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“Lo sento nella pancia”, influenza cervello-intestino

Che siano farfalle nello stomaco o rospi ingoiati ogni emozione ci scompiglia a suo modo la pancia anzi lo stomaco. “Lo sento nella pancia” è infatti una tipica espressione usata da tutti noi per definire l’intensità del sentimento provato, quasi come se tutta la forza di amore, ansia, tristezza etc. si concentrassero più che nella testa o nel tanto caro cuore, proprio in quest’organo così che i soliti crampi della fame, lasciano spazio ai crampi e agli spasmi dell’emozione.

Quanto detto non ha solo una valenza empirica, infatti studi recenti hanno mostrato la grande relazione che sussiste tra stati d’animo e microbioma intestinale.

Secondo uno studio dell’Università della California, i nostri batteri intestinali infatti, avrebbero un’influenza sul nostro comportamento e sulle nostre emozioni. In particolare i microbi sarebbero responsabili di sentimenti come ansia e depressione.

Per l’esperimento californianosono stati presi in esame dei campioni fecali di 40 donne, le quali sono state sottoposte a risonanza magnetica per analizzarne il cervello durante la visione di determinate immagini. Durante la risonanza venivano mostrate foto in grado di evocare delle risposte emotive. Il risultato di questa ricerca ha messo in luce la stretta connessione e interazione tra il microbiota intestinale e il nostro cervello. Sono necessari peròstudi ulteriori per stabilire se anche il cervello a sua volta può determinare o avere influenze sulla tipologia di batteri che risiedono nel nostro intestino. In entrambi i casi, questi scenari cambiano completamente il nostro modo di pensare alle emozioni. Stomaco e intestino sono un vero e proprio “secondo cervello” che risente dei nostri stili di vita e del quale dobbiamo imparare a prenderci cura. Michael D. Gershon, esperto di anatomia e biologia cellulare della Columbia University autore del best seller “Il Secondo Cervello”, afferma che  l’intestino, pur avendo solo un decimo dei neuroni del cervello, lavora in modo autonomo, aiuta a fissare i ricordi legati alle emozioni e ha un ruolo fondamentale nel segnalare gioia e dolore. Insomma, l’intestino è la sede di un secondo cervello vero e proprio. E non a caso secondo lo studioso le cellule dell’intestino producono il 95% della serotonina, il neurotrasmettitore del benessere. La serotonina è in grado di far provare benessere e sensazione di euforia. Il nostro organismola rilascia in base a ciò che proviamo attraverso i cinque sensi (per esempio, durante un bacio o mangiando un cibo in particolare).  Il secondo cervello, non è solo legato alle reazioni al cibo ingerito, ma può pensare, prendere decisioni, provare sensazioni autonomamente rispetto al sistema nervoso centrale, come insegna la neurogastroenterologia, basti pensare alla colite, all’ulcera, ai bruciori di stomaco ecc. che sono proprio malattie causate dallo stress ed i mediatori con causali sono poi i batteri che si mutano perché le condizioni del terreno intestinali di pH sono variate. Diversamente dai neuroni contenuti nella scatola cranica, quelli sparsi in tutto il resto del corpo possono essere “massaggiati”, sia con il vero massaggio che stimola i corpuscoli tattili e i recettori fibro muscolari e tendinei, sia con il movimento. Inoltre i centri nervosi viscero-addominali possono essere stimolati col respiro addominale come insegnano tutte le discipline orientali.

Prendendo in esame ad esempio la depressione si è notato che tra i diversi fattori di tipo fisiologico che possono contribuire ai cambiamenti nelle funzioni cerebrali associati a questo disturbo vi è proprio ‘l’asse intestino-cervello’ . In particolare, la depressione sembrerebbe associata ad alterazioni nella composizione del microbiota intestinale.

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Friedrich Nietzsche,noto filosofo, scrisse “ Dieci volte al giorno devi ridere ed essere sereno: altrimenti di notte lo stomaco ti disturberà, questo padre dell’afflizione”. Quando la mente è in una condizione di forte stress in effetti, le fibre nervose simpatiche inviano un segnale di emergenza allo stomaco, che si contrae causando tensione addominale, alterazione della motilità e della produzione di acidi e molecole coinvolte nei processi digestivi. Il cervello centrale “ordina” al cervello addominale di rilasciare più serotonina per riequilibrare lo stato d’animo, ma questo eccessivo rilascio ormonale spesso causa fastidi significativi. Praticamente è come se il cervello, per far fronte a questa situazione, sottraesse energia allo stomaco. A seguito dello stress si ha anche una maggior produzione di cortisolo, che a sua volta aumenta la produzione di acido cloridrico causando acidosi. Chi soffre di stipsi inoltre è maggiormente preda di emozioni negative.

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Seguendo una dieta sana ed equilibrata, praticando costantemente attività fisica e introducendo quotidianamente alimenti in grado di aumentare la flora intestinale “buona” staremo dunque meglio e magari riusciremo ad evitare qualche pugno in più sulla bocca dello stomaco lasciando invece che più farfalle volino libere.

 

 

“Liberamente” è curata da Ilaria Castagna, psicologa, laureata presso l’Università degli Studi de L’Aquila, specializzanda presso la Scuola di Psicoterapia Cognitiva Comportamentale di Caserta A.T. Beck

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