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Fidas, obiettivo 2019: tornare a donare in tanti e all’interno dell’ex presidio sanitario

di Isabella Puca

Ischia – Domenica di donazioni a Ischia, la prima del mese di febbraio, la terza di questo 2019 che, per la Fidas isolana deve essere l’anno della ripresa. Lo stop di circa un anno, avvenuto a causa di un cambio normativo veloce e importante, ha messo i bastoni tra le ruote di un sistema già rodato grazie al quale nel 2016, si chiuse l’anno con numeri da record: 915 sacche di sangue raccolte col sorriso dei tanti volontari. Oggi si dona in un’autoemoteca targata Avis parcheggiata nel cortile dell’ex presidio Sanitario San Giovan Giuseppe della Croce. Gli incartamenti e la colazione, però, si fanno all’interno della struttura che, appena un anno fa, ha accolto tantissimi donatori che oggi, tra chi è diventato scettico e chi non ama questa nuova modalità, stanno venendo a mancare. E domenica, tra i volontari della Fidas Ischia, ognuno nella sua felpa, rossa come il sangue che raccolgono, c’era anche Pierfrancesco Cogliandro, vice presidente nazionale della Fidas. Tra i corridoi della struttura, Luigi Trani, presidente della sezione ischitana, gli presenta i donatori raccontando per ciascuno, una storia: è il valore del capitale umano e quello delle emozioni a sorprenderlo di più. «Nonostante il fermo – racconta a noi de Il Golfo – trovo che qui a Ischia ci sia una forte sensibilità. Noi della Fidas privilegiamo il contatto umano, valorizziamo l’emotività del donatore ed ecco perché dobbiamo aumentare il numero di donatori e coinvolgere quante più persone in quest’atto di solidarietà». Sono oltre tremila gli iscritti alla sezione ischitana dalla Fidas in quasi 40 anni di storia e 700 erano i donatori attivi prima dell’interruzione, ma di sacche di sangue, domenica, ne sono state raccolte solo 39. «Ischia – ha detto ancora Cogliandro – è una bellissima realtà, ma si devono portare avanti attività di educazione, coinvolgimento, formazione e informazione. Parlando con diverse persone vedo l’entusiasmo ed è quello che dobbiamo sostenere soprattutto per chi non conosce ancora il mondo della donazione, per tutti quelli che vogliono fare qualcosa, ma non sanno bene come. Non tutti sono donatori, ma tutti possono essere, invece, portatori di un messaggio di solidarietà. Al di là del sangue ci si sente accomunati da un unico desiderio e sento che su Ischia è così: è un’onda che lavora a fin di bene per tutti». È questo l’obiettivo della sezione ischitana della Fidas: tornare a essere presto operativi a pieno regime e all’interno del presidio Sanitario che li ospitava prima del cambio normativo. «Qui a Ischia – sostiene ancora Cogliandro – ci sarà un percorso per ritornare ad effettuare la donazione dentro questa struttura che, però, deve portare l’Associazione ad aumentare la base di donatori. Un cammino che sentiamo di sostenere perché quella ischitana è davvero una bellissima realtà. Qui c’è tanta voglia di fare, perché non coltivarla e curarla?». Un impegno, quello di sostenere la Fidas Ischia, preso anche dall’Amministrazione Comunale, «siamo sempre attenti – ha dichiarato il vice Sindaco Luigi Di Vaia – ad agevolare la loro attività e coinvolgerli nelle nostre iniziative ed eventi, sentiamo in pieno l’importanza di quello che la Fidas di Ischia si sforza di porre in essere e, da parte dell’Amministrazione, c’è tutta la volontà di organizzare qualcosa e far sì che quello ischitano possa diventare presto un popolo di donatori». La mattinata dedicata alle donazioni è quasi conclusa. Nello spazio adibito al rifocillamento dei donatori è rimasto un solo cornetto, il presidente ischitano, però, è fiducioso e manda qualcuno dei suoi al bar per comprarne almeno altri quattro. Nei corridoi c’è Laura, ha donato a gennaio e si rammarica di non poterlo fare ancora prima che trascorrano 6 mesi. I dottori dell’Avis, appeso il camice bianco al chiodo, salutano e vanno via. Luigi e gli altri della Fidas, invece, restano ancora un po’, sistemano le ultime cose e trovano il tempo per scattare un’altra foto sulle scale dell’ex presidio sanitario, sperando che presto possa tornare ad accogliere l’esercito di donatori ischitani.

 

 

 

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