CULTURA & SOCIETA'

E’ ufficiale: l’AMP ‘Regno di Nettuno’ ricomincia dai Comuni. Tra scienza e politica al Forum di Lacco Ameno

Full immersion tra le meraviglie dei fondali dell’Area Marina Protetta, di nuovo in mano agli Enti locali. L’ottimismo degli amministratori, le richieste degli scienziati, lo stato delle attività e delle ricerche in un seminario pubblico dedicato alla divulgazione e alle nuove strategie di valorizzazione. Una sfida appena iniziata

Il mare dell’isola d’Ischia non può più essere considerato solo come scenario d’attrazione di una destinazione balneare tra le più note del Mediterraneo e d’Europa. Il valore biologico, naturalistico, economico, culturale dei fondali dell’Area Marina Protetta ‘Regno di Nettuno’ è inestimabile. Grazie a una fauna e a una flora di stupefacente ricchezza. Chi però usufruisce di questo immenso patrimonio di biodiversità marina, spesso non lo conosce, e ancora più spesso lo danneggia inquinandolo. I dati, contro cui perfino gli scettici in mala fede dovrebbero arrendersi, sono sconfortanti: oltre l’80% dei rifiuti raccolti nel Mar Mediterraneo è rappresentato da plastiche che minacciano l’ecosistema e la salute dell’uomo, deturpando spiagge e fondali. Ben 700.000 sono le microfibre di plastica scaricate in mare da un solo lavaggio di lavatrice e 24 le tonnellate di microplastica provenienti dai prodotti cosmetici di uso quotidiano che ogni giorno riversiamo in mare e che entrano inevitabilmente nella catena alimentare. L’Italia produce ogni anno oltre 4720 miliardi di bottiglie di acqua minerale in PET e ne rilascia oltre 132.000 tonnellate nelle acque costiere. La vita marina è dunque sotto attacco: prima che sia troppo tardi, possiamo e dobbiamo prenderne coscienza. Perché una gestione sostenibile dei materiali plastici o inquinanti è ancora possibile.
E’ quanto emerso al convegno “FONDAmentaLI”, focus interdisciplinare sui fondali mediterranei e in particolare sull’Amp “Regno di Nettuno”, che si è svolto nella giornata di ieri presso il Centro Congressi “Leonardo Carriero” di Lacco Ameno. Un’iniziativa che ha visto la partecipazione di ricercatori, rappresentanti istituzionali, amministratori pubblici, imprenditori, esperti e appassionati di natura, cittadini (pochi) e studenti isolani (tanti). Anzitutto per rafforzare e diffondere una conoscenza dell’ambiente marino, in marcato ritardo rispetto a quella dell’ambiente terrestre; in secondo luogo, per elaborare, sulla base delle ricerche effettuate o ancora in corso, proposte progettuali di rapida attuazione che possano scongiurare la definitiva distruzione di un ecosistema tanto inesplorato quanto essenziale alla sopravvivenza dell’uomo sul nostro pianeta.

Progetti che riguardano anche la nostra isola, il cui rilancio – come ha sottolineato l’Ing. Giancarlo Carriero all’apertura dei lavori – «non può che partire dalla sua sostenibilità. Se non lo comprendiamo, non riusciremo mai a rilanciare risorse e bellezza dell’isola a livello internazionale.»

Guerra alla plastica e ai saponi; mobilità sostenibile; ripristino e piena valorizzazione della sentieristica, infrastruttura turistica d’eccellenza fin troppo sacrificata (o ignorata) per lungo tempo. Sono questi i tre obiettivi che il sindaco di Lacco Ameno Giacomo Pascale, anche a nome dei suoi “colleghi”, pone come passi inevitabili di un cammino comune per vincere la sfida, non solo ambientale, del futuro. «Il mare è una ricchezza determinante, ci assumiamo tutti insieme questo impegno con la consapevolezza che possiamo fare tanto, ma non tutto. Per un sindaco non c’è niente di peggio che emanare un’ordinanza e non avere forze e strumenti per farla rispettare. Occorrono uomini e mezzi, occorrono risorse dal Ministero e la collaborazione di tutti: Capitaneria, Città Metropolitana, Regione Campania, associazioni ambientaliste, pescatori, cittadinanza. Un’isola come Ischia, che vive grazie ai turisti, ha il dovere di dare il buon esempio e di farsi portavoce di un nuovo approccio verso l’ecosistema. Che poi è quello in adozione dal Paese e dall’Europa».

Anche ufficialmente, dunque, gli amministratori si impegnano, con l’adozione dell’ordinanza che mette al bando le plastiche, di promuovere cultura e pratica del riutilizzo a dispetto della dilagante mentalità “usa e getta”.  Ci riusciremo? Certo, la tutela dell’ambiente, specie in un territorio ancora costantemente martoriato (basterebbe un giro nei nostri boschi o al cantiere monstre della Siena a Ischia Ponte), è un elemento distintivo dell’azione di governo locale e rientra in un’operazione culturale, prima ancora che amministrativa, anche di ‘rottura’, che ci aiuta ad affrontare il più complesso problema dello smaltimento dei rifiuti. Gli oggetti di plastica non biodegradabile, soprattutto quelli a uso alimentare, finiscono spesso nei rifiuti indifferenziati o vengono lasciati sporchi dappertutto, aggravando il quadro complessivo dell’ecosistema terrestre e marino. L’auspicio è che i cittadini comprendano quanto prezioso possa essere il contributo derivante dalle piccole azioni quotidiane. Lo ricorda il consigliere regionale Francesco Emilio Borrelli: «Troppo spesso i cittadini pensano all’ambientalismo come estetica, cosmesi, qualcosa che non li riguarda direttamente. Nulla di più sbagliato o dannoso. Per la difesa dei fondali bisogna partire dal non inquinarli, più che pulirli. Per questo chiedo pubblicamente ai sindaci delle isole di Ischia e Procida, come alla Capitaneria, di essere intransigenti. Un salto di qualità è possibile solo con un modello di amministrazione applicato con durezza. Cominciamo a vietare il fumo sulle spiagge, ad adottare pratiche virtuose. Su esempi di buona amministrazione che, riguardo alle aree protette, si sono rivelati vincenti. L’Associazione Gaiola onlus ha realizzato un piccolo paradiso terrestre nel nostro territorio. Bisogna ripartire da qui. Spero che il nuovo Consiglio di amministrazione del Regno di Nettuno possa aiutarci in questo salto di qualità.»

La giornata di riflessioni e approfondimenti, non solo scientifici, è stata anche l’occasione per ufficializzare il ritorno della gestione dell’Area Marina Protetta agli enti locali dopo la governance a cura della Capitaneria di Porto, effetto del Commissariamento voluto dal governo centrale (rappresentato al seminario dalla presenza e dagli interventi del capo della segreteria tecnica del Ministero dell’Ambiente e della tutela del Territorio e del Mare, Tullio Berlenghi, e del direttore generale Maria Carmela Giarratano, oltre che dai vertici delle Capitanerie).
«Il mare è il nostro futuro», ha dichiarato il Comandante generale del Corpo delle Capitanerie di Porto, Giovanni Pettorino. «Sul Mediterraneo, in particolare, così antropizzato, semichiuso e con un ricambio ridotto delle acque, abbiamo una grande responsabilità: tutto quello che gettiamo in mare resta per tre generazioni». Il Contrammiraglio Pietro Giuseppe Vella, direttore della Capitaneria di Porto di Napoli, quindi dell’Amp, ha ricordato invece «il contributo offerto dalla Capitaneria per consentire tutte le attività amministrative di tutela dell’area sottomarina, di controllo e al tempo stesso di fruizione al pubblico, infondendo cultura e sensibilità dell’ambiente come valore volitivo e d’impegno che non può lasciarci indifferenti.»

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«La Capitaneria ha svolto un ruolo decisivo» ha riconosciuto Pascale. «Per questo li ringraziamo e procederemo insieme sulla strada da loro tracciata. È stato fatto un lavoro importante con il Ministero, grazie soprattutto al sindaco Francesco Del Deo: la politica ha prevalso su quella che era diventata carta bollata. È paradossale pensare a una lite tra gli Enti locali e il Ministero dell’Ambiente. Questo non è un punto di arrivo ma di ripartenza. I ricorsi sono stati ritirati, è stato nominato il nuovo Cda, un Direttore come Miccio con cui l’interlocuzione, in questi anni, non si è mai fermata, e a cui dobbiamo, insieme a Caterina Iacono, questa bellissima giornata di informazione e divulgazione, ora tocca a noi dimostrare di saper essere artefici del nostro destino.»
Malgrado gli errori e la delusione della precedente gestioni da parte degli Enti stessi? «E’ proprio da questi che dobbiamo ripartire. Con umiltà. Provando a volare più alto, con la consapevolezza che l’Area Marina Protetta è una realtà importante, in grado di valorizzare il nostro territorio e creare occupazione. E oggi la necessità numero uno per il nostro territorio è il lavoro, lo sviluppo, gli investimenti, anche internazionali.»

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Sulle formidabili connotazioni e potenzialità dei nostri fondali si sono soffermati tutti i relatori del Forum. Con interessanti novità proprio sul Regno di Nettuno: Giovanni Fulvio Russo, ordinario di ecologia al Dipartimento di Scienze e Tecnologie della Parthenope, ha presentato in anteprima la versione più aggiornata della mappa bionomica dell’area marina protetta, una cartografia della vita che popola i fondali del Regno di Nettuno. «I diversi habitat risultanti – ha spiegato  Russo – sono stati rappresentati con campiture di colore diverso, evocative del paesaggio subacqueo da essi caratterizzato. 24 habitat, distribuiti nell’area in modo da formare un mosaico ambientale molto eterogeneo e complesso. Tra i tanti habitat, è da sottolineare innanzitutto la presenza di vaste praterie formate dalla pianta marina Posidonia oceanica, che circondano le isole di Ischia e Procida formando una fascia protettiva ad alta biodiversità che ha poche interruzioni. Di particolare rilevanza per l’elevata biodiversità sono anche i fondi a rodoliti, veri e propri ‘ciottoli viventi’, e le biocostruzioni calcaree del coralligeno, analogo nel Mediterraneo delle ben più note scogliere coralline dei mari tropicali. Questi habitat forniscono anche all’uomo servizi ecosistemici importantissimi per l’equilibrio climatico, primo fra tutti il sequestro di anidride carbonica, gas serra tra i principali responsabili del surriscaldamento globale del pianeta. L’informazione cartografica costituirà l’elemento di base per le future politiche di gestione dell’area marina protetta e verrà subito utilizzata  nel progetto, attualmente in corso, sulla contabilità ambientale per il calcolo del valore del capitale naturale custodito dai fondali delle isole di Ischia, Procida e Vivara.»

Sulla questione (caldissima in questi giorni) dei cambiamenti climatici è tornata anche Maria Cristina Gambi (Dipartimento di Ecologia Marina integrata Villa Dohrn Ischia), per raccontare che le emissioni sommerse di CO2, legate intimamente alla natura vulcanica dell’isola, rappresentano un incredibile laboratorio di studio unico in tutta Europa. Cinque stazioni di studio nell’Area (Castello, A Vullatura, Chiane del Lume, Grotta del Mago, La Madonnina) con molti perdenti e pochi vincitori (tra cui la preziosissima Posidonia) in un ambiente stressato dove il Ph cambia troppo velocemente e la biodiversità (“i bulloni dell’astronave Terra”, come li ha definiti il geologo Romeo Toccaceli, chiedendoci però quanti altri “bulloni” siamo disposti a perdere prima del collasso definitivo) deve fronteggiare mutamenti sempre più repentini e radicali.
Dalla Gambi un appello a chi gestirà nel futuro l’Amp: più protezione. Auspicabile perciò che, nell’ambito del sistema di zonizzazione e gestione dei fondali dell’area marina protetta, questi sistemi di studio venissero protetti al meglio e l’accesso, anche per la ricerca, regolato da un comitato scientifico istituito in un futuro non troppo lontano.

E ancora le ultime ipotesi sulla moria di Pinna nobilis nel Mediterraneo (a cura della patologa Francesca Carella), la memoria sommersa di Aenaria (raccontata dall’archeologa subacquea Alessandra Benini), le fonti idrotermali e i fondali dell’isola (illustrati da Lucia Annicelli, direttrice della Biblioteca comunale Antoniana. Sessione pomeridiana dedicata invece all’aspetto divulgativo con interventi, fra gli altri, di Gian Carlo Carrada (sul racconto dell’ecologia marina), di Roberto Sandulli (sul dramma delle plastiche in mare) e dell’attuale Direttore Antonino Miccio, l’uomo che, forte della sua esperienza nell’Amp Punta Campanella ha gestito praticamente il Regno di Nettuno in questi anni di ‘interregnum’. Sarà ancora lui l’uomo simbolo di questo (ennesimo) tentativo di rilancio sotto l’egida dei Comuni o verrà fuori un nome nuovo? Non resta che attendere (non troppo a lungo, si spera).

Foto di Franco Trani

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