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Gli scorpioni italiani e quello napoletano: gli “Euscorpius”

Molto probabilmente lì avrete visti anche voi nelle vostre case: piccoli, con il loro pungiglione nell’estremità finale, che vi avranno probabilmente spaventati data la fama che hanno. Nel mio caso, ne ho avuto uno fantozzianamente sopra il mio braccio ed un mio amico ne alleva degli esemplari! Gli scorpioni sono considerati animali super letali, data anche l’esposizione mediatica che ricevono quelli molto pericolosi per l’uomo; tra di essi, ci stanno da citare quelli della famiglia Buthidae, dato che 19 specie delle 20 clinicamente più pericolose di scorpioni appartengono a questa famiglia. Può lo stesso discorso valere anche per l’Italia?

Gli scorpioni italiani appartengono al genere Euscorpius, il quale presenta delle specie ampiamente diffuse nell’Europa meridionale ed in Anatolia e “appartiene” alla famiglia Euscorpiidae. Questi piccoli animali vivono in un ampio range di ambienti, da quelli a livello del mare fino a 2000 metri di altitudine. La tassonomia di questo genere è andata (e sta andando ancora incontro) ad una grande opera di revisione, dovuta soprattutto alla presenza delle cosiddette “specie criptiche” (specie che “condividono” il nome scientifico ma che di fatto sono diverse a livello genetico sebbene siano estremamente simili a livello morfologico: ciò porta alla formazione di quelli che vengono chiamati “complessi di specie”). Di conseguenza, le specie riportate nella vecchia Fauna Italiana (del 2003) sono in numero insufficiente, essendo molte di più (sebbene sia difficile da quantificare; fino al 2010 se ne riconoscevano solo sette, nel 2014 il loro numero è salito a dodici). Per farvi capire le difficoltà nell’identificazione: alcune specie possono essere distinte solo contando il numero di “tricobotrii” (sete allungate usate come recettori sensoriali tipiche di alcuni artropodi, che negli scorpioni sono posti in diverse zone, ad esempio sulle zampe) o addirittura solo tramite l’analisi del DNA. Ciononostante, le specie di Euscorpius condividono (tra i fattori salienti) il fatto di possedere un veleno non eccessivamente potente: causa infatti una reazione simile alla puntura delle vespe e, similmente al veleno dei vespidi, può essere seriamente pericoloso solo in soggetti allergici.

Ad Ischia sono ufficialmente riconosciute due specie del genere Euscorpius: E. flavicaudis e E. parthenopeius. La prima specie è quella probabilmente più comune in provincia di Napoli, presenta (se riuscite a vederli) cinque tricobotrii sulla superficie ventrale di ogni pedipalpo (il secondo paio di appendici della parte anteriore o cefalotorace dei cosiddetti “Chelicerata”, gruppo che include gli aracnidi ed i limuli; negli scorpioni è il segmento di zampa prima della chela) ed è di colore marrone scuro, ma alcuni individui possono essere anche di colore nero. E. flavicaudis è una specie che si rinviene dal nord Africa fino al Sud Europa, sebbene ci siano report di introduzioni anche in Inghilterra; tende inoltre a vivere in zone da clima relativamente fresche e umide collinari e di foresta. La seconda specie è stata descritta molto di recente (2014) ed è al momento presente ufficialmente solo nella provincia di Napoli (forse dal nome scientifico vi era già chiara la provenienza): proprio da Ischia vengono dei individui utilizzati per poter esplicare le caratteristiche di questa specie, precisamente dalla Pineta di Fiaiano e dal Parco Pineta Mirtina. Rispetto ad E. flavicaudis, lo “scorpione napoletano” è più chiaro di colore (presenta diverse sfumature di rossastro), ha quattro tricobotrii sulla superfice ventrale di ogni pedipalpo e tende a vivere nelle parti costiere relativamente più calde e secche. Entrambe le specie sono rinvenibili in ambiente urbano, dato che tollerano molto la presenza umana.  Ci sono dubbi sulla presenza di un’altra specie, E. sicanus, ad Ischia; esso è comunque riconoscibile dal “napoletano”, al quale somiglia, per la presenza di cinque tricotrobii invece che quattro nelle zone dei pedipalpi pre-citate.

La nostra isola si presenta quindi con due specie di scorpione, relativamente innocue. In caso di ritrovamento di scorpione, si dovrebbe tentare di allontanare con calma per evitare che si innervosisca: pre-puntura tende ad immobilizzare le prede con le chele e tenterà di fare lo stesso con la vostra pelle se si spaventa. In caso di puntura, un passaggio al pronto soccorso per sicurezza è consigliato: non è letale, ma dubito che gradite dolori e rigonfiamenti!

*BsC in STeNa e specializzando in Scienze della Natura presso “La Sapienza” di Roma

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