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Ischia, perché sarà un consiglio comunale “spartiacque”

ISCHIA. Mettetevi comodi, che proviamo a fare ordine. Parliamo di Ischia ma – ve lo diciamo in premessa – non ci soffermeremo sulla navetta Zizì, di cui peraltro ci occupiamo in altra parte del giornale, complice anche un’iniziativa dei sei consiglieri comunali di minoranza. I riflettori, nello specifico, saranno puntati sul consiglio comunale in programma il 27 aprile, che vedrà la maggioranza guidata dal sindaco Enzo Ferrrandino impegnata a “licenziare” un adempimento con cui sono di questi tempi alle prese tutti gli enti locali, e ci riferiamo al bilancio. La seduta di civico consesso, peraltro, potrebbe vivere – Consiglio di Stato permettendo, ma dovrebbero esserci pochi dubbi a riguardo – anche un altro momento significativo, quello legato cioè all’ingresso nell’assise consiliare da parte di Maurizio De Luise, che prenderà il posto di Valeria De Siano. E che, detto per inciso, rafforzerà la componente “giosiana” in seno all’amministrazione. Il bilancio, dicevamo. E’ notizia di ieri che i consiglieri di minoranza ne hanno presentati diversi emendamenti, che sono stati trasmessi via pec (posta elettronica certificata, per i profani) entro il termine ultimo consentito che lo ricordiamo scade domani, esattamente dieci giorni prima della data fissata per la prima convocazione.  Questo è un fatto indicativo, perché conferma come l’opposizione faccia sul serio ed abbia deciso di uscire da un atteggiamento da molti ritenuto eccessivamente attendista come quello che fin qui l’ha caratterizzato. “Bene del paese” o meno, posizioni diametralmente contrapposte servono come il pane, anche per provare a scuotere un’amministrazione che fin qui è sembrato come il Barcellone allo stadio Olimpico nella gara di Champions, e cioè assente ingiustificato.

C’è poi un altro aspetto da tenere in debita considerazione. Quale sarà l’atteggiamento dei consiglieri che compongono la squadra di Enzo Ferrandino? Gli umori, credeteci, sono dei peggiori. Tutti immaginavano che metà aprile sarebbe stato il termine ultimo per la composizione della nuova giunta, che da tecnica sarebbe passata a politica, e invece il sindaco con il suo solito “Aspett a me, capisc a me, nun te movere” accompagnato dall’immancabile occhiolino ha continuato a mandare tutti a “sperdere” per “vicoli e vicarielli”. La domanda è: per quanto tempo ancora decideranno che è giusto continuare a fare gli scemi del villaggio prima di essere “folgorati” da un moto di orgoglio e dignità? E scorrendo sempre i tasselli del mosaico, arriviamo a un altro punto abbastanza interessante, quello legato alle posizioni dell’ex sindaco Giosi Ferrandino e del gruppo consiliare che lo rappresenta, ossia “Vivere Ischia”. La priorità dell’ingegnere, che a breve si insedierà presso l’Europarlamento (ormai è soltanto una questione di adempimenti burocratici) è presumibilmente la campagna elettorale del prossimo anno, quando riuscire a continuare a indossare i “gradi” da eurodeputato non sarà una cosa agevole: il Pd non ripeterà l’exploit del 2014 e se tutto andrà per il verso giusto eleggerà tre esponenti. Insomma, serve una “carrettata” di preferenze, anche sull’isola. E siamo certi che l’attuale stato dell’arte nel Comune capofila sia quello più idoneo per fare in modo che Giosi possa fare incetta di voti o quantomeno ottenere un buon risultato? Il dubbio, anche stando a quanto successo alle recenti politiche – dove tanto il sindaco quanto la maggioranza se ne sono altamente fregati di far votare il Pd, che poi fino a prova contraria è anche il loro partito – è più che legittimo e motivato e pone dunque anche l’altro Ferrandino in condizione di dover scegliere bene i passi da muovere.

E restando in questo ambito è importante capire anche la linea che seguirà il gruppo Vivere Ischia. L’atteggiamento in consiglio di Pasquale Balestrieri, Carmen Criscuolo, Massimo Trofa ed eventualmente Maurizio De Luise rappresenterà un qualcosa da monitorare. Se sarà presentato, ad esempio, qualche emendamento al bilancio, allora vuol dire che quantomeno al sindaco sarà stato lanciato un segnale: per la serie, noi non ci stiamo a farci trattare alla stregua di zerbini. Non dovesse concretizzarsi questo scenario, evidentemente, non ci sarebbero più dubbi nel poter sostenere che al netto di qualche “mal di pancia” manifestato a questo punto più che altro per fare coreografia, non ci sia volontà di porsi in contrapposizione e dunque l’allineamento col primo cittadino debba ritenersi scontato e consolidato. Ma attenzione, perché questo sarebbe un autentico suicidio politico. E capire soltanto col nuovo anno solare che forse era il caso di alzare la cresta, non servirebbe più a chi oggi è “ostaggio” di Enzo e che in quel caso sarebbe destinato a scomparire, a estinguersi. Una battaglia campale, presumibilmente mai combattuta, nel quale in piedi ne resterebbe uno solo. E quell’uno si chiama Enzo Ferrandino. Siamo davvero sicuri che questo sia quello che vogliono tutti gli altri “protagonisti” di questo scenario? A buon intenditor, poche parole…

Gaetano Ferrandino

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