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Lacco e il bilancio, tutte le prescrizioni da rispettare

Dalla Redazione

LACCO AMENO. Un mese fa da Roma arrivava la notizia tanto attesa: il Ministero dell’Interno aveva approvato l’ipotesi di bilancio stabilmente riequilibrato del Comune di Lacco Ameno per l’anno 2014. Da oltre un anno il paese del Fungo era praticamente bloccato su questo punto, rendendo estremamente difficoltoso ogni sforzo, anche tramite gli atti amministrativi più semplici, per tentare di uscire dalle secche del dissesto. Certo, l’approvazione dell’ipotesi di bilancio rappresenta un passo avanti, ma non è la fine dei guai, e comunque il decreto ministeriale reca in sé una serie di prescrizioni. Innanzitutto l’ente di Piazza Santa Restituta, dopo aver deliberato il bilancio di previsione dell’esercizio per il 2014, dovrà anche deliberare entro 120 giorni il rendiconto 2014, il bilancio di previsione del 2015, il rendiconto dello stesso anno, e infine il bilancio di previsione 2016, provvedendo contestualmente alla presentazione delle relative certificazioni, rispettando comunque i vincoli e le prescrizioni dettate dal Ministero. Al comune è infatti vietato di aumentare il numero delle persone dell’organico, dopo aver comunque ottenuto la possibilità di fissare a ventidue il “tetto” massimo (tre in più di quelle finora effettivamente impiegate nella pianta organica).

ENTRATE. Veniamo al capitolo delle entrate tributarie ed extratributarie: allo scopo di mantenere la stabilità di gestione, il comune per un periodo di cinque anni dovrà applicare e riscuotere l’imposta municipale propria sperimentale, oltre all’imposta unica comunale (Iuc) nelle aliquote massime consentite, tenendo conto che l’aliquota massima complessiva dell’Imu e della Tasi non può superare i limiti prefissati per la sola Imu. Nel lungo elenco delle prescrizioni di natura tributaria, vi è anche quella di applicare e riscuotere la tassa sui rifiuti in modo che sia assicurata l’integrale copertura dei costi di investimento, d’esercizio e di smaltimento. In materia edilizia, per gli anni 2016 e 2017, i proventi delle eventuali concessioni edilizie e delle sanzioni previste dal Dpr 380/2001 potranno essere destinati nella misura del 100% a spese di manutenzione ordinaria del verde, delle strade e del patrimonio comunale, nonché a spese di progettazione di opere pubbliche.

CONDONI EDILIZI. L’amministrazione dovrà inoltre adottare tutti i provvedimenti organizzativi necessari al fine di ottenere una rapida definizione delle pratiche di condono edilizio inevase, assegnando le risorse necessarie e stabilendo i tempi di definizione. Su questo punto, come è noto, il Comune di Lacco Ameno alcuni mesi fa ha aderito all’iniziativa riguardante le domande di condono insieme ai tre comuni isolani che mancano del Piano di dettaglio (Forio, Casamicciola e Serrara), predisponendo la procedura per dare finalmente inizio all’esame delle istanze pluridecennali dei propri cittadini. La legge regionale impone inoltre precise scadenze entro cui vanno esaminate le pratiche. La procedura semplificata adottata da Forio e Casamicciola, già concordata con gli altri Comuni, verrà quindi applicata anche a Lacco. Fra l’altro l’ente di Piazza Santa Restituta, per delega concordata tra i sindaci, aveva già avviato l’aggiornamento del vecchio Piano urbanistico territoriale,  dialogando con la regione impegnata nella redazione del Piano territoriale regionale.

RISCOSSIONI. Relativamente all’attività di accertamento e riscossione delle entrate, allo scopo di mantenere una gestione equilibrata, il Comune dovrà assicurare la tempestiva adozione dei provvedimenti necessari a garantire le regolari attività di accertamento e riscossione, anche mediante provvedimenti che possano migliorare proprio tali attività, valutando il ricorso alle forme che dovessero risultare più efficaci, rapide e convenienti, privilegiando quelle che rendono immediati i tempi di materiale introito da parte del servizio di tesoreria comunale, e il relativo trasferimento nelle casse dell’ente. Il Ministero impone ovviamente anche la tempestiva attivazione delle procedure coattive per il recupero dell’evasione oltre all’effettuazione di verifiche incrociate tra tutti i dati utili allo scopo, assicurando in ogni caso gli adempimenti necessari alle verifiche e ai controlli. Le entrate derivanti dal recupero di evasioni fiscali riferite ad anni d’imposta fino al 31 dicembre 2013, pur se accertate successivamente, e gli eventuali maggiori proventi riscossi dovranno essere trasferiti all’organo straordinario della liquidazione per il finanziamento della massa passiva.

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SPESE. Un capitolo a parte è quello relativo alla riduzione delle spese correnti. Tra di esse, oltre alla prevedibile prescrizione di determinare e attribuire il trattamento economico spettante al personale dipendente sia per la parte fissa che per la parte variabile nel rispetto del contratto nazionale, viene imposta la determinazione del tetto di spesa in conformità delle leggi vigenti, assicurando la riduzione delle spese di personale anche attraverso la riduzione del fondo per la contrattazione integrativa. Tale tetto dovrà essere costantemente controllato al fine di accertarne la compatibilità con i vincoli della finanza pubblica e mantenuto in misura tale da garantire il rispetto del patto di stabilità interno, che a partire da quest’anno è stato sostituito dal pareggio di bilancio introdotto dalla legge 208/2015. Il decreto ministeriale recapitato al comune di Lacco Ameno fa particolare riferimento al trattamento economico dei singoli dipendenti, anche di qualifica dirigenziale, compreso il trattamento accessorio, che in ogni caso non potrà superare il trattamento ordinariamente spettante per l’anno 2010. Stesse disposizioni per il trattamento accessorio, mentre a partire dal primo gennaio 2016 l’ammontare complessivo delle risorse destinate annualmente a tale trattamento accessorio, anche a livello dirigenziale, non potrà superare il corrispondente importo determinato per il 2015. In generale, comunque, vengono prescritte varie  misure di contenimento delle spese, anche in relazione alle aziende partecipate. A tale tematica si ricollega la prescrizione riguardante l’adozione dei provvedimenti necessari per la riorganizzazione di tutti i servizi erogati, in particolare a quelli gestiti in forma partecipata, l’obiettivo minimo di non aggiungere ulteriori perdite, valutando le forme di gestione che assicurino maggiore efficienza ed economicità e, per quelli non indispensabili, la compatibilità dei costi con la disponibilità di bilancio.

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SOCIETA’ PARTECIPATE. Non manca da parte del Viminale un monito sulla riduzione degli oneri a carico della collettività, cercando di evitare, con un costante controllo, l’insorgere di eventuali future perdite di bilancio delle eventuali società partecipate con le conseguenti ripercussioni negative sul bilancio dell’ente. Parallelamente è presente un lunghissimo elenco di prescrizioni sulle varie spese di funzionamento e gestione, riguardante ad esempio la riduzione automatica degli importi sulle indennità, compensi, gettoni, retribuzioni o altre utilità erogate dalle pubbliche amministrazioni, e il rispetto delle norme in materia di acquisto di beni mobili e immobili da parte del Comune. Anche in questo caso, c’è un’attenzione specifica relativa alle società partecipate: il Ministero insiste sugli strumenti diretti ad assicurare un controllo efficace sulla gestione dei servizi, individuando un’apposita unità organizzativa destinata a disciplinare i rapporti con le partecipate, con le opportune direttive di riduzione dei costi. Nelle ipotesi di affidamento dell’erogazione dei servizi pubblici a società esterne, pur se a totale partecipazione dell’ente, dovranno comunque essere adottati i provvedimenti necessari per comparare adeguatamente le condizioni di efficienza, economicità e qualità del servizio: in pratica, un occhio alla tasca e uno ai risultati. Tali prescrizioni comportano un rigido controllo sulle società partecipate per evitare che gli stanziamenti previsti in bilancio vengano superati, determinando situazioni di squilibrio. Sarà ad esempio vietato ogni aumento di capitale per quelle partecipate che per tre anni consecutivi abbiano registrato perdite d’esercizio.

MONITORAGGIO. Oltre ai consueti sistemi di controllo dell’andamento della gestione finanziaria, da Roma impongono la valutazione del complesso delle risorse necessarie per la liquidazione della massa passiva e, dove necessario, il trasferimento all’Organo straordinario di liquidazione le risorse provenienti dalla vendità del patrimonio disponibile, prioritariamente rispetto a possibili utilizzi per spese di investimenti. Nei bilanci degli esercizi di competenza, andranno previste le risorse necessarie per il completo risanamento dell’ente. A partire da quest’anno, come è già noto, dovrà sempre essere allegato al bilancio di previsione anche un prospetto obbligatorio contenente le previsioni di competenza triennali rilevanti in sede di rendiconto.

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