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Niente sfratto, l’inquilino si arrende: liberata la casa cantoniera

Il dipendente regionale che la occupava senza titolo se ne è andato due giorni prima dello sfratto: l’Evi vince il braccio di ferro, si chiude il caso sollevato dal nostro giornale

Il caso, come si ricorderà, era stato sollevato per primo dal nostro giornale. L’epilogo, in ogni caso, non è stato cruento. Oggi, 18 aprile, sarebbe arrivato l’Ufficiale Giudiziario, accompagnato dalle forze dell’ordine e da un’ambulanza della Croce Rossa: tutti uniti per eseguire uno sfratto d’eccezione, quello di Pietro Giangrande dalla Casa Cantoniera della Regione Campania, situata nel Comune di Ischia, all’incrocio tra via Quercia e via Nuova dei Conti. Oggi, Giovedì Santo, c’erano tutte le premesse affinché si trasformasse in una giornata di Passione. Ma alla fine non è successo niente di drammatico, perché il sig. Giangrande, dopo anni di strenua resistenza, è sceso a più miti consigli e, martedì 16 aprile, ha deciso di anticipare tutti, liberando l’abitazione detenuta senza titolo.

Oggi sarebbe arrivato l’ufficiale giudiziario accompagnato dalle forze dell’ordine per restituire all’ente idrico un immobile di via Nuova dei Conti: Pietro Giangrande ha consegnato le chiavi lasciando la casa senza il ricorso allo sgombero coattivo. E la collettività isolana ringrazia…

Così, due giorni prima, il dipendente regionale ha salutato la sua vecchia casa e se ne è andato, armi e bagagli, insieme alla sua famiglia. C’è grossa soddisfazione in casa EVI, oltre che presso gli Uffici del Ciclo Idrico e del Demanio della Regione Campania: con una serie di mosse giudiziarie coordinate e conseguenti, si è ottenuto quello che, per anni, non si era ottenuto con le buone maniere: il rilascio di un immobile di notevoli dimensioni, che consentirà all’azienda idrica ischitana, guidata dal dott. Pierluca Ghirelli, di trasferire, nei prossimi mesi, i propri uffici, attualmente parcellizzati tra più sedi ad Ischia: la sede centrale di via Leonardo Mazzella e l’Ufficio Commerciale sito presso l’ex Palazzo D’Ambra in via Iasolino, sul porto. La premessa è nel fatto che la Regione Campania ha ceduto gratuitamente questi locali (unitamente ad altri situati in località Cuotto, nel Comune di Forio) all’EVI, proprio per ottimizzare lo svolgimento del servizio idrico integrato e riunificare gli uffici: circostanza che va anche verso un miglior servizio offerto all’utenza, la quale avrà un unico punto di riferimento per il settore orientale dell’isola (l’utenza di Forio e Serrara Fontana avrà invece convenienza a fare riferimento alla sede del Cuotto, appena ultimata l’organizzazione dei nuovi locali).

Così facendo, l’EVI verrà a risparmiare circa centomila euro all’anno di affitto, con gran sollievo delle proprie finanze (che sono poi anche quelle dei cittadini). L’azienda idrica si è presentata all’appuntamento con un fabbro, come richiesto dalla Regione: appena il sig. Giangrande è andato via, si è provveduto a sostituire la serratura del portone d’ingresso (nella migliore tradizione dei casi analoghi a questo…). Dicevamo della tenacia del dipendente Giangrande. Questi aveva dapprima resistito alle bonarie richieste di andare via dai locali; quindi aveva già ricevuto una intimazione di sfratto, alla quale si era opposto chiedendone la sospensiva al Tribunale Amministrativo Regionale della Campania. Ma il TAR, alla fine, bocciò la richiesta, per cui l’orologio del conto alla rovescia aveva cominciato a correre veloce. È stato così, quindi, che l’Ufficio Demanio della Regione Campania, in accordo con l’EVI, aveva proceduto ad inviare al dipendente Giangrande una diffida allo sgombero dei locali: un provvedimento direttamente esecutivo, con annessa avvertenza che, in caso che l’occupante avesse continuato a far finta di niente, sarebbe stato chiesto il cosiddetto “sgombero coattivo”, con l’assistenza delle forze dell’ordine. Ed a questo punto si era infine arrivati, con appuntamento per oggi. Ma, per fortuna, alla fine il buonsenso ha vinto: i locali sono liberi e la collettività ischitana ringrazia. Che dire, tutto è bene quel che finisce bene…

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