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Giosi&Domenico, tra reciproca fedeltà e possibili tradimenti

DALLA REDAZIONE

ISCHIA. L’obiettivo è uno ed uno soltanto: Bruxelles. Che ormai è il chiodo fisso di Giosi Ferrandino. Man mano che si avvicina la scadenza elettorale, il sindaco di Ischia preme affinché si velocizzi il suo passaggio alla Ue. Non ne fa mistero. Al punto da lasciar intendere che è quella l’unica soluzione plausibile per una sua uscita di scena soft. Le riunioni si susseguono. Soprattutto con il gotha napoletano del partito. L’obiettivo però appare decisamente fuori portata. Almeno per il momento.

Dal Nazareno continuano a non volerne sentire. Senza la fine del processo sulla Cpl Concordia e l’assoluzione da ogni capo d’accusa, Giosi Ferrandino non si muove da Ischia. E pazienza per i malumori di chi da Bruxelles vorrebbe compiere il tragitto inverso e tornare in Italia, meglio ancora se in Campania. I nomi sono quelli, sempre gli stessi. Pina Picierno, fresca mamma. Oppure Andrea Cozzolino, uno che ha velleità politiche su scala regionale e non vuole arrendersi, nonostante la batosta alle primarie per la Regione ed il dietrofront che gli è stato imposto dal Pd sulla candidatura a sindaco di Napoli.

Giosi aspetta. Paziente. Anche perché c’è ben poco che può fare. La partita si sta disputando su altri livelli. Giocano i grandi. Ed allora meglio mettersi lì ed aspettare che la matassa si sbrogli. Accadrà. A breve, non a brevissimo, benché il sindaco di Ischia confidi ad amici e conoscenti che il gran passo è ormai imminente. La nenia di sempre, la stessa ragione che lo ha reso grande ad Ischia, cioè la capacità di vendere perfino ciò che non ha in questo momento: la certezza.

Casamicciola resta lì, sullo sfondo. È il piano B, tutt’altro che una priorità. Soprattutto senza la certezza matematica di far cadere Castagna e di stravincere. Non vincere. Inoltre, c’è la situazione Ischia da regolare e gestire. Ed i fronti aperti sono tanti. Alleanze, liste, candidati a sindaco. Sono questi i passatempi estivi del sindaco in carica nel risiko della politica ischitana. Gli avversari sono quelli di sempre. L’amico-nemico Domenico De Siano, per cominciare. Tra i due c’è una sorta di guerra di posizione in atto. Il caularone-bis si farà, senza ombra di dubbio. A pagare dazio sarà sicuramente Enzo Ferrandino, la cui testa era destinata a capitolare nell’esatto momento in cui ha firmato il mandato da vicesindaco. Ma è sui rapporti di forza interni alla nascente coalizione che si gioca una partita decisamente più sottile.

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De Siano spera di portare Giosi Ferrandino al logoramento. Fa circolare negli ambienti la voce della sua candidatura senza uscire ufficialmente allo scoperto. Sa che è il modo migliore per instillare il dubbio all’interno di una maggioranza che è già fragile come una cristalliera che si regge su tre piedi. Divide et impera, il gioco preferito di Giosi Ferrandino. L’obiettivo del senatore è chiaro come il sole: essere eletto ad Ischia spazzando via Giosi Ferrandino ed ogni sua espressione politica. Ma è dura scalzare un sindaco in carica. Sarà anche al minimo della popolarità, sarà anche poco amato, ma dopo dieci anni di potere ha più di una buona mano di carte da giocare per mettere De Siano in difficoltà. Benché mugugnino e scalcino, quelli del Pd non muovono un dito senza il consenso preventivo del leader. Giosi sa benissimo che gli basta piazzare tre pedine nel prossimo consiglio comunale (Massimo Trofa, Maurizio De Luise e Marco Bottiglieri potrebbero comporre la terna) per diventare un fastidio perfino per De Siano o per colui  il quale spetterà rappresentare quella malsana convergenza di interessi reciproci che ha reso Ischia il laboratorio per antonomasia della politica svuotata da ogni ideologia. Bastano mille voti da riversare su tre candidati, non uno di più. E Giosi può spostarli con uno schiocco di dita, senza colpo ferire.

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De Siano immagina quali possano essere le strategie dell’amico-rivale. Eppure sospetta il bluff e vuole andare a vedere le carte. Ed ecco che promuove incontri, chiude accordi. Ma sa che la partita è difficile, soprattutto per la presenza del terzo incomodo: Gianluca Trani.

Tramite amici, il senatore ha sondato il terreno. Ed ha fatto recapitare al commercialista un messaggio: «Fatti da parte, dammi la poltrona di sindaco ad Ischia ed in cambio ti do quello che vuoi». Trani dal canto suo regge il gioco. «Lo aspetto ai Castiglioni» replica in giro. Schermaglie. Ma l’interesse è tutto di De Siano, l’unico ad avere fretta per chiudere la partita. Il commercialista può attendere, soprattutto perché il vento soffia nella sua direzione. Al ballottaggio vincerebbe contro chiunque e visto che potrebbero essere almeno quattro le coalizioni in campo sa benissimo che, con un sindaco a fine mandato, una vittoria al primo turno è praticamente impossibile per chiunque. C’è di più, però. Trani sembra aver finalmente capito di essere divenuto grande. E non ha nessuna intenzione di indietreggiare anche perché, lo riportiamo con le sue parole, «significherebbe fare il consigliere comunale a vita».

Ultima considerazione da fare è sulla distribuzione di voti. In molti tra amministratori e politici sono convinti che il voto di opinione ad Ischia non sia superiore al 15%. Questo forse valeva nel 2012, ma con l’innalzarsi del livello medio di istruzione, la disillusione verso l’attuale classe dirigente, l’emergere di nuove realtà politiche ed il desiderio di rinnovamento quel dato andrebbe visto al rialzo, forse perfino raddoppiato. Se così fosse, significa che nel 2017 ad Ischia ci sarà un 30% di elettorato libero da vincoli e pronto a scegliere il prossimo sindaco di Ischia in autonomia, basandosi su programmi, capacità comunicative, appeal. Ci sarà, insomma, una campagna elettorale da giocare fino alla fine. E ci sarà da divertirsi.

 

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