ARCHIVIO 2ARCHIVIO 5POLITICA

Comune Unico, ma siamo davvero sicuri che…?

È ripreso il dibattito sul Comune Unico. In maniera tiepida, però, e per almeno due ordini di motivi. Il primo è che siamo in estate, fa caldo, e la gente ha altre cose che ballano loro per la testa (su tutte fare cassa, visto che ci troviamo in piena stagione turistica). Il secondo è che chi si è a lungo battuto per l’istituzione di una sola municipalità sull’isola verde attraversa un periodo in cui non è proprio al top dello splendore. La consigliera regionale Maria Grazia Di Scala si sbatte nuovamente per raggiungere l’obiettivo e ci sta, tra l’altro bisogna riconoscere all’avvocato baranese un impegno ed un’abnegazione nell’esercizio della propria carica politica che sono veramente di pochi. Ma qui va fatta qualche altra considerazione perché se è vero che ce la passiamo male, nemmeno possiamo continuare a prenderci per il culo pensando che il Comune Unico costituisca la panacea di tutti i mali. Mi metto comodo e cerco di essere chiaro. Sono sempre stato, di default, un amante degli eccessi, e dunque la filosofia del “tutto o niente” è un qualcosa che mi appartiene e in cui mi riconosco. Ebbene, io lo vedo pedissequamente applicato a questa vicenda. Perché dal nulla bisogna arrivare direttamente all’unificazione dei Comuni senza passare per step intermedi?

Provo a spiegarmi meglio anche se in parte è storia vecchia. I territori dove sembra che la tendenza  ad un soggetto unico sia favorevole, non hanno mai lavorato per lanciare chiari segnali in questa direzione. Mai unificato, ad esempio, i comandi di polizia locale, mai creato una sola azienda per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani, mai studiato ordinanze univoche su tematiche di straordinaria importanza quali ad esempio traffico, viabilità e tutela delle zone a traffico limitato. Mi fermo qui ma è chiaro che potrei proseguire a lungo. Insomma, in buona sostanza anche la tanto invocata unione dei servizi non l’abbiamo mai vista e chissà se la vedremo mai. E allora mi chiedo, se non si riesce nemmeno a partire dal basso – dando così l’esempio anche ai cittadini, in particolare a coloro che potrebbero apparire scettici – come si può pretendere di mettere a segno un autentico “golpe”? Avete capito bene, ho detto golpe. Perché solo tale può essere definito un referendum bis che non prevede il raggiungimento del quorum. Così i giochi saranno fatti: a votare andranno in pochissimi come in passato, chi è interessato voterà per il “sì” mentre gli altri continueranno ad astenersi perché adesso, con tutto il rispetto, appare davvero lampante come i problemi siano anche altri. Ne voglio citare uno. Si è sempre pensato che dietro l’idea della costituzione del Comune Unico – al netto dell’impegno degli attivisti dell’ACUII e di qualche lupo solitario – ci fosse dietro anche la voglia matta di Giosi Ferrandino e Domenico De Siano di mettere le mani sull’intera isola (il secondo, dopo il primo flop, aveva provato a consolarsi col “comunello” anche solo virtuale ma ad Ischia sappiamo tutti com’è andata a finire…). Il problema è che nel frattempo lo stellone dei due esponenti politici è decisamente in calo e non è dato sapere neppure quale sarebbe l’appeal su scala isolana nei confronti dell’elettorato.

La domanda che mi pongo è allora la seguente: dove lo andiamo a prendere un autorevole candidato a sindaco del Comune Unico? Cioè, dico, ci rendiamo conto che abbiamo amministratori che a stento riescono a governare il loro circoscritto ambito territoriale? Diciamoci la verità, ci troviamo in una fase talmente negativa che un soggetto del genere dovremmo o crearlo da zero o andarlo a pescare al di là del mare. Che, manco a farlo apposta, anche nel celebre proverbio è quello che si para di mezzo tra il dire e il fare. Leggo sempre molto volentieri sui social Cesare Di Scala, è uno dei pochi che scrive qualcosa di interessante e non le solite cazzate della massa (partendo dal sottoscritto). Parla delle resistenze foriane al progetto e allora per farla finita propone di trasformare l’isola in due soli Comuni. Forio e Serrara Fontana da una parte, Ischia, Barano, Casamicciola e Lacco Ameno dall’altra. Così, sostiene, resterebbe anche spazio per quelle folkloristiche rivalità campanilistiche che hanno fatto la storia e qualche volta anche le “gioie” della nostra amata terra. E poi conclude dicendo che “Cambiare non è più solo utile, è indispensabile”. Si può convenire su tutto, ma attenzione: se da una Fiat Panda passi a una Ferrari il salto di qualità è assicurato. Ma ad una condizione: che ci sia qualcuno che la sappia guidare. Altrimenti torneremmo punto e daccapo, anzi peggio: finiremmo anche con lo schiantarci in un muro.

gaetanoferrandino@gmail.com

Ads

Articoli Correlati

0 0 voti
Article Rating
Sottoscrivi
Notificami
guest

0 Commenti
Inline Feedbacks
Visualizza tutti i commenti
Pulsante per tornare all'inizio
0
Mi piacerebbe avere i vostri pensieri, per favore commentatex