ARCHIVIO 3ARCHIVIO 5

Effetto terremoto: Geotermia, ancora un “No” dalla Regione Campania

ISCHIA. Prosegue il braccio di ferro tra Ischia Geotermia e la Regione Campania sull’intricata vicenda dell’impianto geotermico da realizzarsi in quel di Serrara Fontana.  Dopo la bocciatura dello scorso maggio  da parte di Palazzo Santa Lucia alla realizzazione del progetto in questione sul territorio isolano, e dopo il ricorso presentato lo scorso novembre da Ischia Geotermia al Tar proprio contro il parere negativo espresso  dalla Regione gia rigettato lo scorso dicembre, arriva ora l’ennesimo categorico no all’impianto. Il diniego  giunge ancora una volta dalla Commissione V.I.A V.A.S  della Regione chiamata nuovamente ad esprimersi a seguito della  ulteriore documentazione integrativa inviata a scopo di chiarimenti da Ischia Geotermia lo scorso ottobre. Documentazione che, tuttavia, secondo l’ente regionale, avrebbe dimostrato di essere ugualmente carente ed insufficiente, soprattutto alla luce del terremoto che ha colpito il territorio isolano il 21 Agosto dello scorso anno.

Le lacune nelle metodologie scientifiche

E di lacune, nello studio  delle peculiarità geologiche dell’isola ce ne sarebbero tante, a partire, secondo la  commissione regionale, proprio dalle metodologie di rilevazione dei dati  di localizzazione utilizzate all’indomani del sisma  dello scorso agosto e che hanno mostrato come queste ultime non possano  essere  adeguate  non solo per prevedere in modo fattivo  eventuali rischi connessi alla realizzazione dell’impianto geotermico, ma neppure di dare precise misurazioni per eventi già accaduti. «Le inadeguate conoscenze scientifiche del sottosuolo ischitano  ai fini operativi – scrive la commissione ambientale – si sono rivelate a pieno durante la crisi sismica dell’agosto 2017. La scossa di magnitudo 4, inizialmente localizzata dall’INGV in mare, a circa tre chilometri a Nord della costa di Casamicciola, a profondità 5 chilometri, sono nei giorni successivi veniva rilocalizzata a monte di Casamicciola e a profondità 1.7. E tale sostanziale differenza di localizzazione derivava dalla adozione di un diverso modello di velocità».  La commissione ambientale fa, inoltre, riferimento anche a quanto riportato recentemente dall’INVG che ha sottolineato come l’utilizzo di modelli di velocità non specifici per la localizzazione dei terremoti permetta soltanto di “ottenere risultati approssimativi utili alle esigenze immediate di protezione civile e che soltanto dopo il terremoto dello scorso agosto  si è iniziato un percorso di affinamento della localizzazione dei terremotati”. Percorso questo non ancora completato.  Dunque, mancherebbero dei modelli specifici di riferimento che permettano di prevedere nel medio e lungo periodo le effettive conseguenze della realizzazione di un impianto geotermico.

La commissione ambientale campana, poi sottolinea come “l’operazione di trivellazione prevista dal progetto in un’area come quella di Ischia risulti difficile a causa della complessità del sistema vulcanico ischitano».  Viene difatti specificato come non solo Ischia Geotermia non abbia fornito, nonostante sia stato richiesto, uno studio approfondito basato su indagini geofisiche ad alta risoluzione né uno studio vulcanico più realistico, ma abbia semplicemente  fatto riferimento, nei recenti chiarimenti, come il modello di riferimento utilizzato sia stato quello ampiamente accettato dalla letteratura e che quindi per tale motivo “è ragionevole ipotizzare che finchè la dinamica dell’isola sarà caratterizzata da lenta subsidenza, anche la sismicità si manterrà su livello molto bassi, verosimilmente sugli stessi livelli registrati dalla rete di sorveglianza negli ultimi 17 anni”.  Ipotesi questa però completamente sfatata proprio dall’evento sismico dello scorso agosto  che avrebbe, dunque dimostrato come “tale modello tettonico non fornirebbe alcuna garanzia in termini previsionali su come la geotermia possa avere effetti collaterali sul vulcanismo”.  Inoltre sempre la commissione scrive che “nonostante sia difficile chiarire le relazioni tra le fenomenologia magmatiche e vulcaniche e quelle sismiche non è possibile escludere in modo così semplicistico quale quello operato da Ischia Geotermia, il possibile accadimento di fenomeni eruttivi con fenomeni sismici e gravitati in fase pre-eruttiva ed eruttiva. Bisogna inoltre considerare poi che l’isola di Ischia si trova a poca distanza dalla caldera dei campi flegriei ovvero uno dei vulcani più pericolosi al mondo”.

Il  danni del terremoto del 21 Agosto

Ads

Dunque, secondo la commissione ambientale regionale, i dati e le informazioni utilizzate da Ischia Geotermia per lo studio della realizzazione dell’impianto in questione  sarebbero enormemente lacunosi. Nonostante ciò sia stato evidenziato anche da diversi studiosi e scienziati nelle recenti osservazioni indirizzate al Ministero dell’Ambiente, la società continua ad essere fin troppo sicura che la zona interessata dall’attività di coltivazione geotermica possa essere considerata  asismica e pertanto  la probabilità di indurre terremoti  anche di bassa magnitudine  è da ritenersi bassa.   A tal proposito, secondo la Regione Campania, non si deve dimenticare che, pur essendo considerato di magnitudo non elevata il terremoto che si è verificato la scorsa estate, questo ha comunque causato effetti devastanti sul territorio isolano. Effetti che erano stati, manco a dirlo, già ipotizzati lo scorso maggio dall’ente regionale nel primo parere negativo.

Ads

 «Un piccolo terremoto di Magnitudo 4 –scrive ancora la commissione ambientale – ha causato la morte di due persone e il ferimento di quasi 50 persone. A seguito dei danni al patrimonio immobiliare sono state sfollate circa 2600 persone. A tale situazione drammatica si aggiungono i danni ingentissimi alla principale attività economica dell’Isola, ovvero il turismo, che permangono a tutt’oggi. Stime di operatori del settore riportate sulla stampa nel settembre 2017 quantificano il danno economico delle disdette delle prenotazioni, effettuate subito dopo l’evento sismico, in 40 milioni di euro per l’isola d’Ischia e in complessivi 120 milioni per le attività dell’intera regione, con diverse persone che hanno perso il lavoro (senza poter usufruire di ammortizzatori sociali), e oltre duemila aziende medie e piccole a rischio chiusura. Lo scorso periodo natalizio l’isola d’Ischia ha registrato un preoccupante calo di presenze e le previsioni per la prossima primavera–estate evidenziano una grave riduzione di richieste di prenotazioni che potrebbe determinare un calo dal 30% al 60% del fatturato lordo complessivo.  La società proponente non considera, volontariamente ed erroneamente per quanto già esposto, che l’ambiente, ai fini della VIA, deve essere inteso come sistema di relazioni fra i fattori antropici,naturalistici, chimico-fisici, climatici, paesaggistici, architettonici, culturali, agricoli ed economici. Continua a ritenere non rilevanti le caratteristiche dell’ambiente nell’area di influenza del progetto, ben descritte nel parere della Regione Campania di cui al DD15/2017. Le stime e le valutazioni lacunose e approssimative effettuate dal proponente non sono idonee, nel contesto ambientale dell’isola d’Ischia, a garantire con ragionevole certezza che tutti gli impatti ambientali rappresentati nel parere della Regione Campania di cui al DD 15/2017 non si verifichino. L’isola d’Ischia non è un’area quasi disabitata e priva di un patrimonio storico e architettonico come le aree del Nord America che ospitano gli impianti geotermici richiamati nel corso della VIA. Come affermato dalla prof.ssa Vanorio “In California (The Geyser, Mayacamas Mountains) ed in Oklahoma (le aree di Cherokee, di Perry di Stillwater, etc.) l’avere avuto a disposizione un sistema di monitoraggio moderno ha rappresentato la conditio sine qua non per la ricerca e lo studio del fenomeno della sismicità indotta da un punto di vista scientifico e quindi, per stabilire una relazione causa-effetto tra reiniezione di fluidi e sismicità. Tuttavia, vale la pena sottolineare che trattasi di aree piuttosto vaste, prettamente disabitate e prive di un patrimonio storico architettonico come quello presente nel territorio ischitano e dei Campi Flegrei.»

Le conseguenze degli incendi della scorsa estate .

 

Infine, ma non meno importante, la commissione ambientale fa riferimento anche a quanto accaduto la scorsa estate nell’area dove dovrebbe essere realizzato l’impianto geotermico. Un’area che come è noto è stata oggetto di vasti incendi che hanno modificato la natura idrogeologica del suolo.  A tal proposito  pare difatti che due mesi fa il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo ha espresso il proprio parere tecnico istruttorio negativo, confermando quanto già espresso in precedenza dalla competente Soprintendenza. Insomma, per la Regione Campania ancora una volta l’impianto geotermico non s’ha da fare. Fine dei giochi dunque per Ischia Geotermia? Difficile dirlo, l’ultima parola in ogni caso spetterà al Ministero dell’Ambiente

 

Articoli Correlati

0 0 voti
Article Rating
Sottoscrivi
Notificami
guest

0 Commenti
Inline Feedbacks
Visualizza tutti i commenti
Pulsante per tornare all'inizio
0
Mi piacerebbe avere i vostri pensieri, per favore commentatex