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Ischia e la Giustizia, la coperta è corta

DI FRANCESCO CELLAMMARE *

Non so perché ma da quando ho avuto l’onore di iniziare ad esercitare la professione di avvocato nei locali della ex Pretura di Ischia, la coperta della Giustizia sulla nostra isola è sempre stata corta, come ci ripeteva instancabilmente in assemblea l’indimenticabile Presidente Nello Mazzella, e l’Avvocatura sofferente per sè e per l’utenza non ha mai smesso di reclamare e rivendicare nelle competenti sedi istituzionali il diritto degli Ischitani ad un servizio se non eccellente quantomeno operativo. Ciclicamente durante i miei primi 17 anni di esercizio professionale ho tristemente visto avvicendarsi i problemi della carenza di Magistrati e/o di personale di cancelleria, dell’edilizia giudiziaria, nonché ahimè, dalla riforma Severino del 2012, quello della sopravvivenza stessa della nostra Sezione Distaccata di Tribunale all’esito della soppressione di tutte le 220 Sezioni Distaccate d’Italia.

Ma procediamo per ordine. Nel 2007, quando fui eletto per la prima volta Consigliere dell’Associazione Forense con il Presidente Gianpaolo Buono subito dopo lo spoglio promettemmo ai Colleghi ed ai Cittadini che avremmo fatto tutto il possibile per ottenere un nuovo, sicuro e funzionale edificio per gli Uffici Giudiziari di Ischia. All’epoca erano stati finalmente applicati Magistrati in numero sufficiente e le cancellerie, sebbene sempre in affanno, potevano contare sull’abnegazione di un buon numero di dirigenti ed assistenti esemplari e di aiutanti distaccati dai comuni dell’isola. In quell’occasione, quindi, dichiarai che ponevamo la prima pietra del Palazzo di Giustizia che Ischia meritava e con il Presidente Buono demmo la stura ad una serie di iniziative di protesta seguite da incontri istituzionali ad ogni livello per il reperimento dei fondi necessari alla ristrutturazione e messa in sicurezza dell’edificio che riuscimmo ad ottenere nel 2011 dalla ex Provincia di Napoli grazie all’efficace mediazione dei due Consiglieri Ischitani Giosi Ferrandino (allora Sindaco di Ischia) e Domenico De Siano ed ai buoni uffici del Presidente del Tribunale di Napoli Carlo Alemi e del Presidente del COA di Napoli Francesco Caia.

Potreste chiedere agli ufficiali giudiziari dei casi di incendio scampato per miracolo, quando fuoriuscivano le fiamme dalle prese di corrente, per non parlare delle lesioni nelle pareti e della caduta di calcinacci dai soffitti durante le udienze. Protestammo vibratamente con una manifestazione pubblica a Piazza Antica Reggia all’ingresso del Municipio di Ischia esibendo tra gli altri striscioni quello emblematico, poi portato in corteo anche a Roma e in ogni altra manifestazione di protesta, recante la scritta “PALAZZO DI GIUSTIZIA DI ISCHIA VERGOGNA NAZIONALE”. Iniziammo quindi a proclamare le astensioni e fummo sanzionati per ben due volte dalla Commissione di Garanzia del l’attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali. Il Garante, al quale tentammo di spiegare la situazione, non mostrò alcuna sensibilità difronte ai gravissimi problemi che erano alla base delle nostre astensioni dalle udienze e che minavano seriamente l’incolumità dei Cittadini. Anche sulle modalità e termini consentiti dal nostro Codice di Autoregolamentazione per l’esercizio del Diritto di Sciopero sancito dalla Costituzione ci sarebbe molto da discutere, ma esigenze di concentrazione e sintesi suggeriscono di rinviarne l’analisi.

Una volta sottoscritto il protocollo d’intesa tra Provincia di Napoli, Comune di Ischia e Presidenza del Tribunale di Napoli per l’esecuzione dei lavori alla sede giudiziaria di Ischia, previo trasferimento delle attività presso i locali del Liceo Classico di Ischia, a sua volta trasferito al Centro Polifunzionale, pensavamo che i nodi della Giustizia ad Ischia fossero in via di risoluzione, quando ahimè ci fu scagliata addosso la tegola della soppressione della nostra Sezione Distaccata in esecuzione della Legge Delega per la riorganizzazione della Geografia Giudiziaria. Nel 2014 dopo numerose astensioni e proteste contro il Ministro Cancellieri, l’incatenamento di Sindaci, Avvocati e Cittadini sul Porto di Ischia, lo svolgimento di un unico grande Consiglio di tutti e sei i Comuni dell’isola nell’aula magna dell’ex Liceo Scotti adibito provvisoriamente a Palazzo di Giustizia, e gli innumerevoli viaggi della speranza a Roma dove avevamo instaurato una fitta rete di relazioni efficacemente tessuta con il Parlamento ed il Governo, anche grazie all’opera diplomatica dei nostri Sindaci, rappresentati poi più volte a Palazzo Montecitorio, a Palazzo Madama, a Palazzo Chigi ed a Via Arenula dai Sindaci Ferrandino e Del Deo, fu varato il D.Lgs. 14/2014 che ripristinava temporaneamente le Sezioni Distaccate insulari di Ischia, Elba e Lipari fino al 31.12.2016. Voltandomi indietro rivivo tutte le tappe di quell’odissea riaprendo ferite mai completamente cicatrizzate. Riemergono e si affastellano nella memoria gli episodi dell’incatenamento di Sindaci, Avvocati e Cittadini sul porto di Ischia,

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della chiusura dei cancelli degli Uffici Giudiziari (CHIUSI DALLA CANCELLIERI), e tutte le manifestazioni pubbliche culminate nell’imponente corteo del 2013 dal Tribunale al porto di Ischia, che i Sindaci simbolicamente a bordo di una piccola imbarcazione minacciarono di chiudere (in quell’occasione sacrificai dando alle fiamme la mia personale toga) ed infine nella esibizione al Presidente della Repubblica Napolitano, durante la sua visita al Maschio Angioino per la commemorazione delle quattro giornate di Napoli, dello striscione, ripreso anche in diretta da Rai News24, su cui poteva leggersi a caratteri cubitali “SE LO STATO CI ABBANDONA NOI ABBANDONIAMO LO STATO: ISCHIA FUORI DALL’ITALIA”, che sintetizzava in pieno il sentimento di dolore degli Ischitani “ISOLATI DALLA GIUSTIZIA” come denunciato poi a Roma nella Assemble Generale Unitaria delle Associazioni Forensi di Ischia, Elba ed Eolie del 25 maggio 2015, nell’ambito delle iniziative promosse per il conseguimento della “stabilizzazione” delle Sezioni Distaccate ripristinate. Frattanto, i fondi per il Palazzo di Giustizia di Ischia erano stati stornati dal bilancio della Città Metropolitana in seguito alla soppressione del Presidio Giudiziario ed il trasferimento dei dipendenti della cancelleria conseguitone aveva riacutizzato il problema della carenza di personale aggravata dal pensionamento di alcuni cancellieri. A dicembre 2014 fui eletto presidente dell’Associazione Forense Ischitana e nel solco della continuità mi impegnai a portare avanti l’opera diplomatica a Roma con i Sindaci e con Gianpaolo Buono per cercare di conseguire un provvedimento che stabilizzasse definitivamente le Sezioni insulari dal quale sarebbe dipesa anche la somministrazione del personale per il loro funzionamento giacché un ufficio giudiziario considerato “a termine” non viene dotato degli strumenti e delle risorse umane necessarie a garantirne l’efficienza.

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Il tempo scorreva inesorabile per cui intensificammo gli sforzi e le relazioni con l’intercessione del Sindaco di Forio, Francesco Del Deo e del Vice Sindaco nostro collega Gianni Matarese, barcamenandoci intanto tra i vari problemi dell’edilizia Giudiziaria (i crolli verificatisi nella sede provvisoria che imposero l’interdizione di una vasta porzione di fabbricato contenente anche la nostra sede associativa) nonché della paralisi dell’attività in tribunale come al Giudice di Pace dovuta alla mancanza di cancellieri ormai cronica ed al rifiuto dei cancellieri di Napoli a farsi applicare ad Ischia per evitare il disagio ed i costi della trasferta marittima (andato deserto l’interpello, il Presidente della Corte d’Appello pensò di ovviare al problema indicando addirittura i nominativi di tre cancellieri e di tre supplenti, senza prevedere tuttavia che costoro potessero simultaneamente mettersi tutti e sei in malattia per cui, caso gravissimo più unico che raro assurto anche alle cronache nazionali, un detenuto scortato ad Ischia per essere processato dovette essere ricondotto nel pomeriggio in carcere a Napoli senza processo). Tirato un sospiro di sollievo con il Decreto Milleproroghe del 2016 che, mercè i buoni uffici del Ministro per il Mezzogiorno Claudio De Vincenti, prorogava ulteriormente la scadenza delle Sezioni di Tribunale di Ischia, Portoferraio e Lipari al 31.12.2018, restava il problema della precarietà di tali Presidi e del prolungamento della loro agonia per mancanza di mezzi e di personale. Chiesi all’Assemblea degli Avvocati di rinviare le elezioni per consentirmi di realizzare il sogno di portare a compimento ciò che avevo iniziato nel lontano 2007 e per cui avevo incendiato la mia toga.

Oggi, fiero dei risultati raggiunti dall’Avvocatura, quali la nuova proroga ottenuta in extremis con il Milleproroghe estivo varato in Consiglio dei Ministri il 25 luglio scorso e la riapertura del Palazzo di Giustizia ristrutturato ed in attesa di inaugurazione, si intravede la meta che è e deve essere quella indicata all’On. Cantalamessa, componente della Commissione Giustizia e Capogruppo della Lega alla Camera nel corso della Tavola Rotonda sul Futuro dei Tribunali Insulari tenutasi all’hotel Delfini di Ischia il 30 giugno scorso con i Presidenti delle altre Associazioni Forensi insulari, i Presidenti dei Tribunali e dei COA e rappresentanti di CNF ed OCF e i nostri politici di riferimento, i Sindaci di tutte le isole minori e la Segretaria Generale dell’Ancim, nonché con la massiccia partecipazione di Avvocati, Cittadini ed Associazioni: il ripristino definitivo dei Tribunali insulari e il tanto agognato riconoscimento quali sedi giudiziarie disagiate con l’introduzione di incentivi economici e di carriera per il personale che agevolino la copertura dei posti vacanti in organico mediante concorsi ad hoc o procedure di interpello nazionale straordinario. Pur grati all’On. Cantalamessa ed al Vice Ministro per il Sud On. Pina Castiello della Lega, nonché al Sen. Urraro del M5S per averci sostenuto ed in generale a questo Governo per la concessione della proroga del mantenimento della Sezione al gennaio 2022, che avevamo visto sfumare a gennaio alla scadenza dell’ultima legislatura, non possiamo ritenerci ancora appagati, non essendo stata comunque rimossa e pendendo pertanto ancora minacciosa sulle nostre teste la spada di Damocle della soppressione.

Giovedì scorso, l’immensa emozione non mi ha frenato nel ribadire questa mia convinzione consegnando il  documento unitario stilato a margine di quella Assemblea Generale del 30 giugno contenente la proposta di emendamento dell’art. 10 del D.LGS. 14/2014 al Presidente del Consiglio dei Ministri, Prof. Avv. Giuseppe Conte, che ha mostrato grande intéresse e sensibilità alla problematica, nel corso dell’incontro riservato avuto con me e con il Presidente del Tribunale di Napoli Ettore Ferrara presso il Municipio di Lacco Ameno durante la visita operativa ai luoghi ed alle popolazioni colpite dal sisma di Casamicciola dell’agosto 2017.Nell’attesa dell’auspicata visita del Ministro della Giustizia per il taglio del nastro del nuovo Palazzo di Giustizia, credo di poter finalmente affermare, rincuorato dal colloquio con il Premier, che i tempi siano maturi per la stabilizzazione e l’efficientamento della macchina giudiziaria sulla nostra isola.

DI FRANCESCO CELLAMMARE *

Non so perché ma da quando ho avuto l’onore di iniziare ad esercitare la professione di avvocato nei locali della ex Pretura di Ischia, la coperta della Giustizia sulla nostra isola è sempre stata corta, come ci ripeteva instancabilmente in assemblea l’indimenticabile Presidente Nello Mazzella, e l’Avvocatura sofferente per sè e per l’utenza non ha mai smesso di reclamare e rivendicare nelle competenti sedi istituzionali il diritto degli Ischitani ad un servizio se non eccellente quantomeno operativo. Ciclicamente durante i miei primi 17 anni di esercizio professionale ho tristemente visto avvicendarsi i problemi della carenza di Magistrati e/o di personale di cancelleria, dell’edilizia giudiziaria, nonché ahimè, dalla riforma Severino del 2012, quello della sopravvivenza stessa della nostra Sezione Distaccata di Tribunale all’esito della soppressione di tutte le 220 Sezioni Distaccate d’Italia.

Ma procediamo per ordine. Nel 2007, quando fui eletto per la prima volta Consigliere dell’Associazione Forense con il Presidente Gianpaolo Buono subito dopo lo spoglio promettemmo ai Colleghi ed ai Cittadini che avremmo fatto tutto il possibile per ottenere un nuovo, sicuro e funzionale edificio per gli Uffici Giudiziari di Ischia. All’epoca erano stati finalmente applicati Magistrati in numero sufficiente e le cancellerie, sebbene sempre in affanno, potevano contare sull’abnegazione di un buon numero di dirigenti ed assistenti esemplari e di aiutanti distaccati dai comuni dell’isola. In quell’occasione, quindi, dichiarai che ponevamo la prima pietra del Palazzo di Giustizia che Ischia meritava e con il Presidente Buono demmo la stura ad una serie di iniziative di protesta seguite da incontri istituzionali ad ogni livello per il reperimento dei fondi necessari alla ristrutturazione e messa in sicurezza dell’edificio che riuscimmo ad ottenere nel 2011 dalla ex Provincia di Napoli grazie all’efficace mediazione dei due Consiglieri Ischitani Giosi Ferrandino (allora Sindaco di Ischia) e Domenico De Siano ed ai buoni uffici del Presidente del Tribunale di Napoli Carlo Alemi e del Presidente del COA di Napoli Francesco Caia.

Potreste chiedere agli ufficiali giudiziari dei casi di incendio scampato per miracolo, quando fuoriuscivano le fiamme dalle prese di corrente, per non parlare delle lesioni nelle pareti e della caduta di calcinacci dai soffitti durante le udienze. Protestammo vibratamente con una manifestazione pubblica a Piazza Antica Reggia all’ingresso del Municipio di Ischia esibendo tra gli altri striscioni quello emblematico, poi portato in corteo anche a Roma e in ogni altra manifestazione di protesta, recante la scritta “PALAZZO DI GIUSTIZIA DI ISCHIA VERGOGNA NAZIONALE”. Iniziammo quindi a proclamare le astensioni e fummo sanzionati per ben due volte dalla Commissione di Garanzia del l’attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali. Il Garante, al quale tentammo di spiegare la situazione, non mostrò alcuna sensibilità difronte ai gravissimi problemi che erano alla base delle nostre astensioni dalle udienze e che minavano seriamente l’incolumità dei Cittadini. Anche sulle modalità e termini consentiti dal nostro Codice di Autoregolamentazione per l’esercizio del Diritto di Sciopero sancito dalla Costituzione ci sarebbe molto da discutere, ma esigenze di concentrazione e sintesi suggeriscono di rinviarne l’analisi.

Una volta sottoscritto il protocollo d’intesa tra Provincia di Napoli, Comune di Ischia e Presidenza del Tribunale di Napoli per l’esecuzione dei lavori alla sede giudiziaria di Ischia, previo trasferimento delle attività presso i locali del Liceo Classico di Ischia, a sua volta trasferito al Centro Polifunzionale, pensavamo che i nodi della Giustizia ad Ischia fossero in via di risoluzione, quando ahimè ci fu scagliata addosso la tegola della soppressione della nostra Sezione Distaccata in esecuzione della Legge Delega per la riorganizzazione della Geografia Giudiziaria. Nel 2014 dopo numerose astensioni e proteste contro il Ministro Cancellieri, l’incatenamento di Sindaci, Avvocati e Cittadini sul Porto di Ischia, lo svolgimento di un unico grande Consiglio di tutti e sei i Comuni dell’isola nell’aula magna dell’ex Liceo Scotti adibito provvisoriamente a Palazzo di Giustizia, e gli innumerevoli viaggi della speranza a Roma dove avevamo instaurato una fitta rete di relazioni efficacemente tessuta con il Parlamento ed il Governo, anche grazie all’opera diplomatica dei nostri Sindaci, rappresentati poi più volte a Palazzo Montecitorio, a Palazzo Madama, a Palazzo Chigi ed a Via Arenula dai Sindaci Ferrandino e Del Deo, fu varato il D.Lgs. 14/2014 che ripristinava temporaneamente le Sezioni Distaccate insulari di Ischia, Elba e Lipari fino al 31.12.2016. Voltandomi indietro rivivo tutte le tappe di quell’odissea riaprendo ferite mai completamente cicatrizzate. Riemergono e si affastellano nella memoria gli episodi dell’incatenamento di Sindaci, Avvocati e Cittadini sul porto di Ischia,

della chiusura dei cancelli degli Uffici Giudiziari (CHIUSI DALLA CANCELLIERI), e tutte le manifestazioni pubbliche culminate nell’imponente corteo del 2013 dal Tribunale al porto di Ischia, che i Sindaci simbolicamente a bordo di una piccola imbarcazione minacciarono di chiudere (in quell’occasione sacrificai dando alle fiamme la mia personale toga) ed infine nella esibizione al Presidente della Repubblica Napolitano, durante la sua visita al Maschio Angioino per la commemorazione delle quattro giornate di Napoli, dello striscione, ripreso anche in diretta da Rai News24, su cui poteva leggersi a caratteri cubitali “SE LO STATO CI ABBANDONA NOI ABBANDONIAMO LO STATO: ISCHIA FUORI DALL’ITALIA”, che sintetizzava in pieno il sentimento di dolore degli Ischitani “ISOLATI DALLA GIUSTIZIA” come denunciato poi a Roma nella Assemble Generale Unitaria delle Associazioni Forensi di Ischia, Elba ed Eolie del 25 maggio 2015, nell’ambito delle iniziative promosse per il conseguimento della “stabilizzazione” delle Sezioni Distaccate ripristinate. Frattanto, i fondi per il Palazzo di Giustizia di Ischia erano stati stornati dal bilancio della Città Metropolitana in seguito alla soppressione del Presidio Giudiziario ed il trasferimento dei dipendenti della cancelleria conseguitone aveva riacutizzato il problema della carenza di personale aggravata dal pensionamento di alcuni cancellieri. A dicembre 2014 fui eletto presidente dell’Associazione Forense Ischitana e nel solco della continuità mi impegnai a portare avanti l’opera diplomatica a Roma con i Sindaci e con Gianpaolo Buono per cercare di conseguire un provvedimento che stabilizzasse definitivamente le Sezioni insulari dal quale sarebbe dipesa anche la somministrazione del personale per il loro funzionamento giacché un ufficio giudiziario considerato “a termine” non viene dotato degli strumenti e delle risorse umane necessarie a garantirne l’efficienza.

Il tempo scorreva inesorabile per cui intensificammo gli sforzi e le relazioni con l’intercessione del Sindaco di Forio, Francesco Del Deo e del Vice Sindaco nostro collega Gianni Matarese, barcamenandoci intanto tra i vari problemi dell’edilizia Giudiziaria (i crolli verificatisi nella sede provvisoria che imposero l’interdizione di una vasta porzione di fabbricato contenente anche la nostra sede associativa) nonché della paralisi dell’attività in tribunale come al Giudice di Pace dovuta alla mancanza di cancellieri ormai cronica ed al rifiuto dei cancellieri di Napoli a farsi applicare ad Ischia per evitare il disagio ed i costi della trasferta marittima (andato deserto l’interpello, il Presidente della Corte d’Appello pensò di ovviare al problema indicando addirittura i nominativi di tre cancellieri e di tre supplenti, senza prevedere tuttavia che costoro potessero simultaneamente mettersi tutti e sei in malattia per cui, caso gravissimo più unico che raro assurto anche alle cronache nazionali, un detenuto scortato ad Ischia per essere processato dovette essere ricondotto nel pomeriggio in carcere a Napoli senza processo). Tirato un sospiro di sollievo con il Decreto Milleproroghe del 2016 che, mercè i buoni uffici del Ministro per il Mezzogiorno Claudio De Vincenti, prorogava ulteriormente la scadenza delle Sezioni di Tribunale di Ischia, Portoferraio e Lipari al 31.12.2018, restava il problema della precarietà di tali Presidi e del prolungamento della loro agonia per mancanza di mezzi e di personale. Chiesi all’Assemblea degli Avvocati di rinviare le elezioni per consentirmi di realizzare il sogno di portare a compimento ciò che avevo iniziato nel lontano 2007 e per cui avevo incendiato la mia toga.

Oggi, fiero dei risultati raggiunti dall’Avvocatura, quali la nuova proroga ottenuta in extremis con il Milleproroghe estivo varato in Consiglio dei Ministri il 25 luglio scorso e la riapertura del Palazzo di Giustizia ristrutturato ed in attesa di inaugurazione, si intravede la meta che è e deve essere quella indicata all’On. Cantalamessa, componente della Commissione Giustizia e Capogruppo della Lega alla Camera nel corso della Tavola Rotonda sul Futuro dei Tribunali Insulari tenutasi all’hotel Delfini di Ischia il 30 giugno scorso con i Presidenti delle altre Associazioni Forensi insulari, i Presidenti dei Tribunali e dei COA e rappresentanti di CNF ed OCF e i nostri politici di riferimento, i Sindaci di tutte le isole minori e la Segretaria Generale dell’Ancim, nonché con la massiccia partecipazione di Avvocati, Cittadini ed Associazioni: il ripristino definitivo dei Tribunali insulari e il tanto agognato riconoscimento quali sedi giudiziarie disagiate con l’introduzione di incentivi economici e di carriera per il personale che agevolino la copertura dei posti vacanti in organico mediante concorsi ad hoc o procedure di interpello nazionale straordinario. Pur grati all’On. Cantalamessa ed al Vice Ministro per il Sud On. Pina Castiello della Lega, nonché al Sen. Urraro del M5S per averci sostenuto ed in generale a questo Governo per la concessione della proroga del mantenimento della Sezione al gennaio 2022, che avevamo visto sfumare a gennaio alla scadenza dell’ultima legislatura, non possiamo ritenerci ancora appagati, non essendo stata comunque rimossa e pendendo pertanto ancora minacciosa sulle nostre teste la spada di Damocle della soppressione.

Giovedì scorso, l’immensa emozione non mi ha frenato nel ribadire questa mia convinzione consegnando il  documento unitario stilato a margine di quella Assemblea Generale del 30 giugno contenente la proposta di emendamento dell’art. 10 del D.LGS. 14/2014 al Presidente del Consiglio dei Ministri, Prof. Avv. Giuseppe Conte, che ha mostrato grande intéresse e sensibilità alla problematica, nel corso dell’incontro riservato avuto con me e con il Presidente del Tribunale di Napoli Ettore Ferrara presso il Municipio di Lacco Ameno durante la visita operativa ai luoghi ed alle popolazioni colpite dal sisma di Casamicciola dell’agosto 2017.Nell’attesa dell’auspicata visita del Ministro della Giustizia per il taglio del nastro del nuovo Palazzo di Giustizia, credo di poter finalmente affermare, rincuorato dal colloquio con il Premier, che i tempi siano maturi per la stabilizzazione e l’efficientamento della macchina giudiziaria sulla nostra isola.

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