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La Sir isolana e la morte silenziosa dei suoi ex pazienti

di Sara Mattera

Ischia. La sir isolana- o almeno quel che ne rimane di essa- ha perso un altro dei suoi affezionati pazienti. Giuseppe Dell’Aquila, infatti, è spirato mercoledì, nella medesima giornata in cui il commissario straordinario dell’Asl Napoli2 Nord, Antonio D’Amore, veniva nominato direttore generale dell’azienda sanitaria napoletana.  Una morta solitaria, quella di Giuseppe, passato a miglior vita, lontano dalla sua isola e da quegli operatori sanitari e compagni che per circa un ventennio sono stati il suo punto di riferimento tra le mura di  Villa Orizzonte. L’ex “abitante” della sir di Ischia, è deceduto in un centro in terraferma dove era stato trasferito lo scorso settembre,all’indomani della delibera 506/2015 che ha trasformato il centro di salute mentale isolano in una comunità alloggio. Comunità  che, lo ricordiamo, ha comportato il trasferimento di gran parte dei pazienti psichiatrici e degli operatori del settore in strutture dislocate tra Napoli e provincia. E sono stati proprio gli operatori dell’ormai smantellata Sir di Ischia, a puntare il dito, in queste ore, ancora una volta, sulle decisioni di spendig review intraprese lo scorso anno dall’Asl. Chi,infatti ,lavora da anni per i servizi di igiene mentale di Ischia,  si è ritrovato, ieri, a raccogliere i cocci della perdita di Giuseppe, l’ennesimo dei pazienti di più longeva permanenza della sir isolana ad essere deceduto nell’arco di pochi mesi. «Un altro paziente- ha denunciato una delle operatrici della sir- è morto a neanche un anno dalla delibera dell’asl che ha smantellato il centro di salute mentale di Ischia.È ormai chiaro che la chiusura della Sir non ha giovato ai nostri pazienti che non avrebbero dovuto essere sballottati da una parte all’altra come pupazzi». Giuseppe, infatti, è il secondo paziente del nostro ex centro di salute mentale ad essere deceduto. Ad Ottobre scorso, a passar a miglior vita era stato Giovan Giuseppe Trani, morto  anch’egli tra le mura di una struttura sulla terraferma per un’insufficienza cardio-circolatoria. Una morte questa, quasi inaspettata, dal momento che le condizioni cliniche di Giovan Giuseppe non avevano mai destato particolari preoccupazioni, o quanto meno, non prima dell’inizio delle innumerevoli e scellerate vicissitudini che hanno interessato, da un anno a questa parte, le strutture intermedie residenziali presenti sul territorio isolano. Ed oggi, la morte di Giuseppe, rappresenta per gli operatori della sir di Ischia l’ennesima goccia di un sistema sanitario sempre più allo sbando e sempre meno attento alla tutela dei più deboli. La preoccupazione di molti operatori del centro isolano di salute mentale, è, infatti, che gli ex pazienti non siano seguiti con  dovuta attenzione nelle strutture in terraferma, nelle quali pur sempre si avvertono i continui tagli che la sanità campana continua a subire.  Da quando è stata smantellata la sir isolana, inoltre molti pazienti sono stati ricoverati ai Camaldoli, in provicia di Napoli con poche possibilità di uscita e di svago. Svago che, ad Ischia, invece, un tempo avevano tra gite a mare e numerose attività laboratoriali a cui, purtroppo, le manovre intraprese dall’asl hanno messo la parola fine.   Ora più che mai, insomma, la nomina di D’Amore a dirigente dell’Asl Napoli2 Nord, rappresenta la speranza di un nuovo inizio e di un possibile ripristino della sir isolana, tanto promesso, nei giorni scorsi, anche da Lello Topo, presidente della Commissiona Sanità della Regione Campania. Mentre si attendono però provvedimenti, chi ha subito le conseguenze di questa scellerata situazione che si protrae da troppi mesi, sono stati Giuseppe e Giovan Giuseppe che hanno dovuto dire addio non solo alla loro amata isola, ma anche a questo mondo, in solitudine e lontano da quanti  volevano  loro bene.

 

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