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Miliardi “depurati” nelle vasche bloccate a Ischia fogne da terzo mondo

Inutile fare il “giro dell’isola” alla ricerca di un sistema fognario idoneo che funzioni decentemente. Fra Cassa per il Mezzogiorno, finanziamenti europei, nuova Agenzia Arcadis, depurazioni-truffa affidate al Cisi-Evi, contributi regionali e città metropolitana e pure l’intervento morbido della magistratura non sono serviti a risolvere l’enorme problema del disinquinamento delle nostre coste che puntualmente, ad ogni estate, si ripropone, rinfocolando polemiche e accuse incancrenite dal malaffare diffuso e da una sorta di assuefazione collettiva alla politica nostrana.

Sei comuni allineati su questa vergogna infinita della rete fognaria disastrata e dei depuratori mancati, malgrado la montagna di miliardi investiti in opere pessimamente eseguite, incomplete, ormai obsolete e da rifinanziare per un aggiornamento tecnologico, in particolare per le vasche di depurazione allo…stato brado!

SERRARA FONTANA

I centri abitati di Serrara Fontana, sparsi su di un vasto territorio montano, rilievi collinari, cigli di canaloni alluvionali e casali alpestri, costituiscono un ostacolo enorme per la creazione di una rete fognaria ottimale e in grado di convergere in un grande collettore principale da indirizzare verso il mare, nella località turistico-balneare di sant’Angelo o almeno in un litorale limitrofo (Cava Grado?) oppure in un grande collettore per Forio, che al momento piange i suoi guai e non può certo badare alla c…dei Serrara-Fontanesi!

Con il sindaco Carlino Mattera –anni Cinquanta- la Cassa per il Mezzogiorno riuscì a finanziare soltanto brevi tratti di condotte per acque bianche; per il resto notte assoluta. Idem con Arturo Trofa, sindaco molto volenteroso, ma a corto di finanziamenti e con un territorio impervio e disseminato di canaloni che raccoglievano (e raccolgono) tutto il ben di dio degli incolpevoli cittadini, privi di fogne e di idonei pozzi neri non assorbenti.

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Di acqua ne è passata sotto i ponti. La triste eredità…fognaria fu raccolta dal buon Cesare Mattera, una vera pasta d’uomo, tutto votato al benessere dei suoi concittadini e al progresso del comune più alto e “meschinello” dell’isola. Operare fra colline, montagne, anfratti, crepacci e piccoli agglomerati urbani è pura fantasia! Le piogge si riversano nei canaloni alluvionali, la c…nei pozzi neri di campagna. Così è se vi pare, con buona pace per il Cisi-Evi che ha preso in carico (con Barano) il sistema “fognario e depurativo” (quasi inesistente) di Serrara Fontana e pretende pure il “contributo” sulla bolletta salatissima dell’acqua dai poveri utenti che scaricano nei buchi sotto terra!

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Basta. Parlare di fogne e depuratori, quassù,  a seicento metri di altezza sul livello del mare, è come esprimersi in arabo! Nessuno ti sente, nessuno ti ascolta e i furbi…scappano per non scoprire gli altarini! In estrema sintesi abbiamo scoperto che alle porte di Fontana c’è una vasca di sedimentazione che raccoglie qualcosa di imprecisato, a Cava Grado c’è un impianto di sollevamento (di che?) , ma a Succhivo troviamo, finalmente, una specie di rete fognaria che “scende” a sant’Angelo e, nel borgo marinaro, miracolo,  c’è , “Sotto la  Torre,” un piccolo “depuratore” con vasca di sedimentazione e trattamento liquami fognari che scaricano nella condotta sottomarina, lunga millecinquecento metri e profonda quarantacinque metri. Non è l’ottimale, ma è pur sempre qualcosa. E’ previsto – a breve- un appalto per ampliare il “depuratore” e dotarlo di alcune vasche di trattamento con moderne tecnologie.

COMUNE DI BARANO

Lasciamo questi luoghi d’incanto  che si specchiano in un mare non ancora compromesso dai… ritardi della malapolitica, e giungiamo a Barano, comune che si identifica –turisticamente parlando- con la suggestiva plaga dei Maronti, spesso al

centro di furiose polemiche per la spiaggia inondata da “correnti marine” non proprio pulite. Il territorio baranese somiglia moltissimo a quello di Serrara Fontana, ma è contrassegnato da grossi paesotti sparsi fra colline e piccole alture verdeggianti. Gli agglomerati urbani di Fiaiano, Testaccio, Piedimonte e Buonopane sono serviti da condotte miste e qualche collettore fognario di recente costruzione., come quello  in via Vincenzo Di Meglio. Il tutto diretto al “depuratore” di Piedimonte.

Il sistema fognario di Barano è in tutto e per tutto somigliante agli altri comuni isolani, con reti secondarie quasi inesistenti e collettori fognari  principali con grosse criticità.

Un rapporto tecnico sullo stato di fatto delle fogne baranesi fa rizzare i capelli e induce alla ovvia considerazione che sarà molto difficile far digerire il rospo dell’affidamento al Cisi-Evi,  all’ATO (Ambito Territoriale Ottimale) Napoli 2, che vigila sull’equilibrio economico-finanziario dei vari enti gestori acquedotti e fognature, molti dei quali dissestati e in liquidazione!

Un documento tecnico dell’Area Direttiva Produzione dell’Evi, parla di assenza di mappatura del sistema di collettamento fognario al Comune di Barano per cui necessita di accurata ricognizione. La rete fognaria rilevata è risultata di natura mista, in parte anche a cielo aperto (alvei) e non presenta alcun sistema di aerazione, né pozzetti di lavaggio. Ne derivano esalazioni maleodoranti dalle caditoie e dalle griglie. I chiusini posti a copertura dei pozzetti di sezionamento della rete e di innesto delle diramazioni non sono né a tenuta stagna, né antibasculanti. Gli impianti di sollevamento risultano tutti non ispezionabili perché prive di canne guide e di piede di accoppiamento delle elettropompe per la loro estrazione a fini manutentivi. Le stesse sono sorrette da corde di nylon. Il tipo di collegamento rigido delle elettropompe sommerse alle condotte preminenti richiede l’immersione in vasca di operatore tecnico per il loro scollegamento dalle condotte con conseguente sistema ausiliare di svuotamento (autobotte per espurghi). Non è stato possibile rilevare le caratteristiche di funzionamento e di potenza delle elettropompe per le suddette motivazioni. Non sono stati rinvenuti agli atti del Comune gli schemi dei quadri elettrici di gestione delle elettropompe a servizio degli impianti. Il sistema fognario non è dotato di vasca di sedimentazione, né di bypass per la pulizia dell’intero sistema, né di impianto ausiliare in caso di guasto, né di gruppo elettrogeno per eventuali disservizi della rete Enel. Infatti in caso di black-out, la conseguenza è la fuoriuscita “selvaggia” dei liquami. Tutto il sistema di collettamento con i relativi impianti di rilascio dei reflui, risulta privo degli atti di collaudo . La nuova rete fognaria e quella preesistente non risultano ancora collegate al nuovo impianto di depurazione per cui è necessario eseguire le opere idrauliche con i relativi scavi e rinterri per il suddetto collegamento.

La verità è che il territorio isolano,  devastato sottoterra da lavori in successione da una molteplicità di Ditte e Imprese sottratte a rigidi controlli tecnici e alla “Sorveglianza” degli UTC comunali, risulta ormai un colabrodo difficile da tamponare” e con l’aggravante che gli interi sistemi tecnologici fognari non sono per nulla idonei alla funzione svolta, malgrado i miliardi di vecchie lire dissipate nella profonda voragine della malapolitica.

Ma per le conclusioni…atomiche rimandiamo all’ultima puntata di questo dossier.

COMUNE DI ISCHIA

Si tratta della “grana” più vistosa, più spregevole e ributtante di tutta la storia fognaria isolana. Per anni,  nel Comune di Ischia, hanno scavato in tutte le direzioni : Via Mazzella, via De Luca, via Sogliuzzo, Rio Corbore, Acquedotto, via Pontano , via Roma, Corso Vittoria Colonna, ecc.ecc.. Una rete fognaria –spesso mista ad acqua piovana- immensa, intricatissima, con collettori e pompe di sollevamento, vasche di sedimentazione, diramazioni e accavallamenti, con tubature vecchie e nuove che “camminano” parallelamente per raggiungere il…traguardo finale: la collina di san Pietro, dove funziona in modo molto precario un vecchio depuratore in prossimità della omonima spiaggia, frequentatissima dai nostri “generosi” e “pazienti” ospiti estivi, che non ci hanno ancora mandato a fare in… con una bella pedata nel didietro!

Una storia inverosimile, una vicenda gogoliana che si è consumata da venti anni a questa parte sotto gli occhi indifferenti e…complici di quelle autorità che sono pagate profumatamente per scoprire le magagne dei LAVORI PUBBLICI finanziati dalla Comunità Europea e dalle Regioni.

Conosciamo nei particolari questa grande truffa orchestrata ai danni della città d’Ischia , per cui spenderemo qualche parola per precisarne i contorni. Dobbiamo risalire alla fine del anni Novanta per ricordare una mega progettazione del nuovo depuratore di Ischia da costruirsi a pochi metri dalle vecchie vasche di sedimentazione e trattamento dei liquami fognari realizzate a ridosso della spiaggia di san Pietro. Un’enorme struttura in cemento armato, dimensionata per depurare le acque nere dei comuni di Ischia e Barano per un totale di 30.000 abitanti considerate le punte turistiche estive. Uno stanziamento di circa 25 milioni di euro, con cofinanziamento U.E.- Regione Campania, POR 2000-2006. Si aggiudicò i lavori la Spa SLED piovuta a Ischia….(lo dobbiamo chiedere a un ex sindaco che si batteva il petto per questa Impresa di “dragomanni”). Nell’affare entrò pure “Ischia Scarl” (parleremo dii questa Ditta nella Sesta e ultima puntata).

I lavori partirono con un grande spiegamento di macchinari, operai, attrezzature e silos per il calcestruzzo. Un cantiere per “Grandi Opere” che lasciava ben sperare per la speditezza dei lavori e l’affidabilità delle maestranze. Tutto fumo negli occhi! Si trattava, a conti fatti, di lanciare inizialmente polvere negli occhi  e ripiegare a poco a poco sull’ordinarietà: pochi operai, lavori a rilento, stati di avanzamento ben pagati e pure qualche variante in corso d’opera per strappare soldi aggiuntivi. I pescecani municipali stavano al gioco e si pappavano le…provvigioni. Non c’è fretta –si diceva in giro- in un paio d’anni – 2008/2009-  il depuratore andrà in funzione alla grande! Lo diceva il sindaco, l’assessore ai lavori pubblici, il responsabile dell’UTC e tutti quelli con le mani in pasta che conducevano e conducono i “rapporti istituzionali” con le Imprese malfidate!

Ma qui occorre aprire una parentesi che ha del grottesco. Sulla collina di san Pietro ci sono i ruderi dell’ex albergo san Pietro, la chiesetta dei monaci Basiliani e un vasto appezzamento di terreno che spazia sul porto, acquistati  verso la fine degli anni novanta dalla Famiglia Di Meglio, proprietaria della catena alberghiera DIMHotel.

Quel malanno del depuratore proprio non se lo aspettavano i Di Meglio,  che avevano in animo di valorizzare l’intera collinetta con la costruzione di un complesso alberghiero di prim’ordine!  Il bell’oggetto, piazzato in un punto strategico della proprietà e con eccezionale vista panoramica sul Golfo, non era proprio il massimo, ma, naturalmente,  bisognava  “abbozzare” con il Comune, che se lo stuzzichi troppo, con il cavolo che lo vedi l’Hotel a cinque stelle! Dunque il buon Salvatore, “patriarca” del famiglione di San Ciro, viene a miti consigli con il sindaco, ma nello stesso tempo sollecita la conclusione dei lavori della Spa Sled & Company che ha deciso di accasarsi a Ischia per il resto dei suoi giorni, vista l’aria buona, il pesce fresco  e gli euro della Comunità Europea  freschi di stampa! Le opere dunque vanno assai a rilento, mentre il vecchio depuratore affanna, fischia e borbotta lungo la scarpata della spiaggia, perchè proprio non ce la fa più a rimestare tutta la mercanzia di ventimila presenze ben satollate e ubbidienti di corpo!

CI VOLEVA PURE L’ARCHEOLOGIA

Ma un nuovo capitolo si aggiunge al nostro deplorevole racconto. Come preconizzato da Paolo e Giorgio Buchner negli anni Cinquanta, la collina di san Pietro, dopo gli scavi dell’Impresa Sled, restituisce un…tesoro custodito nelle sue viscere  fin dal VI secolo a.C.! Le famose tegole nere e rosse, appartenenti ad un tempio pithecusano edificato dai Greci su quest’amenissima plaga, scatenano…la proverbiale ingordigia della Soprintendenza alle Antichità. Arrivano da Napoli i funzionari a spron battuto e sono dolori per tutti: Comune, Regione, Comunità Europea, Impresa Sled, Fratelli Di Meglio e depuratore in costruzione. Tutti fermi; area sigillata, carabinieri e vigili urbani in assetto di combattimento e pure qualche telecamera nascosta per immortalare eventuali.. ”tombaroli”! Circa tre anni dura la raccolta delle “crastulelle”, recuperate dalla paziente e preziosa opera delle archeologhe, armate di pennelli, spazzole e coltellini. Poi tutto si dissolve nelle nebbie  di uno scandalo già visto. All’improvviso (anno 2010) l’Impresa Sled sparisce dalla circolazione, lasciando sulla collina di san Pietro baracche e burattini. Fallimento ? Truffa? Latitanza? Non sappiamo niente, dicono al Comune i volponi sempre affamati che temono un’ira di dio da un momento all’altro! Non si riesce a cavare un ragno dal buco, ma un articolo pubblicato su “Il Golfo” del settembre 2012 “svela” in parte le magagne: ”Già spesi 12 milioni  di euro (24 miliardi di vecchie lire!) per un’opera che rischia di restare incompiuta”. Il servizio giornalistico è impietoso e passa in rassegna anni di malapolitica giammai attenzionati dalla magistratura! Si parla di imminente scadenza dell’occupazione dell’area interessata ai lavori, che appartiene ai Di Meglio, di distruzione di macchinari e automezzi della Impresa fuggiasca, di accampamenti di senzatetto nella struttura abbandonata, di assenza devastante del Comune cdi Ischia su tutta la faccenda depuratore.

Non la facciamo lunga. Nel 2013, con la collina di san Pietro avvolta nel silenzio, un manipolo di benpensanti esce allo scoperto denunciando l’installazione di un… Ripetitore Vodafone vicino alle vasche incompiute del depuratore. Gran casino, denunce, assalto alla Bastiglia di via Iasolino e il sindaco costretto a smantellare l’impianto nocivo. Va bene per le onde elettromagnetiche, ma i cittadini di Ischia non “soffrono” per la sparizione di 24 miliardi di soldi pubblici?).  Andate a vedere a via Cretaio – Casamicciola-  cosa incassa “quel” sindaco, ogni anno, insieme ad una società, per un’antenna della Telefonia mobile piazzata nella sua proprietà!

Ultima perla. Nel 2014, l’intero cantiere della Sled –ormai abbandonato e arrugginito- viene posto sotto sequestro dalla magistratura per “attentati” agli automezzi semidistrutti e in via di disfacimento. Sono trascorsi cinque anni da quei fatti criminosi e il depuratore è diventato un’altra opera incompiuta come la caserma dei carabinieri al “Capizzo” di Forio, quella della “Forestale”, a Casamicciola, il parcheggio della siena a Ischia Ponte, la chiesa Baldino, acquistata a suon di bigliettoni dal Comune di Barano, l’eremo di san Nicola (Serrara Fontana) e il museo di santa Restituta (chiuso e ribazzato da anni) a Lacco Ameno.

Tireremo le conclusioni alla prossima.

                                                                                           5 – Continua

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