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Lacco Ameno, va deserta la gara per l’appalto “ponte” della nettezza urbana

LACCO AMENO. Una gara senza concorrenti al traguardo. La procedura indetta dal Comune di Lacco Ameno, allo scopo di individuare una ditta a cui assegnare il servizio di nettezza urbana per soli sei mesi, si è conclusa con un nulla di fatto. Nessuna busta da aprire per valutare le offerte. Evidentemente le aziende potenzialmente in grado di concorrere hanno ritenuto antieconomica la base d’asta, il cui importo complessivo, ricordiamo era pari a circa 380mila euro. Sette erano le ditte che avevano comunicato una manifestazione d’interesse, ma soltanto due avevano partecipato al sopralluogo successivo: e alla fine nessuna di loro ha ritenuto di inviare un’offerta per il servizio di “raccolta, trasporto e smaltimento rifiuti solidi ed urbani e raccolta differenziata con il sistema porta a porta nel territorio comunale, spazzamento e diserbo delle aree pubbliche, pulizia degli arenili non in concessione, pulizia di griglie e pozzetti stradali e rifiuti cimiteriali”. La stessa natura di gara di transizione per quello che era stato definito un appalto-ponte, ha probabilmente scoraggiato le ditte. Il Comune l’aveva indetta per evitare la laboriosità e le lungaggini necessarie per imbastire il normale  appalto biennale con le annesse norme “europee” da rispettare. Ora non resta dunque che prorogare ancora una volta alla Balga la gestione di un servizio essenziale che ovviamente non può essere interrotto. Si pone comunque il quesito relativo alla nuova gara da preparare: perseverare con la proposta di un nuovo appalto della durata di pochi mesi, con la possibilità di un nuovo flop, oppure passare direttamente a imbastire una gara ordinaria? Il Comune del resto deve fronteggiare il minore gettito provocato dalle conseguenze del terremoto e la sospensione del pagamento dell’imposta sui rifiuti da parte dei cittadini la cui abitazione è rimasta lesionata dal sisma. Le mancate entrate si riverberano sulla base d’asta, in quanto sono circa duecento i fabbricati che non dovranno essere raggiunti dal servizio: una circostanza che ovviamente si traduce in un mancato incasso quantificabile, pare, a circa duecentomila euro.  Una cifra rilevante per un Comune tuttora in fase di dissesto finanziario.  Inoltre, il fallimento della società partecipata Lacco Servizi e le conseguenze riguardanti le sue risorse, rende impossibile al Comune garantire alla ditta che gestisce la nettezza urbana gli stessi mezzi e le stesse risorse previste nel precedente appalto. Una maggiore base d’asta è ipotizzabile non certo tramite un improbabile (e impopolare) aumento dell’imposta, ma al massimo mediante il supporto da parte dello Stato vista la fase emergenziale.

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