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Il gioco d’azzardo ed il triste fenomeno isolano

DI RINALDO MATTERA

 Quanto giocano gli italiani è un progetto notevole e contiene un grosso database sul gioco d’azzardo, messo a disposizione di tutti. Il progetto mette assieme per la prima volta tutti i dati sui giochi gestiti dai Monopoli, come le slot, il Bingo, ma anche i Gratta e vinci, il Superenalotto. Mettere a disposizione dei cittadini una mole di dati così grande non è un’operazione banale. Sapere che il comune di Forio è al posto numero 405 su 7954 comuni italiani nella classifica generale per giocate pro-capite, impone una presa di coscienza: questi fenomeni non sono lontani da noi, piuttosto ci circondano. Molto spesso gli isolani si identificano in uno status di diversità, quasi una genuina purezza rispetto al continente, ma evidentemente non siamo isolati dalla terraferma e questi dati lo confermano. Proseguendo nella lettura, considerando le città delle stesse dimensioni, Forio è al posto numero 390 su 7100 comuni fino a 50mila residenti nella classifica generale per giocate pro-capite: è come se ogni abitante si giocasse 2100 euro in media.

Tiriamo il fiato, pensiamo e focalizziamo: Ischia presa nel suo insieme è circa come una città, ma se un singolo comune raggiunge numeri del genere è forse il caso di allarmarsi? Il comune di Ischia ha 20.118 abitanti e un reddito pro-capite pari a 16.552,91€, quindi 1705 euro giocati per abitante. Serrara Fontana, Lacco Ameno e Barano i comuni meno spendaccioni, diciamo virtuosi, con Casamicciola in un’ideale terra di mezzo; è chiaro che il dato da solo non può dire tutto. Sul web ognuno potrà fare le ricerche che preferisce, a me è stato chiesto di ipotizzare le cause e devo dire subito che a partire da questi dati c’è poco da dire: non è possibile capire perché tanta gente gioca d’azzardo a Ischia semplicemente osservando queste ricche e corpose infografiche.

Per farlo bisogna immergersi nella realtà di ogni giorno, nella quale tante persone vanno in posti solitari per passare tanto tempo in compagnia di una slot machine o di una macchina da poker, ma come testimonia la cronaca recente, anche con altri giocatori in bische clandestine. Si potrebbe scomodare il discorso sulle dipendenze, e in fondo il gioco d’azzardo anche nell’immaginario si accompagna a migliaia di sigarette accese e drink versati, per non dire altro. Ma anche così non otteniamo una spiegazione del fenomeno, è difficile pensare che la gran parte di questi giocatori incalliti, di cui molti saranno giovani e giovanissimi, si identifichi in Paul Newman ne Il Colore dei Soldi.

L’immaginario fornisce però una chiave di lettura formidabile. Chi gioca d’azzardo lo fa in maniera consapevole, sa benissimo che il banco gioca sempre a favore e che le possibilità di vincita sono basse, eppure continua a giocare e a perdere, continuando a sperare. Una dinamica del genere in fondo la vediamo anche sui social ogni giorno, dove migliaia di aspiranti influencers, youtubbers e gamers, scrollano incessantemente i loro schermi digitali, come slot machines, alla ricerca della fama, della viralità e del successo. Il gioco d’azzardo continuerà sempre a mietere vittime perché fa leva sull’immaginario, sulla possibilità percepita di diventare ricchi e famosi, anche per poco, anche in modo effimero. I trend sul gioco d’azzardo, soprattutto quello virtuale, sono in netta crescita in Italia e in Europa, e il caso ischitano meriterebbe di essere approfondito con opportuni strumenti di indagine.

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* Sociologo UniSOB Media Lab

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