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Free Market, regalo di Natale per gli indagati

Di Francesco Ferrandino

NAPOLI. Ieri mattina, presso l’VIII sezione del riesame del Tribunale di Napoli, si è discusso in camera di consiglio l’appello proposto dal Pubblico Ministero Giuseppina Loreto, contro l’ordinanza applicativa delle misure cautelari disposta dal Giudice per le Indagini Preliminari, Pasqualina Paola Laviano, nei confronti di alcuni degli indagati nell’ambito dell’inchiesta Free Market. Nonostante l’astensione degli avvocati penalisti proclamata nei giorni scorsi dall’Unione Camere Penali, il Tribunale ha comunque invitato le parti a precisare le loro conclusioni. C’era un dubbio di carattere giurisprudenziale circa la possibilità di discutere l’impugnazione durante il periodo d’astensione da parte degli avvocati. In merito esistono varie sentenze della Corte di Cassazione che affermano il diritto dei difensori ad astenersi in sede di appello. Ieri mattina tuttavia, il Presidente era convinto del contrario, e ha quindi dato inizio ai lavori della camera di consiglio, in un clima peraltro molto disteso. Come già più volte ipotizzato da questo giornale, il Pubblico Ministero Loreto ha rinunciato all’appello nei confronti del tenente della Polizia Municipale di Barano, Nicola Antonio Stanziola, oltre che di Raffaele Piro e dell’avv. Maria Grazia Di Scala. L’accusa ha così deciso di non insistere nella richiesta di misure cautelari più restrittive nei confronti dei tre indagati nel ramo d’indagine che riguarda la vicenda della “Casa Bianca”, l’albergo dei Maronti che, secondo gli inquirenti, sarebbe stato al centro di un accordo volto ad abbassare in modo illecito il prezzo di mercato dell’immobile per poterlo acquistare a condizioni più vantaggiose. Con ogni probabilità, il PM ha ritenuto infruttuoso continuare a coltivare l’appello, tenuto conto del decorso del tempo e dell’affievolimento delle esigenze cautelari, anche alla luce delle successive decisioni dello stesso Gip e poi del Tribunale del Riesame, che ha comunque mitigato (e, in un caso, annullato) le restrizioni per i tre indagati. Ricordiamo infatti che il tenente Stanziola, dopo il periodo di arresto trascorso nel carcere di Poggioreale, ha poi beneficiato dei domiciliari, mentre per l’avv. Di Scala l’obbligo di dimora nel comune di residenza è stato modificato nella più lieve prescrizione di presentazione quotidiana alla polizia giudiziaria. La stessa misura, costituita dall’obbligo di dimora, era stata prescritta per Piro, ma quest’ultimo è stato poi liberato da ogni restrizione in sede di Riesame. Per i tre indagati, quindi, il capitolo relativo alle misure cautelari termina sostanzialmente qui. La camera di consiglio è così continuata soltanto per l’esame delle posizioni del sindaco di Barano, Paolino Buono, e per il responsabile della polizia municipale del comune collinare, il comandante Ottavio Di Meglio. I due esponenti della pubblica amministrazione baranese, indagati per il ramo d’inchiesta che aveva il suo epicentro nell’organizzazione dei mercatini e delle iniziative allestite dall’Ass.ne Testaccio Grandi Eventi, non furono destinatari di alcuna misura restrittiva da parte del Gip nell’ordinanza applicata il 9 ottobre scorso che fece deflagrare l’inchiesta Free Market e che scosse la comunità baranese, viste le numerose personalità pubbliche del comune dei Maronti coinvolte nell’inchiesta. Il PM, da parte sua, chiede invece per entrambi l’applicazione dell’obbligo di firma quotidiana presso la p.g.  in quanto il magistrato inquirente ritiene che, come si legge nell’appello, «le condotte contestate ai due sono collegate – per averla consentita e, dunque agevolata – alla sistematica illecita gestione della cosa pubblica ad opera del Tenente della Polizia Municipale del Comune di Barano, Stanziola Nicola Antonio, nell’attività di organizzazione e controllo di mercati, fiere e manifestazioni comunali». Le argomentazioni che per il GIP giustificano la mancanza applicazione della misura si basano sul fatto che gli indizi a carico del sindaco e del comandante dei vigili si caratterizzano sì per comportamenti omissivi in grado di inquinare il tessuto della macchina amministrativa comunale, ma nello stesso tempo non si concretano in comportamenti commissivi realizzati al fine di agevolare l’attività dello Stanziola. Di tutt’altro avviso il PM, per il quale tali argomentazioni non sono condivisibili, giacché dalle investigazioni svolte sarebbe emersa la piena consapevolezza da parte del Sindaco e del Comandante delle presunte illecite attività svolte dallo Stanziola nella gestione dei Mercati e delle Fiere organizzate dalla Testaccio Grandi Eventi nella piazza dell’omonima località baranese. Il sostituto procuratore è convinto che entrambi avevano il dovere giuridico di impedire l’evento, e il non averlo fatto, con le condotte omissive tenute, equivale a cagionarlo, e quindi richiede l’applicazione dell’obbligo di firma. Ieri il Tribunale si è comunque riservato la decisione: non sono previsti termini per il deposito della stessa, trattandosi di appello cautelare e non di ricorso al Riesame. Soltanto in quest’ultimo caso, infatti, esistono termini stringenti.

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