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Evasione dai domiciliari, assolto Manuel Monaco

ISCHIA. È stato assolto Manuel Monaco, il 29enne accusato di aver violato la misura restrittiva degli arresti domiciliari a cui era stato confinato. Le forze dell’ordine intercettarono il giovane nel Comune di Lacco Ameno, in un orario diverso da quello prescritto dal giudice che consentiva al Monaco di recarsi al Sert, il centro di assistenza per tossicodipendenti sito a Ischia. L’orario in cui era permesso allontanarsi dalla propria abitazione andava dalle ore 9.00 alle 11.00 del mattino. Uomini della polizia tuttavia avevano visto il giovane aggirarsi alle ore 11.35 sul territorio lacchese nell’autunno di un anno e mezzo fa: circostanza che fece scattare l’ennesimo arresto nei confronti di colui che è già noto alle forze dell’ordine per numerosi precedenti penali, dall’estorsione allo spaccio di stupefacenti, dal furto in appartamento fino appunto all’evasione. Venerdì mattina presso la sede di Ischia del Tribunale è stato ascoltato l’agente di polizia giudiziaria che nella zona del Capitello individuò l’imputato procedendo al controllo proprio perché le forze dell’ordine erano al corrente degli orari di uscita del giovane. Quest’ultimo aveva con sé la documentazione del Sert che provava la sua visita al centro, dove aveva ricevuto la boccetta di metadone prescritto dal trattamento terapeutico. Rispondendo alle domande del giudice e dell’avvocato Nicola Nicolella, difensore di fiducia di Monaco, l’agente ha dichiarato che non fu effettuato un parallelo controllo presso lo sportello del Sert. Dopo la deposizione dell’agente, è stato lo stesso imputato a prendere la parola per alcune spontanee dichiarazioni: Monaco ha precisato che la documentazione trovata in suo possesso provava senza alcun dubbio la sua presenza al centro ischitano in quella mattinata, e ha giustificato il suo ritardo nel rientro presso l’abitazione dove era posto agli arresti domiciliari col fatto che, muovendosi senza veicoli propri, era costretto ad attendere gli autobus di linea, notoriamente non sempre precisi nel rispettare gli orari di passaggio alle fermate. E proprio alla fermata del Capitello, in piazza Girardi dove era stato individuato dalle forze dell’ordine, egli stava attendendo il bus per rientrare nella zona collinare del paese, che non poteva raggiungere a piedi, pena un aggravio di tempo enormemente maggiore.  All’atto della formulazione delle conclusioni, il pubblico ministero ha comunque chiesto il riconoscimento della responsabilità invocando la condanna a un anno di reclusione. L’avvocato Nicolella ha invece senza esitazione chiesto l’assoluzione perché il fatto non sussiste o non costituisce reato, richiesta che, come spiegato in apertura, è stata accolta dal giudice che ha mandato assolto il giovane.

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