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La “melina” di Enzo & co., per le notifiche torna il messo comunale

Una situazione che definire imbarazzante è poco. Ma evidentemente, volendo fare il verso al celebre detto popolare, non è soltanto in amore e in guerra che tutto è lecito ma anche in politica. Specialmente, quando nel terzo millennio e nell’era di una avanzatissima tecnologia, si utilizzano strumento ormai obsoleti e desueti per guadagnare tempo prima della convocazione di una importantissima seduta di consiglio comunale di Ischia, con l’approvazione di un documento contabile – e ci riferiamo al bilancio consuntivo – che qualora non dovesse arrivare potrebbe addirittura portare allo scioglimento del civico consesso guidato dal sindaco Enzo Ferrandino.

A fare chiarezza su quanto sta succedendo, un’interrogazione che i sei esponenti della minoranza hanno trasmesso proprio ieri al primo cittadino ed alle altre autorità competenti. Ecco cosa si legge nel testo: “I sottoscritti Consiglieri Comunali Gianluca Trani, Ciro Cenatiempo e Antonello Sorrentino espressione del gruppo consiliare Ischia Cambia e Domenico De Siano, Giustina Mattera e Antonio Mazzella espressione del gruppo consiliare Forza Italia; visto che in data odierna soltanto dopo la nostra nota di diffida, indirizzata al Presidente del Consiglio Comunale e Al Prefetto, alcuni consiglieri appartenenti alla minoranza consiliare si sono visti notificare a mano dal messo comunale la diffida prefettizia per l’approvazione del rendiconto; Con la presente chiedono di conoscere chi ha disposto e per quale motivo la modifica delle modalità di notifica degli atti ai consiglieri comunali e in ogni caso chiedono di conoscere se alla data odierna sono state completate tutte le predette notifiche. Al Collegio dei Revisori che legge la presente per opportuna conoscenza e per i profili di interesse viene notiziato circa l’aggravio di costi inutilmente posta in essere con la scelta di modalità di notifica a mezzo messo comunale anziché a mezzo pec (gratuita) come abitualmente avviene per le notifiche di convocazione e di altri atti nei confronti dei consiglieri comunali”.

Insomma, il motivo della doglianza da parte dei consiglieri di minoranza è chiaro a tutti, ma è opportuno fare un passaggio per i non addetti ai lavori. Nel momento in cui arriva la diffida dell’ufficio territoriale di governo, infatti, ci sono venti giorni di tempo da parte di un’amministrazione per convocare il consiglio comunale. Un arco di tempo che non può essere disatteso ma c’è un “però”: il conto alla rovescia scatta nel momento in cui tutti i consiglieri hanno ricevuto la notifica. E qui scatterebbe il “trucco”, peraltro vecchio come il mondo: se infatti la stessa avviene via Pec (posta elettronica certificata) occorrono cinque minuti, viceversa col sistema della consegna pro manibus si può anche rimediare qualche giorno di tempo in più. Ed evidentemente, a Ischia, ci siamo ridotti a questo. Che dire, non c’è più religione. Il ritorno al passato abita ufficialmente qui. Ma di romantico, non ce ne vogliate, ha decisamente poco.

DI GAETANO FERRANDINO

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