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Ignorato l’allarme dei vigili del fuoco, la pineta di Fiaiano andava chiusa

ISCHIA. E’ sicuramente un fatto che desta più di qualche perplessità, fermo restando che siamo certi che un ente pubblico se ha agito in questa maniera avrà avuto le sue buone ragioni. Ma in quel di Barano, almeno a guardare le cose facendo affidamento esclusivamente… sugli occhi (non avendo altri strumenti sui quali poter fare affidamento) ci troveremmo davanti ad una omissione di quelle francamente imbarazzanti, a voler utilizzare un eufemismo. Fatto sta che da oltre due settimane c’è una precisa disposizione dei vigili del fuoco che è stata disattesa dal Comune di Barano, che avrebbe dovuto chiudere un’area e invece non lo ha fatto. Di certo, infatti, agli atti del Comune collinare non risultano atti relativi ad interdizioni della zona oggetto del nostro servizio giornalistico: dunque, al massimo si è provveduto a qualche “rattoppo”, ma è chiaro che ci troveremmo dinanzi a poca roba.

Tutto ha origine con l’ondata di maltempo che qualche tempo fa imperversò sull’isola cagionando danni a iosa. Nella circostanza i vigili del fuoco effettuarono una serie di sopralluoghi, uno di questi fu svolto presso la pineta di Fiaiano, nel territorio del Comune di Barano. Le risultanze di quel controllo furono poi indirizzate lo scorso 2 novembre agli uffici tecnici e comandi di polizia municipale di Barano ed Ischia ed al commissariato di pubblica sicurezza (oltre che per conoscenza a Prefettura e Questura). La relazione firmata dal funzionario di servizio Giuseppe Salvati, e che recava la data del 31 ottobre scorso, era dai contenuti inequivocabili e recitava quanto segue: “Informasi che in data odierna personale di questo comando è intervenuto con scheda n. 24334 in Barano alla via Montagna altezza civico 45, lungo detta strada parte nel Comune di Ischia nei pressi dell’ingresso della pineta di Fiaiano per un pino spezzato e abbattutosi sulla strada si operava la rimozione dell’albero e la messa in sicurezza del tratto di strada interessato. Nel contempo si è constatata all’interno della pineta di circa 5.000 mq la presenza di altri alberi di alto fusto abbattuti dal vento e di altri ancora di alto fusto con necessità di bonifica e potatura incombenti nella suddetta pineta. Sul posto si portava anche la polizia municipale del Comune di Ischia e di Barano”.

Ma ad essere chiara è la parte successiva e conclusiva del documento quella nella quale Salvati scrive: “A tutela della pubblica e privata incolumità, al fine di evitare situazioni di pericolo, occorre provvedere con urgenza alla messa in sicurezza dei suddetti pini con i provvedimenti di cui sopra e nel frattempo inibire la frequentazione di detta pineta”. Avete capito bene, i vigili del fuoco non nutrivano alcun dubbio a proposito e nella loro relazione riferivano senza mezzi termini che la pineta andava chiusa per impedire a chiunque di potervi transitare dal momento che c’era una situazione di oggettivo pericolo. E invece alla data di ieri, 16 novembre (e dunque due settimane esatte da quando il fonogramma dei vigili del fuoco è finito al protocollo dei due Comuni) non è stato adottato alcun provvedimento. Che l’accesso sia ancora consentito ci vuole poco a scoprirlo, basta recarsi sul posto. Ma oltretutto va anche rimarcato che non sono state emesse ordinanze di alcuna natura dal Comune di Barano, nel cui territorio ricade l’incantevole polmone verde. Agli atti non risulta niente di niente, anche se appare fin troppo scontato che a prescindere un fatto del genere certo non sarebbe passato inosservato. Si potrà obiettare che magari per ripristinare un minimo di condizioni di sicurezza si sia provveduto (almeno questo è il nostro auspicio, altrimenti saremmo davvero messi male) ad effettuare un minimo di potatura. Ma anche in questo caso un paio di quesiti sono quanto mai d’obbligo: chi l’avrebbe disposta? E nel caso, chi l’ha materialmente eseguita a che titolo l’avrebbe fatto? Insomma, l’impressione è che la vicenda sia stata trattata con una leggerezza che definire disarmante è poco. Di cosa staremmo parlando oggi se fosse accaduto qualcosa di irreparabile? Ma evidentemente, come dimostrano alcuni precedenti più e meno datati (per fortuna hanno fatto eccezione le fontane che erogano l’acqua della sorgente di Buceto, prontamente sigillate dopo il responso negativo), nel Comune collinare l’approssimazione – sia detto senza offesa – pare davvero regnare sovrana.

Gaetano Ferrandino

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