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La natura non è uguale per tutti

Lungi da noi l’idea di esercitare un’operazione di sciacallaggio sul disastro alluvionale di Livorno. Non lo faremmo nemmeno in assenza di vittime che, invece, ci sono state, con la distruzione di un’intera famiglia. Ma a sentire, in queste ore, i politici, stampa, televisioni, nel caso di Livorno sarebbe stata tutta e solo colpa della Natura, che ha scaricato una bomba d’acqua su alcune zone della città. A Ischia no. Il crollo delle case terremotate era colpa dell’abusivismo edilizio ( che nessun isolano ormai nega, anche se qualcuno lo edulcora con l’appellativo di “ abusivismo di necessità”). Che a Livorno la casa travolta fosse stata costruita sopra un rio tombato, sembra quasi una sventurata concausa.

Che vogliamo dire con questo? Che gli ischitani non hanno colpe? Niente affatto! Non accettiamo il concetto di “ abusivismo di necessità”, altrimenti dovremmo accettare anche il “ furto di necessità” se non si ha di che sfamare la propria famiglia. Le leggi, anche quando appaiono inique, anche quando sono in discordanza col sentire della popolazione, in stridente contrasto col fabbisogno socio-economico, vanno comunque rispettate, tranne a battersi per le opportune modifiche legislative in Parlamento. A Livorno, ma anche a Roma, Sindaci Nogarin e Raggi, hanno dimostrato che tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare ( e a  Livorno il mare c’entra e come nel disastro, avendo impedito il deflusso delle acque dei torrenti). Anche i 5 Stelle, partito di pochi anni, che ha fatto dell’etica e della trasparenza la propria bandiera, ha dovuto fare i conti con le rudezze e le asperità della vita quotidiana .Che vogliamo dire, noi di Ischia? Solo che ci lascino leccare in pace le ferite provocate dal terremoto e che quando si parla di abusivismo si individuino tutte le cause e tutti i responsabili e che si comprenda come i fenomeni di urbanistica dissennata non sono patrimonio esclusivo della nostra isola: Non l’abbiamo inventato noi il termine “ rapallizzazione”, riferito alla speculazione edilizia degli anni ’60 a Rapallo, in Liguria e in Toscana.

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