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Sisma e ricostruzione ai raggi X, per Crimi un tour del force a Casamicciola

La giornata del sottosegretario ha avuto inizio alle 11 con l’arrivo presso la casa municipale provvisoria ubicata presso l’ex Capricho: con lui anche il prefetto Pagano e il commissario Carlo Schilardi

Se siete tra coloro che credono che il vero termometro sia sempre rappresentato dall’incontro con i cittadino, allora in altra parte del giornale troverete pane per i vostri denti. Ma la visita isolana – o meglio casamcciolese – del senatore Vito Crimi, sottosegretario con delega al Terremoto, nella giornata di ieri ha vissuto diversi momenti ed a un certo punto si è trasformata anche in un vero e proprio tour de force.

E non soltanto per gli incontri fiume, ma anche perché l’esponente del Governo (al pari di chi lo ha seguito nei diversi step del suo “tour”) ha dovuto fare i conti con l’assenza di aria condizionata. Il che, in una giornata in cui la colonnina di mercurio era da “bollino rosso”, ha rischiato davvero di mettere a dura prova la salute dei presenti. La giornata, dicevamo, cominciata presso la sede temporanea del municipio, presso l’ex Capricho. Crimi è giunto addirittura in anticipo rispetto all’orario preventivato («Dite la verità, è una cosa alla quale non siete abituati – ha chiosato – anche questo in fondo è un segno del cambiamento»), accompagnato dal prefetto di Napoli Carmela Pagano: entrambi hanno viaggiato sull’aliscafo Alilauro partito dal Molo Beverello alle ore 9.35. Al tavolo anche i sindaci del cratere Giovan Battista Castagna, Giacomo Pascale e Francesco Del Deo e il commissario per la ricostruzione Carlo Schilardi. Più tardi sarebbe arrivato il vicepresidente della giunta regionale della Campania, Fulvio Bonavitacola, vittima del traffico che ha fatto impazziare Napoli nella giornata di ieri dopo che sono state create le cosiddette corsie preferenziali per le Universiadi 2019.

Una volta sul posto, a prendere la parola e portare i saluti è stato il padrone di casa, il sindaco di Casamicciola Giovan Battista Castagna. Successivamente ha preso la parola Carlo Schilardi che nel corso del suo intervento ha ricordato di aver fatto una sintesi dell’attività fin qui svolta allo stesso sottosegretario Crimi nel corso della traversata in aliscafo. Le parole del Prefetto hanno lasciato intendere una volta di più come il nodo legato al rilascio del condono edilizio in sanatoria resti una “spada di Damocle”, una sorta di limbo sul quale occorre maggiore chiarezza. Schilardi ha anche spiegato che fin qui sono state avviate 25 pratiche definite “pilota” nel senso che potranno costituire una sorta di apripista in proiezione futura. Poi è toccato al tanto atteso ospite, Vito Crimi (accompagnato da Antonio Federico, della Commissione Ambiente della Camera dei Deputati)  – che peraltro nell’edizione di ieri del nostro giornale con una intervista esclusiva aveva già dato dimostrazione di quali fossero le sue idee e deduzioni – che si è esibito in un lungo intervento. «Desidero innanzitutto ringraziare il commissario Schilardi, è una persona di un’efficienza come ne ho trovate poche fin qui nella pubblica amministrazione. Di Ischia si è parlato a sproposito, senza conoscere la realtà territoriale». Poi ha sparato contro il vecchio governo: «La verità è che a Ischia avete perso un anno, inutile girarci intorno. Qui l’ordinanza sui danni lievi è realtà, la microzonazione è ormai ultimata finita e a breve inizierà la ricostruzione vera, con i cantieri aperti e gli operai al lavoro. Credo si tratti di un risultato che dovrebbe inorgoglire la comunità isolana».

Dopo le parole di Francesco Del Deo e Giacomo Pascale, ecco che Vito Crimi, resosi conto del tempo che mancava prima della chiusura dell’incontro (prevista alle 13) ha ben pensato di voler coinvolgere nel dibattito anche i presenti, finendo con l’anticipare quello che sarebbe stato poi il dibattito pomeridiano, riservato anche alle associazioni di categorie che erano state preventivamente invitate a registrare i propri interni (dietro regia della presidente del consiglio comunale casamicciolese, Nunzia Piro). Inevitabile che le briglie sciolte contribuissero ad alimentare il dibattito rendendolo di fatto più acceso. Arnaldo Ferrandino ha mosso una serie di remore e perplessità (riassunte in sette domande), quelle che da sempre esterna a più riprese, suscitando a un certo punto la stizzita reazione del sindaco Castagna il quale ha voluto replicare per le rime relativamente all’ordinanza sui danni lievi. «Ribadisco per la centomillesima volta che collegare alla microzonazione  un fabbricato che ha riportato danni lievi è sbagliato, per il semplice fatto che parliamo di fabbricati che non avendo riportato grosse conseguenze di certo o non si trovano in zone di territorio non pericolose o sono già efficaci sismicamente». Successivamente ha preso la parola l’altro leader della minoranza della cittadina termale, Luigi Mennella: «Per la riqualificazione del territorio c’è bisogno prima di un piano urbanistico, altrimenti anche con il condono vado a ricostruire cosa?», questo uno dei passaggi più significativi dell’intervento dell’architetto che rivolgendosi a Crimi ha detto: «Quello che ha detto lei è giusto in tutto per tutto».

Prima del rompete le righe, sono arrivate anche le parole di Fulvio Bonavitacola, che sono suonate quasi come un monito: «Io sono preoccupato dal dover affrontare due questioni che rischiano di condizionare anche il flusso dell’erogazione dei contributi: il problema dei condoni e quello della ricostruzione. Sui condoni c’è un problema legato ai rapporti con chi è tenuto al vincolo, l’aspetto degli aumenti volumetrici rappresenta una questione non superata: occorre attrezzare un percorso in qualche modo “speciale” inteso come acceleratorio. Ancora, se non si può ricostruire in sito perché così dice la microzonazione, anche se un soggetto ha ottenuto il condono e ottiene un contributo deve andare a costruire altrove. E quell’altrove va chiarito, nel senso che ci saranno volumetrie che andranno assentite da un’altra parte. E senza un piano che dica che in un posto piuttosto che nell’altro si può fare, andremmo tutti in difficoltà. Un piano urbanistico comunale non potrà mai superare un piano paesistico e se questo prevede l’inedificabilità  capirete che l’ostacolo è di quelli tosti. Occorre una norma che sciolga questo rebus, e deve essere statale: non possiamo farlo noi come Regione, altrimenti scatta subito un ricorso…»

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