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Ischia, Taglialatela: «Non abbiamo mollato né come squadra, né come società»

Batman scende in campo a difesa dei colori gialloblù dopo la sconfitta nel derby delle isole: «La gara si è decisa su dei nostri errori, ma non me la sento di condannare qualcuno. Siamo tutti abbastanza esperti nel comprendere che a volte si deve fare i conti con la forza di chi ci è davanti»

Il derby delle isole si conclude con la sconfitta della squadra di Bilardi che nulla può e ha potuto contro il Procida che oramai vola sempre più verso la conferma di quella terza posizione in classifica in vista dei playoff. Playoff che invece per la compagine gialloblù si allontanano sempre più, mancherebbe ancora la matematica ma a parte qualche miracolo e strana combinazione di eventi, la stagione della squadra di patron Emanuele D’Abundo potrebbe dirsi conclusa. Diversi i malcontenti, soprattutto da parte della tifoseria che, dopo gli innesti giunti in società a dicembre e, alcune prestazioni davvero importanti dove i gialloblù sono riusciti a mettere in difficoltà corazzate come Sant’Antonio Abate e Vico Equense, si era davvero creduto e sperato che si potesse afre quel salto di categoria e/o addirittura portarsi in seconda posizione. L’amarezza e la delusione c’è e a tratti forse anche la rabbia, ma, in fondo questa squadra sappiamo bene che ha fatto tanto anzi tantissimo se si considera da dove si è partiti. Di questo ne abbiamo parlato con Pino Taglialatela, direttore generale dell’Ischia.

Con la sconfitta di sabato nel derby, possiamo dire che in un certo senso l’Ischia abbia detto quasi addio ai playoff… Mancherebbe ancora la matematica, ma davvero sarebbe una sorta di miracolo…   

«Personalmente non credo ai miracoli. Certo manca ancora la matematica e sicuramente fino a quando essa non ci dirà il contrario, noi continueremo a lottare e a crederci, poi vedremo. Una cosa è certa e voglio che sia chiaro, non abbiamo mollato né come squadra, né come società. Ma siamo tutti abbastanza obiettivi ed esperti, qualcuno di noi ha masticato calcio negli anni e sappiamo bene come funzionano certe cose e soprattutto riusciamo a capire e intravedere la flessione della squadra e di chi abbiamo davanti e in questo caso è impossibile negare che innanzi a noi ci siano squadre più attrezzate e forse più pronte a fare questo salto di categoria. Non che non crediamo nei nostri ragazzi e nelle nostre possibilità perché in quanto ad organizzazione siamo, a detta di tutti, primi in classifica. Ma è altresì indubbio che rispetto ad altre squadre siamo partiti in ritardo e con una rosa che abbiamo costruito strada facendo, a differenza, forse, di chi ci è davanti che ha avuto molto più tempo di noi. Ciò non deve e non vuole essere un alibi e soprattutto non voglio essere ripetitivo ma non si può dimenticare ciò. Ovvero che siamo partiti da una prima categoria e tutto ciò che è venuto dopo, fosse anche quest’unica e sola possibilità che ancora persiste nel raggiungere i playoff, è solo ed esclusivamente merito dei ragazzi e del loro mister».

Si sono adottate delle scelte in campo domenica che hanno un po’ destabilizzato tanto i tifosi quanto forse tutti noi: vedi l’assenza di Vitagliano, Monti, Mennella a favore di ragazzini meno esperti in un match dal duplice valore se vogliamo, sia in termini di classifica e playoff, sia perché derby…   

«A di là di Mennella che aveva la febbre a 39 e che abbiamo cercato fino alla fine di poterlo convocare, ma non c’è stato verso le sue condizioni non erano delle migliori, per il resto è stata una scelta della società coadiuvata col mister. Vitagliano è un ottimo ragazzo, in gamba ma come abbiamo già ampliamente parlato con lui, non rientra nei nostri progetti futuri ed in quest’ultimo squarcio di stagione la società ha deciso che vuole vedere in campo i suoi giovani. Giovani isolani che, senza nulla togliere a nessuno, credo vadano solo applauditi per la prestazione e per la grinta la voglia dimostrata in campo nel cercare di ribaltare le sorti di una partita decisa in venti minuti e su degli errori per lo più nostri. Che abbiamo sbagliato qualcosa non c’è dubbio, chi non sbaglia… Ma in tutta onestà noi e soprattutto il presidente è contento di quanto fatto dalla squadra sinora e se lo è lui lo siamo tutti. Ci spiace per i nostri tifosi che forse avrebbero voluto già da quest0anno raggiungere tutt’altri obiettivi ma il nostro, come ripetuto più volte è un progetto decennale dove vogliamo costruire qualcosa di importante e duraturo nel tempo. Non ci interessano le corse sfrenate la primo posto, ma piuttosto riuscire a conquistarci una credibilità sul campo e credo che l’Ischia di quest’anno possa in questo ritenersi soddisfatta. Volevamo mantenere la categoria e l’abbiamo fatto. Certo, se fosse arrivato e/o dovrebbe arrivare qualcosa in più, non può che farci piacere e fin quando non sentiremo la campana andremo fino alla fine e fino in fondo».  

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Non si può negare che nell’ultimo periodo però ci sia stato un certo calo da parte della squadra: forse il dichiarare apertamente i progetti venturi con anche la già proclamazione del nuovo mister ha destabilizzato un po’ l’ambiente, lo spogliatoio?

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«Sinceramente non credo. Noi siamo una società alla quale piace l’organizzazione, il progettare e non arrivare all’ultimo momento. Credo piuttosto che ciò debba essere inteso come cosa positiva, nel senso che guardiamo al futuro e alla crescita di tutti noi. Billone oltre di essere un grande allenatore è anche un grande amico di Ciro Bilardi e tale decisione, sembrerà strano, ma è stata concordata con l’attuale mister che, rimarrà all’interno della società e collaborerà a stretto giro con Billone e con me per quanto concerne il settore giovanile. Sappiamo bene che Bilardi è un grande esperto di giovani talenti e pertanto affiancherà me e Billone nella ricerca di ragazzi isolani che possano dare un valore aggiuntivo alla nostra rosa. L’intenzione del presidente D’Abundo è di costituire una rosa fatta prevalentemente da giovani isolani e per afre ciò abbaio bisogno di muoverci in tempi stretti visto che non abbiamo certo un bacino come la terra ferma, ecco perché queste decisioni che riguardano la prossima stagione sono già state prese  e avanzate. Ciò dimostra la volontà di tutti noi di costruire un progetto futuro e duraturo nel tempo. Purtroppo la stampa ha sempre da ridire, ci mancherebbe, è il vostro mestiere così come il calcio è bello perché tutti ne possono parlare, ma noi non abbiamo nulla da nascondere, abbiamo un progetto che porteremo avanti e in cui crediamo».

Tante le contestazioni contro Bilardi che forse come dichiarò lui stesso non è mai stato molto ben voluto dalla società: cosa è successo anche durante il derby dove l’abbiamo visto rivolgersi agli spalti in modo molto adirato?

«Io non penso che lui non sia ben voluto dalla piazza, credo invece come ben sappiamo che il mister è sempre il primo a essere bersagliato quando qualcosa non va come vogliamo o speriamo. Ed è il motivo principale per il quale io non ho voluto fare l’allenatore – sorride e riprende – In merito alla partita e a quella sua reazione, in tutta sincerità non me la sono sentita, in qualità di società, a richiamarlo: non è stato criticato per delle scelte tecniche o per quanto stava accadendo in campo, ma è stato toccato sul personale e questo credo non sia giusto. Vanno bene le critiche sul campo, ma non quelle private come uomo. Con ciò non sto dicendo che la sua reazione sia da giustificare, ma da tollerare sì – e ancora aggiunge – Si era nel bel mezzo della gara, con al tensione a mille e ci può stare che ci si vede attaccare sul personale e si reagisce. Ma sono cose che capitano, sull’isola ci si conosce tutti e infatti oggi è già tutto più che dimenticato».

In definitiva quindi considerando, anche gli obiettivi futuri e la programmazione già in atto per la prossima stagione, possiamo ritenere conclusa la stagione dell’Ischia?

«Come ho accennato anche poco fa, no. Mancano tre partite alla fine, credo che sia finita ma la matematica non ci condanna e se c’è anche una sola possibilità cercheremo di agguantarla e di fare del nostro meglio. Non ho mai visto qualcuno che scende in campo per perdere le partite»

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