ARCHIVIO 3ARCHIVIO 5CRONACAPRIMO PIANO

Caso Marconi, è stato solo uno scappellotto: gli atti trasmessi in Procura

ISCHIA. Il cerchio è chiuso. O quasi. Gli agenti del commissariato di polizia di Ischia, guidati dal vicequestore Alberto Mannelli, avrebbero terminato l’attività info investigativa scaturita dopo che una chat di un gruppo whatsapp di genitori di una classe della scuola Marconi è impunemente ed incredibilmente finita oggetto di un servizio giornalistico del quotidiano Il Dispari, che lamentava “orrori”al Marconi con un maestro che avrebbe colpito un giovane scolaro con un pugno. Le indagini condotte presso gli uffici di via delle Terme avrebbero ricostruito l’esatta dinamica dei fatti, che manco a dirlo assume una portata e una valenza decisamente molto più circoscritta rispetto a quanto si pensava e a quanto è stato ripreso anche dagli organi di stampa regionali e nazionali a causa di un altrettanto azzardato take dell’agenzia di stampa ANSA. Presso gli uffici di via delle Terme sono sfilati a più riprese alcuni insegnanti, alcune mamme, il protagonista di questa vicenda (ossia il maestro Giovanni Di Meglio): insomma, il lavoro certo non è mancato per gli uomini guidati dal dott. Mannelli, che naturalmente hanno ascoltato anche la madre del bambino che avrebbe subito la presunta aggressione all’interno delle mura della scuola elementare G. Marconi di Ischia.

Alla fine, secondo le scarne indiscrezioni che emergono, è stata confezionata un’informativa che sarà indirizzata alla Procura della Repubblica di Napoli ed alla Procura per i Minori. Gli inquirenti avrebbero escluso a priori la violenza del gesto così come inizialmente raccontata dai mass media: il maestro avrebbe tirato un piccolo scappellotto ad un bambino che in quel momento stava tenendo un comportamento poco irriguardoso. Una sciocchezza, se si considera il ruolo e la severità degli educatori scolastici d’altri tempi (quelli della generazione dello scrivente ancora oggi fanno tremare i polsi al solo pensiero…) ma purtroppo le nuove normative in materia sono rigide e tassative. Per adesso non scatterà la denuncia all’autorità giudiziaria, si attenderà di capire anche quali sono le determinazioni della magistratura prima di procedere. Tra l’altro, sempre dando credito ad alcuni “spifferi”, l’unica posizione oggetto di esame non sarebbe soltanto quella del maestro della Marconi ma anche di una seconda persona. Che quando è stata ascoltata dagli agenti in servizio presso il commissariato, potrebbe aver dato risposte evasive su alcuni dettagli e quindi potrebbe seriamente rischiare di dover rispondere del reato di favoreggiamento. Ma non finisce qui perché verosimilmente l’inchiesta potrebbe vivere anche i suoi cosiddetti tempi supplementari. Sia pure con il supporto di psicologi o personale adeguato potrebbero essere sentiti anche alcuni bambini che frequentano la classe dove si sarebbe consumato il gesto perpetrato dal docente. Per questo, però, è decisamente ancora presto.

Il divieto di “sculacciare” i bambini a scuola anche se troppo vivaci – sulla scorta del concetto secondo il quale la punizione corporale non sia educativa – nel 2017 ha visto anche la Francia unirsi ai 51 paesi che già erano andati in questa direzione. Ad aprire le danze nell’addirittura lontanissimo 1979 era stata la Svezia, a rimorchio quattro anni dopo arrivò un altro paese del nord Europa, ossia la Finlandia. Poi nel tempo si accodarono Tunisia, Polonia, Lussemburgo, Irlanda, Austria e molti altri. Nel 2014 si adeguò San Marino, due anni più tardi Paraguay e Slovenia. In Italia non è mai esistita un’apposita norma anche se esiste una sentenza della Corte Costituzionale del 1996 che si è espressa contro l’uso di percosse (sculacciata compresa) nei confronti dei bambini. Ma va anche rimarcato come nel nostro paese una ricerca condotta nel 2012 da Save the Children evidenziò come i genitori considerassero la sculacciata un metodo educativo assolutamente valido. E poi, ovviamente, c’è in vigore l’articolo 571 del codice penale ossia “abuso dei mezzi di correzione e disciplina” punito con un minimo di sei mesi di reclusione.

GAETANO FERRANDINO

Ads

Articoli Correlati

0 0 voti
Article Rating
Sottoscrivi
Notificami
guest

0 Commenti
Inline Feedbacks
Visualizza tutti i commenti
Pulsante per tornare all'inizio
0
Mi piacerebbe avere i vostri pensieri, per favore commentatex