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«Mio figlio lasciato al molo Beverello per un lieve ritardo»

Una vicenda talmente assurda da sembrare irreale, ma che purtroppo si è davvero verificata, almeno a detta della lettrice che ci ha contattati. Quello che ci accingiamo a raccontarvi è un episodio accaduto nella serata di mercoledì nel porto di Napoli, che soprattutto nella fascia serale non è esattamente il miglior luogo da frequentare quando si è soli. A raccontarci il fatto è stata la signora Luisa, madre del malcapitato ragazzo che a suo dire avrebbe ricevuto un torto da parte dell’equipaggio di una compagnia di navigazione che opera all’interno del porto napoletano. Lungi dal voler alimentare sterili polemiche, riportiamo di seguito la versione fornitaci dalla donna. «Stasera è accaduta una cosa molto spiacevole, a mio avviso troppo brutta», ha esordito la signora. «Mio figlio diciottenne è arrivato sul porto di Napoli correndo a più non posso, per prendere l’ultimo aliscafo delle 20:20. Erano le 20:20 precise e stavano per alzare la passerella, ha chiesto se potevano farlo salire, si è sentito rispondere che se non aveva il biglietto non potevano far niente. Ha implorato di farlo salire e avrebbe fatto il biglietto a bordo o una volta arrivato a Ischia, ma niente da fare, hanno alzato la passerella e arrivederci».

La signora Luisa ha proseguito il proprio racconto evidenziando i disagi patiti dal figlio, che ha raggiunto l’isola con il primo traghetto disponibile. «È rimasto come un’anima in pena da solo, i bar erano chiusi, di un taxi manco l’ombra, della navetta (che conduce a Porta di Massa, per vedere se partiva qualche traghetto) manco l’ombra. Ha passato forse la più brutta mezz’ora della sua vita. Sono andata però al porto per guardare in faccia tutte quelle brave persone dell’equipaggio e chiedere loro con quale coraggio stasera vanno a casa e abbracciare i propri figli, quando ne hanno lasciato uno da solo, sul porto di Napoli, con la sola colpa di non aver corso abbastanza dalla metropolitana al molo Beverello. La loro risposta? Mi hanno allontanata, accusandomi di intralciare un servizio pubblico e di ringraziarli se non mi denunciavano. Morale della favola, mio figlio è arrivato a casa distrutto e come ciliegina sulla torta, ha perso la sacca contenente le sue scarpette da calcio. Che dire di più, auguro a tutte quelle brave persone dell’equipaggio di passare una brutta mezz’ora, peggio di quella che hanno fatto passare a me e mio figlio».

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