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Il ruolo svilito del docente e l’importanza della famiglia

Nei giorni scorsi Franco Di Mare su Rai Uno ha parlato dello stipendio di un docente supplente e della decadenza nell’ immaginario collettivo della figura del professore. Tanti anni fa un docente era considerato tra i professionisti del paese al pari di farmacisti, notai, medici. Oggi questa categoria è poco considerata e soprattutto, ricordava Di Mare, pagata la metà di un pizzaiolo. La figura del docente, insomma, é stata svilita remunerandola poco e inserendola di fatto nelle classi delle persone dotate di scarse competenze.

Ciò nonostante i nostri professori, tranne pochi, sono bravi e spesso sono offesi da genitori che non sono all’altezza del ruolo e mandano a scuola anche ragazzi che non si lavano, senza libri e  spesso arroganti che non riescono ad accettare le regole. Certo, è anche vero che registriamo e ascoltiamo spesso di episodi legati ad atti di violenza su piccoli bimbi in asili. Bene, è opportuno precisare che si tratta quasi sempre di strutture private dove gli “insegnanti” sono senza titoli abilitativi e pagati pochissimi spiccioli e costretti ad orari impossibili. Anche se questo, è bene sottolinearlo, assolutamente non giustifica certi comportamenti.

Per me ogni docente come ogni medico ogni anno dovrebbe essere sottoposto a test attitudinali. Il lavoro dei docenti, oggi, è molto complesso, le famiglie spesso non esistono, i genitori litigano in presenza dei figli, si separano in presenza di un giudice  o restano insieme nell’indifferenza e sono spesso i nonni ad occuparsi dei loro figli. E talvolta i maestri o professori non riescono a contenerli. Gli alunni di oggi, spesso, risultano essere disorientati, aggressivi, tristi, soli. Sino a ieri sempre davanti alla televisione , oggi soli con il cellulare.

Mi colpisce vedere nei ristoranti a tavola tutti insieme a giocare con smartphone o tablet , tutti insieme eppure accomunati dalla solitudine. Purtroppo é la violenza che regna sovrana. Non conosco i fatti di Ischia né posso commentare con dovizia di particolari altri di cronaca e non posso dare giudizi, quello che penso é che bisogna vigilare sui ragazzi e tutelarli purtroppo non solo a scuola ma anche all’interno delle mura domestiche. É necessario che i docenti svolgano bene il loro lavoro che per me é una missione ma é urgente che i genitori recuperino gli insegnamenti del passato e che non diano sempre per certo quello che raccontano i loro figli, li osservino, li ascoltino, giochino con loro e molte volte si accorgeranno che sono bravissimi a dire bugie magari solo per ricevere attenzione.

Ma se ci si accorge che dicono la verità chi dirige deve perseguire e cacciare le mele malate e non temere sindacalisti e avvocati che li difendono ma andare avanti e  la verità verrà  sempre a galla. La prova del disamore al lavoro di insegnante c’è la dà la CISL Scuola : Quota 100? Oltre 30 mila professori scappano dalla Scuola ed è un dato decisamente indicativo. Inevitabile porsi la domanda : qual è il motivo? Semplice, la disaffezione per il loro compito: hanno studiato per insegnare ed educare e non per essere offesi e denigrati e magari denunciati per cose false o di poco conto addirittura finire con l’essere picchiati. Ciò nonostante  esistono in Italia docenti bravissimi,  famiglie splendide e bambine e ragazzi educati e studiosi. In tanti anni nel mio lavoro ne ho conosciuti tantissimi e forse appena quattro o cinque mele marce, una minoranza irrilevante. Ma questo significa poco, è sempre importante continuare a vigilare. In fondo un solo folle, pensate ad Adolf Hitler, è bastato per creare un olocausto. È necessario meditare.

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