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Finisce in coma, la famiglia si rivolge ai vertici ASL

Di Francesco Ferrandino

ISCHIA. Resta tuttora inspiegabile quanto è successo a Mario La Franca, consigliere onorario dell’associazione Kronos N.o.a. Assomare Ambiente Onlus, e ospite della nota e rinomata residenza sanitaria “Villa Mercede” di Serrara Fontana. Il figlio Giuseppe, presidente dell’associazione balneari Fiba Isola d’Ischia, non sa darsi pace. Il padre giace infatti dal 3 dicembre in coma farmacologico in un letto dell’Ospedale Anna Rizzoli di Lacco Ameno, dove fu portato dopo un malore la cui origine ancora oggi non si riesce a definire, ma soprattutto col dubbio angosciante che non sia stato fatto tutto il possibile per evitare questa drammatica situazione. Proviamo a riassumere i fatti: Mario La Franca era apparentemente in buona salute, fino al 2 dicembre scorso. Il giorno successivo aveva invece avvertito un malore che lo aveva portato anche ad avere dolorosi conati di vomito. Gli addetti di Villa Mercede avevano ricondotto tale stato a un virus passeggero, e avevano rassicurato i familiari, piuttosto preoccupati dall’improvviso malanno. Nel pomeriggio, infatti, medici e infermieri avevano comunicato telefonicamente al figlio Giuseppe che il padre si sentiva molto meglio. Insomma, l’allarme sembrava rientrato, almeno stando a quanto comunicavano da Villa Mercede. Purtroppo, invece, durante la tarda serata deve essere successo qualcosa: un profondo peggioramento delle condizioni di salute di Mario indusse infatti gli infermieri di Villa Mercede a contattare il 118, che dopo le 22:30 trasferì l’anziano presso il Pronto Soccorso presso l’Ospedale Anna Rizzoli. Purtroppo, Mario La Franca arrivò a Lacco Ameno già in condizioni critiche. «Mio padre era ancora cosciente, ma non riconosceva i familiari», racconta Giuseppe, «e poco dopo è finito in uno stato di pre-coma». I medici del nosocomio lacchese hanno poi mantenuto l’anziano in coma farmacologico. Dopo tre giorni al reparto di Medicina generale, Mario è stato poi trasferito al Reparto Rianimazione, dove si trova tuttora, senza dare segnali di risveglio. È stata riscontrata un’emorragia, ma fortunatamente l’ematoma formatosi al capo non è più aumentato col passare dei giorni. Un dramma che ha spinto Giuseppe a rivolgersi ai vertici dell’Asl Napoli 2 Nord, e precisamente al Direttore Generale, al Direttore sanitario e a quello amministrativo, per chiedere spiegazioni su cosa sia successo nella notte tra il 2 e il 3 dicembre, quando al padre fu somministrato un purgante. Il giorno successivo, il malore e il vomito. «Mi chiedo anche se sia possibile che a una persona anziana, in quello stato, venga poi fatta fare una doccia, come è successo a mio padre, e che magari insieme ai farmaci somministrati ha avuto effetti imprevisti», dice Giuseppe, che nella sua nota scritta ai vertici Asl dipana altri interrogativi: «Perché io e mia sorella non siamo stati informati in tempo delle condizioni di mio padre?», scrive Giuseppe, che continua: «Siamo stati messi a conoscenza dell’originario malore solo alle ore 12:30, in quanto ci siamo recati alla struttura come facciamo ogni giorno». Tuttavia, i dubbi più cocenti sono altri: «Vorremmo capire i motivi che hanno indotto la struttura  ad attendere fino alle 22:30 del 3 dicembre prima di far intervenire il 118, ma nonostante la mia richiesta precisa alla dott.ssa Mormile, non abbiamo ricevuto spiegazioni». E ancora, Giuseppe s’interroga sul come sia possibile che una struttura così importante, e dove le rette da pagare non sono affatto basse, possa fare a meno della presenza di un medico che assista gli ospiti dal tardo pomeriggio fino al mattino successivo. «Ogni vita è sacra, ed è doveroso svolgere ogni azione necessaria a salvarla. Ma per tutta la notte gli ospiti di Villa Mercede sono assistiti soltanto da infermieri». Giuseppe La Franca ha comunque chiesto all’Asl che venga svolta un’indagine interna al fine di accertare se esistano precise responsabilità degli addetti della residenza sanitaria assistenziale di Villa Mercede. Intanto, tutta la famiglia La Franca prega affinché papà Mario possa svegliarsi da quel sonno senza sogni in cui è precipitato da oltre due settimane. Ci auguriamo di cuore che tale desiderio possa presto essere esaudito.

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