LE OPINIONI

IL COMMENTO Il sorpasso, fenomenologia dell’ischitano alla guida

DI RAFFAELE MIRELLI

Lo sanno tutti: mettersi al volante significa scaricare una parte dello stress quotidiano, delle frustrazioni causate dal lavoro, dalla gestione familiare o più semplicemente da una nottata in bianco. Tutti questi fattori incidono pesantemente sul nostro modo di muoverci attraverso le convenzioni. E l’automobile sembra essere il luogo ideale per sfogare, espellere questa “carica negativa” che ristagna negli esseri umani. Se ci addentriamo nel Web, troveremo moltissimi siti che consigliano di praticare esercizi di meditazione, passeggiate per calmare i bollenti spiriti prima di mettersi alla guida di qualsiasi mezzo. Ovviamente tutto questo non rientra affatto nelle nostre abitudini! Rientra invece a pieno titolo,l’abitudine di considerare il piccolo perimetro stradale della nostra isola come un circuito nel quale sperimentare nuove traiettorie di guida ad alta velocità. Ma non andiamo a enumerare i soliti aspetti critici che ormai abbiamo appresotutti, quelle criticità territoriali che un “medio isolano” conosce a menaditoquali:numero eccessivo di veicoli, scooter, strade disastrate e via discorrendo fino allo sfinimento. La lista diventerebbe lunghissima e ansiosa. Creiamo – piuttosto – il paradosso ed entriamo per un attimo nella mentalità comune.Cerchiamo di guardare la strada con gli occhi dell’ischitano, di una persona affaccendata, che deve percorrere distanze lunghe centinai di chilometri per andare a lavoro, a fare la spesa (sono ironico) e descriviamo quella che definirei una “fenomenologia dell’ischitano alla guida”, analizzando tutti i fattori psicologici che ne determinano il comportamento e la condotta.

É bene che lo sappiate: l’ischitano non guida solo per spostarsi, l’ischitano quando guida, lo fa solo perché deve salvare il mondo, deve raggiungere e perseguire un fine superiore: per esempio comprare un pacco di zucchero poco prima della chiusura del supermercato, è un fine che autorizza a sorpassare, a essere frenetico e impaziente, a non rispettare le regole. Portare a casa un pacco di zucchero in “zona cesarini” (scusate i rimandi calcistici ma siamo in clima europei), rende un essere migliore.Come si dice: “Il fine elimina i mezzi!” I “mezzi”– in questo caso – siete voi sulla loro strada. Altro presupposto essenziale, per comprendere al meglio questa fenomenologia, è considerare il seguente assioma: “A Ischia ci conosciamo tutti, se quindi parcheggio davanti a un varco pedonale, o sulle strisce pedonali, o in curva, non può mica nuocere alla vita dei miei compaesani? Tanto mi conoscono Se investo qualcuno, non è poi così grave, tanto lo conosco”. Questa “fenomenologia” si estende al“mondo della vita”, ossia alle geografie mentali dell’ischitano al volante: ci sono alcuni luoghi che – tramite memoria visiva – attivano delle consuetudini, delle azioni inconsce che il cervello mette in atto automaticamente e immediatamente. Essi si compongono di quelle che chiameremo “locuzioni mentali”, ossia un meccanismo di pensiero inconscio che guida l’azione in determinati spazi cruciali che definiremo “esempi spaziali”.

Vediamo come funzionano e quali sono.

Locuzione mentale: “Tanto devo solo fare la spesa; acquistare un secondo il pane per cui parcheggio in seconda fila, meglio davanti all’ingresso della panetteria, faccio prima. Esempio spaziale: si attiva in zona Caserma dei Pompieri oppure zona Pilastri. Locuzione mentale: “Tanto devo solo prendere un cornetto o (ancora) fare la spesa al supermercato di fronte alla pasticceria in questione”. Esempio spaziale: si attiva in zona Pilastri. Locuzione mentale: “Tanto devo solo prendere velocemente dei medicinali”. Esempio spaziale:si attiva in prossimità di tutte le farmacie, in particolare quella prima dell’incrocio dove i semafori “tacciono” da anni. Questi sono solo alcuni dei tanti esempi dettati dai semplici acquisti quotidiani, per cui vi invito a farci caso, non solo quando lo fate, ma anche quando vi trovate a transitare per i suddetti luoghi, negli orari di punta. Ci sono poi le abitudini errate che definirei quasi culturali, sì, una “cultura della guida” tutta isolana che si trasmette di generazione in generazione, da considerare come imperativi categorici: se posseggo un mezzo a due ruote – aggiungo anche le pseudo bici elettriche -, devo assolutamente sorpassare (o leggere e scrivere messaggi nel contempo).

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Il classico dei classici per i mezzi a due ruote è il seguente:un’automobile si ferma in prossimità degli attraversamenti pedonali, per lasciar attraversare una persona, ed ecco lo scooter che sorpassa, mettendo in pericolo i pedoni. Cari pedoni fate sempre attenzione! Quando attraversate, guardate non solo l’auto, ma lo scooter che si lancia “sulla fascia” come Zambrotta ai mondiali del 2006. Non si fermerà. Io ho rischiato più volte di essere investito e – in aggiunta – ho ricevuto anche gratuite imprecazioni perché lo facevo. Un punto dove questo accade frequentemente è l’attraversamento pedonale in prossimità della scuola Guglielmo Marconi, ma non solo. Li, però, lo si osserva con molta frequenza e ci scappa sempre un buon caffè. Inoltre, è vietato seguire il normale flusso del traffico,perché i motocicli devono obbligatoriamente sorpassare e non possono assolutamente, come tutti, seguire il flusso educato del traffico.

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Altro tassello importante di questa fenomenologia è rappresentato dalle “rotatorie”. A Ischia la rotatoria è un Leviatano, un mostro enorme che fagocita le capacità intellettive. Non va rispettata la norma che dice di“rallentare in prossimità della stessa e se la rotatoria è impegnata, dare la precedenza al veicolo che è in transito, che la impegna”. No, assolutamente no! Da noi funziona così: in prossimità della rotatoria bisogna accelerare e “menarsi” all’interno della stessa prima di chiunque altro per evitare di rallentare, cosa che mette in cattiva luce il nostro ego, facendoci sentire più piccoli, dei perdenti. Vi invito, infatti, a fare caso a chi accelera, vedendovi impegnare la rotatoria. Tagliandovila strada ad alta velocità, vi guarderà con fare minaccioso. Il luogo piùtipicodove poter osservare questo atteggiamentoè la “rotatoria della Piaggio” in primis e ovviamente Piazza degli Eroi. Osservatelo, vi divertirete.

Perdonatemi se ho voluto trattare questo tema con ironia, anche perché la situazione sta diventando sempre più pesante e nessuno di noi è immune. I pericoli in cui incorriamo ogni giorno sono tanti e dettati davvero da atteggiamenti inconsci, oltre che da tanto egoismo. Intanto le vittime continuano ad affollare le nostre strade, trasformandole pian piano, in dei veri e propri cimiteri diffusi. Pensate alla strada che porta da Ischia a Casamicciola, ai fiori, alle luci e alle frasi lasciate su quei luoghi che dovrebbero accendere in noi il senso di responsabilità. Io vi chiedo e mi chiedo se ne vale davvero la pena. Concludo con un appello a tutte le persone di buon senso: richiamate – quando potete e senza sentirvi in difetto – le persone che non rispettano il codice della strada, fate sentire loro il senso responsabilità. Fate attenzione – inoltre – a non ricadere nei luoghi comuni sopra descritti. Siamo noi a fare la differenza e possiamo essere da esempio. Educhiamoci a rispettare gli altri. La formula da osservare per migliorare la nostra isola è davvero elementare.

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