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La relazione di Chiara e Pugliese che “sparava” contro il Bar Vittoria

ISCHIA. Non è soltanto un caso che sta scuotendo la politica ischitana, è anche una storia che parte da lontano. Da molto lontano. Da quando Roberta Boccanfuso (l’assessora che si prende anche la briga di fare invasioni di campo e commentare con scarso senso diplomatico e delle istituzioni le iniziative assunte da sindaci di altri Comuni) è entrata a far parte della giunta guidata dal sindaco Enzo Ferrandino e contestualmente il padre Luigi – ex alleato in campagna elettorale della coalizione che sosteneva la candidatura di Gianluca Trani – iniziò la sua personale battaglia contro Cesare Di Scala, titolare del Gran Caffè Vittoria e colpevole di aver candidato la sorella proprio nelle liste di Enzo Ferrandino che però all’epoca era un nemico. Era il 22 luglio del 2018 quando all’assessore con delega alle occupazioni di suolo pubblico ed aree pedonali arriva una nota avente ad oggetto “Relazione su segnalazioni di problematiche relative al suolo pubblico rif. Nota prot. 20171 del 9 luglio 2018”.

Il documento in questione, o meglio i suoi contenuti, sono rimasti fin qui sconosciuti e misteriosi ma adesso siamo in grado di potervelo mostrare. In primis porta la nota del comandante della polizia municipale Chiara Boccanfuso e del responsabile di settore Giovan Giuseppe Pugliese. Il testo recita inizialmente: “In merito all’attività Gran Caffè Vittoria, sita alla via Corso Vittoria Colonna, Piazzetta San Girolamo, è stato rilasciato parere di competenze per la sola occupazione con sedie, tavoli, ombrelloni e banco gelato, in quanto area pedonale 0-24 eccetto residenti autorizzati. Tale occupazione è assentita già da diversi anni, priva di copertura posta sulla occupazione del marciapiede antistante l’ingresso del bar. La copertura, da documentazione acquisita, è resa operativa con CILA e relativi allegati, presentata al prot. n. 5624 del 27 febbraio 2018 del Comune di Ischia. Tale copertura è posta ad angolo tra il Corso Vittoria Colonna e la via E.do Cortese ed è chiusa lateralmente da pannelli che ostruiscono la visibilità sull’incrocio, non rispettando le distanze minime ai fini della sicurezza della circolazione veicolare e pedonale”. Insomma, vengono riscontrate una serie di anomalie che vengono ribadite anche successivamente, quando la Boccanfuso e Pugliese scrivono che “pertanto, tenendo conto che tale incrocio si sviluppa su una strada pedonale ed una strada inclusa nella ZTL aperta alla circolazione veicolare per 10 ore e 30 minuti giornaliere e per buona parte dell’anno in cui non è arriva la ZTL, rispetto al quesito contrassegnato sotto la lettera a) si ritiene di dover rispondere affermativamente in quanto l’insediamento sul suolo pubblico, come risulta, essersi andato gradualmente e progressivamente configurando costituisce grave nocumento per la circolazione stradale e pedonale”.

Ma c’era anche un altro quesito posto da Roberta Boccanfuso e nello specifico si risponde precisando “che la segnaletica orizzontale di stop allo stato risulta circa 2 metri dietro la visuale dell’incrocio”. Poi si aggiunge ancora: “Si precisa inoltre che da verifiche relative all’area portuale, in particolare Riva Destra, è stato espresso parere favorevole alla occupazione assentita da diversi anni, in quanto esclusivamente strada a bassa densità di traffico, strada senza sbocco e area pedonale, ad eccezione di alcune ore del giorno per consentire ai residenti di raggiungere le proprie abitazioni e agli autorizzati di effettuare le operazioni di carico e scarico presso le varie attività. Sono in corso verifiche sul resto del territorio”. Già, la riva destra, perché il fuoco nemico arrivò con un paio di blitz anche da quelle parti. Insomma, il documento che di fatto suonava come una “condanna” per Cesare Di Scala era siglato da oltre sei mesi: era lì, in un cassetto, pronto ad innescarsi come una miccia. Per tutto questo tempo nessuno ha pensato di affrontare di petto il problema, rinviandolo di mese in mese fino alle calende greche. Adesso però la bomba è scoppiata e in un modo o nell’altro bisognerà pure uscirne. Partendo da un presupposto, che immaginiamo Enzo Ferrandino abbia compreso benissimo: comunque la si metta, sarà difficile non scontentare qualcuno.

Gaetano Ferrandino

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