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Il corpo e l’anima delle donne di Felice Meo

NAPOLI. La donna è sempre stata nella storia dell’arte un importante soggetto da raffigurare, idealizzare e contemplare. Il corpo femminile è armonioso nelle sue forme, accogliente per il calore che sa sprigionare e confortante per la sicurezza che riesce a trasmettere. Felice Meo ha voluto racchiudere tutte queste caratteristiche femminili nelle sue opere esposte alla mostra “Donna” in occasione della Giornata internazionale della donna. La mostra, voluta fortemente dalla curatrice Paola Pozzi, ha riscosso un grande successo e per quattro giorni la Galleria Frame Ars Artes è stata teatro di grandi emozioni. Le opere del casamicciolese Felice Meo sono realizzate in ferro e sono ricavate dal riciclo di oggetti di uso comune come vecchi scaldabagni o lastre di ferro abbandonate tra i rifiuti nelle discariche. Questi oggetti, ritenuti inutili o non più produttivi, vengono tagliati, lisciati, levigati con acidi particolari dall’artista per diventare imponenti figure femminili raffigurate sempre di spalle. Queste donne nella loro sinuosità trasmettono all’osservatore un senso di grande mistero proprio per il fatto che non hanno un volto preciso che possiamo interpretare. Ci è concesso vedere soltanto le spalle, le braccia, le gambe e i capelli, mentre il viso è oggetto della nostra interpretazione e della nostra fantasia. Di queste donne sappiamo poco. Possono essere madri, figlie, mogli e sembrano sempre aspettare qualcuno o qualcosa. Per poter capire qualcosa in più dobbiamo interrogarle, fissarle ed entrare nella loro mente.

Le donne di Felice Meo sono un’importante manifestazione della più intima essenza del genere femminile. Sono donne forti che vogliono ribellarsi alla disparità di genere, agli abusi, troppo spesso sottaciuti, alla violenza e a qualsiasi tipo di discriminazione. In particolare le opere femminili di Felice Meo vanno contro l’assuefazione della società riguardo al tema del femminicidio che tragicamente sembra non destare più scalpore perché quasi all’ordine del giorno. Alla mostra, accanto alle monumentali figure femminili in ferro, erano presenti anche alcune opere dell’artista realizzate con la penna dalla punta d’argento su dei cartoncini. In tali opere di piccolo formato erano presenti ancora una volta forme sinuose e molto idealizzate di diverse donne dalle caratteristiche davvero notevoli. È utile mettere in evidenza la grande importanza di Paola Pozzi che, nei panni di curatrice, ha fortemente creduto in Felice Meo mettendogli a disposizione gli spazi della Galleria Frame Ars Artes, una giovane realtà nel campo dell’arte che da qualche anno ha già saputo ritagliarsi uno spazio di tutto rispetto nel celebre Corso Vittorio Emanuele di Napoli. Per avere maggiori informazioni su Frame Ars Artes e sugli eventi che promuove basta collegarsi al sito internet della galleria, mentre per rintracciare altre opere importanti di Felice Meo è necessario vistare i canali social dell’artista dove puntualmente pubblica foto di lavori in corso o di opere già terminate.

 

Henry Camillo Bermudez

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