia, l’Osservatorio di Casamicciola ha vissuto brusche frenate. Già nel 1923, ad esempio, lo Stato italiano ne decretò la soppressione “per ragioni economiche”. Solo nel 1940 il Professor Placido Ruggiero, ingegnere capo del servizio idrografico del Genio Civile per la Campania, e il prof. Cristofaro Mennella, avviarono un dibattito nella società civile per il ripristino della struttura, anche attraverso la costituzione di un comitato composto da eminenti scienziati per il rilancio dell’Osservatorio.
L’eterna sfida della ricostruzione di Casamicciola potrà dirsi vinta non solo dopo aver elevato il grado complessivo di sicurezza e mantenendo le comunità sul proprio territorio, ma permettendo alle aree colpite di tornare vive e vitali. Con tutti i luoghi- simbolo della comunità di appartenenza restituiti finalmente alla collettività. Osservatorio compreso.  

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Dott. Roberto Volterri

Lodevolissime iniziative che potrebbero iniziare anche con intitolate al misconosciuto E geniale ricercatore triestino una via, una piazza di Ischia. Neppure a Trieste è ricordato! Dott. Roberto Volterri

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