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Dagli appalti alle minacce

Di Mauro Iovino

Nella cronaca di sabato abbiamo ampiamente riportato quanto accaduto nel pomeriggio di venerdì al Comandante della Polizia Municipale, Maggiore Raffaele Monti.

A memoria d’uomo non ricordo che un ufficiale della Polizia Municipale sia mai stato minacciato con cotanta protervia e arroganza con la minaccia di essere “sparato in bocca”. Nella fattispecie colui che lo ha minacciato si è sentito in “diritto” di farlo perché il Comandante stava minando il “suo” lavoro, la sua “libertà” di movimento per le strade di Lacco Ameno.

In effetti il Maggiore Monti chiedeva soltanto di spostare il mezzo pesante in un’area di sosta che consentisse la circolazione dei mezzi e contestualmente potesse rifornire un mezzo meccanico (tipo bobcat) di cemento da scaricare nell’area di cantiere.

Ma, questo atteggiamento camorristico – estraneo alla nostra realtà territoriale – è stato frutto della malsana abitudine del soggetto in corso di identificazione oppure perché costui ha trovato terreno fertile sapendo che poteva comportarsi in questo modo?

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Che il Maggiore Monti fosse inviso all’amministrazione comunale è circostanza nota da anni, soprattutto in merito alle note vicende di carattere giudiziario che vedranno il proprio epilogo il prossimo 26 novembre, e quando un dipendente comunale è inviso ai propri vertici è abitudine che costui venga isolato e abbandonato al proprio destino, in modo che prima o poi capisca che è meglio cambiare aria con una richiesta di trasferimento.

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Il tipo che ha minacciato il comandante dei vigili era a conoscenza di tutto ciò? Si è sentito in “diritto” di poter dire quello che ha detto perché qualcun altro gli ha raccontato in questi giorni che lui non rappresentava che sé stesso? O qualcuno avrà anche aggiunto che Raffaele Monti era da considerarsi un nemico dell’amministrazione comunale e questo avrebbe potuto incoraggiare l’insana minaccia?

Non avremo mai queste risposte ma se costui non sapesse già come comportarsi e che atteggiamento avere di fronte all’ufficiale della polizia locale, il successivo intervento del Sindaco Giacomo Pascale lo avrà ragguagliato su tutto e fatto sentire dalla parte del più forte (che non coincide quasi mai con quella del diritto, della verità e della giustizia).

Sin dal primo pomeriggio di venerdì – come abbiamo scritto sul sito del Golfo24.it – abbiamo raccontato dell’intervento a gamba tesa del Sindaco che – sicuramente chiamato da quelli della ditta – è giunto in loco e senza sentire ragioni né altro si è lanciato in un intervento pubblico, a gamba tesa, contro il Comandante della Polizia Municipale umiliandolo e trattandolo come pezza da piedi, e disponendo come se fosse un capo cantiere alla betoniera di riprendere il proprio lavoro, come se nulla fosse stato.

Per la verità la colpa di quanto accaduto è anche un po’ di Raffaele Monti perché testimonia la poca indipendenza che hanno i comandanti dei vigili rispetto all’autorità amministrativa. Vogliamo mentire e dire che i comandanti della polizia locale sono indipendenti ed hanno piena autonomia di movimento? Da un punto di vista formale sono autonomi, indipendenti, intoccabili! La realtà è tutt’altra! I comandanti della polizia municipale hanno un timore reverenziale verso il proprio sindaco e questo il più delle volte è determinato dal fatto che quei posti sono occupati da ufficiali non vincitori di concorso pubblico ma solo per titoli di gradimento… Altre volte perché la figura della polizia municipale non è mai stata valorizzata come si deve ma assoggettata al volere e disponibilità dell’autorità amministrativa.

Stessa condizione vivono tutti i dirigenti comunali che o fanno quello che è gradito ai sindaci altrimenti devono prendere “armi e bagagli” e sloggiare altrove, rinunciando a lauti stipendi che vengono elargiti proprio perché devono firmare quello che c’è da firmare e parlare poco!

Solo noi de Il Golfo abbiamo seguito l’intera vicenda dei lavori fognari di Lacco Ameno: dall’affidamento della gara, passando per l’intervento della Guardia di Finanza, fino all’arrivo della lettera dell’Autorità Nazionale Anticorruzione. Una vicenda che rappresenta – come abbiamo già scritto – più ombre che luci. È ovvio che agli amministratori comunali interessa fare questi lavori e terminarli a tutti i costi, poi eventuali irregolarità amministrative o penali saranno chiarite con tutta calma … l’importante ora è rendicontare lo stato dei lavori e passare all’incasso dei fondi Europei.

Dopo quando accaduto ci saremmo aspettati tutti un intervento chiarificatore del sindaco o dell’assessore delegato che però non è arrivato: il silenzio a volte dice molto ma molto di più di tante parole…..

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Roberto Stompanato

Il mio pensiero in merito a questa “sporca” vicenda l’ho espresso subito condividendo l’articolo e aggiungendoci del mio. Avevo promesso che il dott. Cantone sarebbe stato portato a conoscenza. Fatto.

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