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Ischia Ponte: 20 attività chiuse e l’aspetto di un borgo fantasma

di Isabella Puca

Ischia – C’era una volta il borgo di Ischia Ponte, c’era una volta perché forse ora non c’è più. Quello che era il luogo dell’anima di un paese, lì dove si svolgeva principalmente la vita degli ischitani è ora un borgo fantasma fatto di serrande abbassate, di cartelli colorati con su scritto fittasi o vendesi, dove si respira la vita soltanto al mattino quando la paranza arriva al ponte o quando gruppi di turisti passeggiano verso il Castello Aragonese. Ad oggi Ischia Ponte si presenta così: con 20 attività chiuse, non parliamo di locali chiusi perché è inverno, ma di negozi completamente sfitti. Ma un posto così centrale e frequentato, soprattutto d’estate, non dovrebbe far gola al commerciante? Qual è dunque il problema? Perché Ischia Ponte oggi si presenta così? Siamo andati a chiederlo a chi nel borgo ha da anni la propria attività e che è testimone del tempo che cambia. Lunedì scorso, il sindaco di Ischia Enzo Ferrandino, ha voluto incontrare il mondo del commercio per conoscere problematiche e proposte. I commercianti di Ischia Ponte hanno occupato un intero lato della sala consiliare e il pensiero era unanime: Ischia Ponte è morta perché è una zona a traffico limitato senza un parcheggio. Ma può essere davvero solo questo il problema? Qualche altro annovera tra i motivi i fitti troppo alti dei locali che, a dire il vero, negli ultimi tempi hanno abbassato di gran lunga il tiro: si parla di 1000 euro per uno degli esercizi più ampi che ha da poco abbassato la serranda dopo anni di attività. Altro motivo? La mancanza di identità: troppi negozi di abiti, poco artigianato locale e quindi pezzi esclusivi che potrebbero attirare il turista. Notizia dell’ultima ora è che, proprio all’inizio di Via Luigi Mazzella, sta per aprire un locale dove verranno installati dei distributori h24. Addio al sorriso del commesso che può informare il turista su cosa visitare o dove pranzare, s’inserirà una monetina e si avrà la merce tramite una macchinetta come avviene in un grande metropoli dove ciò che manca è il ritmo lento che può darti solo un’isola. «Con la chiusura del traffico, possiamo chiudere anche i negozi e tornare tutti a casa. E’ un dato di fatto, la mancanza di un parcheggio e di una scogliera, che rende il piazzale impraticabile d’inverno, ci ha penalizzato». È questa l’analisi di Sebastiano Balestriere, storico commerciante di Ischia Ponte. Pippo, il suo negozio di calzature è aperto dal 1965, prima era nelle mani del padre, ora nelle sue. «D’inverno, ormai da qualche anno, abbiamo avuto una serie di defezioni per il decentramento di alcuni uffici che hanno fatto calare il numero di presenze al Ponte. Nel palazzo dell’Orologio, un tempo, c’era la posta, al centro c’era una filiale del Banco di Napoli, poco più in là il patronato di Michele Migliaccio che ora è nei pressi del bar La Violetta. Tre attività del genere modificano le presenze, si parla di 300 persone in meno per 300 metri di terra. Resta l’Inps, ma tutto è ora telematizzato salvo quando qualcosa non va ed è necessario parlare con un impiegato. Provate a chiederlo a tutti commercianti: oggi si lavora in attesa che sia pronta a domanda per la pensione all’Inps. Tra un po’ si parla del decentramento anche di quest’ultimo ufficio e se questo accadrà diventerà davvero dura». Dunque se Ischia Ponte è deserta, seguendo l’attenta analisi di Sebastiano, condivisa anche da altri commercianti del Borgo, è perché sono venute a mancare attività necessarie alla vita degli isolani come la banca e la posta che ora è posizionata immediatamente prima della zona a traffico limitato.  «Sarebbe bello se arrivando a Ischia Ponte si avesse l’impressione di fare un tuffo nel passato anziché ritrovarsi in un corso anonimo e senza una propria identità». È questa la testimonianza data, invece, da Serena Ambrosino, da 15 anni nel borgo con l’erboristeria Alchimille. In effetti, dare un regolamento su cosa vendere, andando a privilegiare l’artigianato che tanto piace al turista e che tende a frequentare di più il borgo, regolamentare l’estetica di tutte le attività potrebbe essere un’idea per rilanciare la zona. A ciò si potrebbe aggiungere un cambiamento relativo agli orari di chiusura e di apertura dei negozi, in modo particolare d’estate, andando a individuare le fasce orarie più frequentate.  Basti pensare a quanto è bella Ischia Ponte durante determinate manifestazioni che ne vanno a sottolineare le peculiarità. Una su tutte? Quella organizzata dalla Borsa verde 3.0 dove ad ogni balcone si è visto calare un “panaro” e per una mattina Ischia Ponte è sembrata più colorata di sempre. Riaprire il pontile all’approdo di barche turistiche, è questa invece la proposta di Elena Mazzella, presente al Borgo prima con una libreria e poi con un negozio di articoli di artigianato, un’idea condivisa dai tanti che, penalizzati dall’ischitano che non muove un passo senza la propria auto, vorrebbero risollevarsi con il turista che, alle volte, sembra riuscire ad apprezzare molto di più i nostri luoghi di quanto non riusciamo a farlo noi.

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