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Ciro Calise: «A Montevico in sole 48 ore ripristinati tutti gli impianti»

Ciro Calise non ci sta. Le critiche di Carmine Monti circa lo stato di manutenzione del cimitero di Montevico vengono respinte con decisione dal consigliere di maggioranza con delega ai servizi cimiteriali del Comune di Lacco Ameno. L’ex sindaco ieri aveva denunciato lo stato d’incuria della zona immediatamente adiacente la struttura, nella “passeggiata” che costeggia le mura. Una circostanza che avrebbe contribuito ad alimentare il violentissimo incendio che una settimana fa ha colpito la collina, ma Calise smentisce: «Carmine Monti non sa cosa dice, sul posto c’ero io e posso affermare che l’incendio si è sviluppato nella parte posteriore del cimitero, quella a picco sul mare. Una zona inaccessibile, quindi la presunta mancanza di manutenzione della “passeggiata” non c’entra nulla con la genesi dell’incendio, il quale si sarebbe propagato in ogni caso vista la forza del vento in quella difficile serata».

L’opposizione consiliare aveva pure denunciato alcune situazioni di pericolo all’interno del cimitero, laddove alcune antiche sepolture, risalenti anche all’800, sarebbero in procinto di subire il distacco dei marmi con conseguenti rischi per chi percorre i sentieri della struttura. «Un’altra assurdità – continua Ciro Calise – perché parliamo di due o tre tombe al massimo, che si sono semplicemente annerite per il tanto fumo e la fuliggine prodotta quel giorno dall’incendio sulle pendici della collina. Tra l’altro, noi abbiamo già provveduto ad avvisare i proprietari della circostanza, quindi non capisco il motivo di questo inutile allarmismo. In sostanze i marmi necessitano di un’operazione di ripulitura, ma niente che metta in pericolo la staticità delle sepolture». Carmine Monti, che si era recato al cimitero in compagnia del consigliere Giovanni De Siano, ha anche dichiarato che l’opposizione da mesi aveva denunciato lo stato di generale abbandono nel resto della struttura, ma Ciro Calise non aspetta nemmeno la fine della frase, e sbotta: «Ma dopo un incendio di quelle proporzioni, come si può pretendere che il giorno successivo il cimitero si presenti lindo e pulito? È naturale che il fumo, la polvere e i detriti abbiano in varia misura colpito ogni angolo della struttura. Non so se ridere o piangere di fronte a queste insinuazioni circa il presunto disinteresse del Comune verso il cimitero, che da noi è stato invece sempre curato».

Secondo il delegato ai servizi cimiteriali, non corrisponderebbe a verità l’aneddoto raccontato da Carmine Monti: l’ex sindaco aveva riportato l’episodio secondo cui lo stesso Ciro Calise aveva più volte sollecitato presso il custode l’apertura dei cancelli per permettere l’accesso dei cittadini al camposanto, ricevendo risposta negativa perché l’addetto gli avrebbe ricordato che c’era un’ordinanza da rispettare, quella del sindaco che imponeva la chiusura della struttura in via prudenziale nei giorni immediatamente successivi all’incendio. Una contraddizione che sarebbe indice rivelatore dell’assoluta mancanza di coordinamento all’interno dell’amministrazione. Il consigliere Calise smentisce completamente e la racconta diversamente: «L’ordinanza del sindaco Pascale stabiliva il divieto d’accesso fino a quando non fossero stati ripristinati gli impianti elettrici e idrici. Con l’incendio, infatti, i contatori erano completamente saltati. Eppure, grazie all’intervento del sottoscritto, il delegato al cimitero Ciro Calise, quarantott’ore dopo l’incendio gli impianti erano già ripristinati, con contatori completamente nuovi, grazie anche alla fattiva e tempestiva collaborazione della squadra emergenze dell’Enel e dell’Evi. Ecco perché io avevo sollecitato la riapertura, in quanto di fatto erano già state soddisfatte le condizioni prescritte nell’ordinanza del sindaco. In pratica, siamo stati “troppo veloci” a eseguire i lavori rispetto ai tempi che si prevedevano nell’ordinanza. La nostra amministrazione preferisce i fatti, non le parole».

Un malinteso, dunque, dovuto alla “celerità” d’intervento dopo un incendio che poteva avere conseguenze ben più devastanti: «Dobbiamo pensare che forse è stata proprio la “mano” protettrice della nostra patrona, Santa Restituta, a evitare danni alla struttura, che sostanzialmente è rimasta intatta, a parte i danneggiamenti sulle pareti esterne».

Francesco Ferrandino

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